La legge del Contrappasso e le sofferenze della LEGA
Per la legge del contrappasso, il Rosatellum, ovvero quel meccanismo elettorale creato apposta dal Partito Democratico per poter stravincere in modo da mantenere il proprio potere con sicurezza, in mancanza dei consensi sufficienti, ha fatto stravincere il centro destra.
Alla fine, dopo decenni di governi di centrosinistra, che hanno portato il Paese sempre di più alla deriva, il centrodestra, se davvero lo vorrà, avrà l’opportunità di governare cinque anni con una maggioranza autosufficiente e di dimostrare la propria capacità di gestire una situazione non certamente facile. Vedremo.
Queste ultime elezioni hanno di fatto confermato che in questo Paese esistono due gruppi di cittadini/elettori: da un lato, quelli che producono ricchezza; dall’altro, quelli che di tale ricchezza ne gestiscono una buona parte occupando posizioni di potere all’interno delle varie istituzioni.
Coloro che dirigono le istituzioni quasi sempre sono fedeli a quel determinato partito, che si autodefinisce di sinistra, che ha basato la propria strategia sull’occupazione capillare del potere pubblico e che, per questa via, negli anni ha stabilito un rapporto stretto tra politica e istituzioni per un reciproco interesse. Partito conosciuto con la sigla PD.
Naturalmente, tra chi lavora nelle istituzioni vi sono coloro che, pur con lo stipendio garantito, non vivono nel lusso; per contro vi sono svariate categorie che, al contrario, grazie a lauti stipendi, premi e generosi incentivi, vivono pure nel lusso, al pari di chi lavora il doppio e rischia di proprio; in entrambi i casi parliamo comunque di categorie super protette e garantite da quella parte politica sopra menzionata, con cui sono legate a doppio filo.
Lo abbiamo constatato con la Pandemia, durante la quale parecchi cittadini hanno perso la loro sicurezza e hanno dovuto spesso mutare in peggio la propria vita; una categoria su tutte: quella dei pubblici esercizi, come ristoranti e bar, mentre per contro quasi tutti i dipendenti statali hanno potuto mantenere i loro stipendi, spesso lavorando in smart working, comodamente a casa propria, senza incorrere in alcuna difficoltà.
Gli stessi risultati nelle elezioni, che vedono le roccaforti delle sinistre essere nelle città dove sono insediate le amministrazioni e tutti gli uffici statali, parastatali e periferici dello Stato, conferma che le sinistre posseggono il loro zoccolo duro proprio in questi settori protetti.
In queste elezioni le sinistre, pur avendo perduto mezzo milione di voti, per lo più a favore del Movimento 5 Stelle nel centro sud, hanno mantenuto, come sempre, saldamente il loro consenso nelle categorie sopra menzionate e difficilmente perderanno questo zoccolo duro di circa il 15 % di elettorato, che si sono creato negli anni e che manterranno anche per il futuro.
Per contro gli elettori del centro destra, che sono locati nelle zone industriali, nelle periferie delle città e nei paesi, per lo più nel Centro Nord produttivo, che sono poi gli elettori più attenti alla politica concreta che regola l’economia produttiva, hanno spostato il loro consenso dalla Lega a Fratelli d’Italia.
Tale spostamento di voti è avvenuto poiché gli elettori hanno visto nel partito di Giorgia Meloni il partito che più avrebbe posto fine agli sprechi e perorato le esigenze di snellimento della burocrazia, di funzionamento della Giustizia, di sviluppo di quelle infrastrutture che servono alle imprese per crescere e generare ricchezza, per se stessi e, di conseguenza, anche per l’intero Paese.
In verità tutti obbiettivi che anche la Lega ha sempre perorato ma, a mio parere, chi ha giocato a sfavore della Lega sono stati soprattutto i quadri dirigenti periferici, che purtroppo Salvini non ha saputo controllare e gestire ed è chiaro che gli elettori, alla fine, giudicano e si comportano col voto di conseguenza a ciò che notano accadere intorno a loro.
