LA GUERRA DEI DAZI TRA NAZIONALISMI, COMMERCIO E STUPIDITA’ UMANA
Sommario:
1. Introduzione ai dazi
2. Tipologie e funzionamento dei dazi
3. Benefici e danni dei dazi
4. L’approccio USA: da Trump al neoprotezionismo
5. Colonialismo economico americano e il dopoguerra
6. La guerra fredda e il contrasto all’URSS
7. L’odierna guerra economica travestita: Ucraina, Russia e la manipolazione dell’Occidente
8. L’Europa tra servilismo e reazione: Von der Leyen e Meloni
9. Boicottaggio e autodeterminazione economica
10. Conclusione
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Cosa sono i dazi in parole povere?
I dazi sono strumenti di politica economica che possono essere oggetto di dibattito e di regolamentazione.
I dazi sono imposte indirette sui consumi applicate alla circolazione delle merci tra stati (dazi esterni) o tra enti territoriali (come nel passato tra comuni). Non si tratta di una novità moderna: i dazi esistono da secoli e sono strumenti fondamentali di politica economica. Non li ha certo inventati Mr. Trump.
2. Tipologie e funzionamento dei dazi:
I principali dazi sono quelli doganali: si distinguono in dazi d’importazione (i più diffusi) e dazi d’esportazione (meno comuni). Possono essere fiscali (per introiti statali) o protezionistici (per difendere produzioni locali).
Il pagamento avviene alla dogana e consente la successiva libera circolazione della merce nel mercato nazionale. Sono uno strumento tecnico, ma le implicazioni sono fortemente politiche.

Pro:
• Protezione dell’economia nazionale
• Incentivazione della produzione interna
Contro:
• Reazioni commerciali e guerre economiche
• Aumento dei prezzi per il consumatore finale
Chi ci guadagna?
Gli Stati che incassano i dazi. Ma chi paga realmente?
Il cittadino, l’ultimo anello della catena economica.
4. L’approccio USA: da Trump al neoprotezionismo:
Trump ha elevato i dazi a simbolo ideologico: ritorno alla “grandezza” americana, liberazione dal “saccheggio” estero. Ma la sua guerra dei dazi ha colpito principalmente i consumatori statunitensi.
“Tariffe fino al 49%, la Cina colpita con un 34% (che diventa 54%)…”, Bloomberg, 2018