Non sono un conoscitore delle situazioni locali degli altri territori del Paese, ma certamente conosco bene il mio territorio e mi sono sempre domandato come avrebbe potuto reggere la Lega nella Provincia di Savona, dove il potere del partito era stato gestito da ormai troppo tempo da un personaggio, come l’ormai ex Senatore Paolo Ripamonti, che dei problemi della propria provincia non gliene è mai importato più di tanto.
Tale personaggio, tutto intento a curare il proprio interesse e quello dei suoi amici, non si è fatto scrupolo di creare divisioni , innanzi tutto nell’Amministrazione Comunale di Savona, della cui disfatta è stato il principale responsabile alle ultime elezioni comunali, e nella città Capoluogo, come in val Bormida, eliminando i quadri intermedi della Lega, creando di fatto i presupposti per la sconfitta in questa provincia (il caso di Paolo Ardenti in Val Bormida è l’esempio più eclatante).
Non deve peraltro abbagliare il grande risultato ottenuto da Edoardo Rixi, in quanto ha beneficiato dei voti di Fratelli d’Italia per essere unico candidato del centrodestra nell’Uninominale, votato gioco forza, pertanto, dalla totalità degli elettori della coalizione di centro destra.
Discorso diverso vale per Francesco Bruzzone, il quale è stato garantito dai consueti voti di nicchia del potente settore dei cacciatori, che lui cura da sempre e che gli è sempre stato fedele; di questo gli si deve dare merito.
Quando Salvini è venuto a Savona, presentato con grande fanfara peraltro a personaggi di dubbia serietà, dall’anfitrione Ripamonti, il Segretario ben consapevole di ciò che stava accadendo, tutto attorniato dai suoi yes-men, ha preferito fare come lo struzzo: “La lega non è una caserma, chi non ci vuole stare se ne può andare” disse, e così se ne sono andati i migliori e sono rimasti il Ripamonti, che nella sua Laigueglia, dove naturalmente il suo spessore è ben conosciuto, ha raccolto 78 voti contro i 208 di Fratelli d’Italia, e la Sara Foscolo che nella sua Pietra Ligure ha raccolto 503 voti contro i 1.163 del Partito della Meloni.
Se quello che è accaduto qui a Savona è accaduto anche nelle altre provincie, si spiega facilmente la debacle totale e l’umiliazione subita dal Capitano: vi è da dire tuttavia, che chi è causa del suo mal non può che piangere se stesso.
Non si può non notare che il Partito Democratico, pur avendo perso molti meno voti della Lega, va a Congresso, dove si presenteranno candidati segretari a decine e perlomeno dimostreranno una certa democrazia all’interno.
La Lega nazionale e quella savonese, nel nostro caso invece, non va a Congresso da più di sette anni, dopo il Congresso farlocco, nel quale di fatto per un pugno di voti è rimasta in sella l’Agenzia Immobiliare Ripamonti & Del Verme, con l’ingenua complicità di qualcuno della Val Bormida, che ha votato il boia con la speranza che fosse clemente.
Oggi la Val Bormida rischia di ricevere come regalo dal boia nostrano la rumenta di Napoli attraverso le Funivie, come già paventato nel mio articolo precedente; ma questa è storia da venire; per ora fermiamoci ai fatti del momento che non sono certamente eccelsi per il Capitano, a cui dedichiamo amichevolmente il noto aforisma di Cicerone, con l’auspicio, da vecchi e veri leghisti, che gli sia utile per il futuro: “Cuiusvis homini est errare: nullius nisi insipientis in errore perseverare” – È cosa comune l’errare; è solo dell’ignorante perseverare nell’errore.
Caro, Silvio non entro nel merito del tuo articolo, ti faccio notare però che un vero leghista sa riconoscere le cause accidentali (fatti provinciali) da quelle generali, e le cause generali, visto che ti dici federalista, è la sempre rinviata, anche dei vecchi e attuali vertici federali Riforma istituzionale in senso frderalista, certo magari non per singola colpa loro, ma così ottenere risultsti concreti per il territorio sarebbe difficile anche per te o me se fossmo al loro posto, Stato, Regione verdo il territorio funzionano come la UE per l’İtalia, cioè zero autonomia, puoi essere ere anche Dio in terra e non fai niente….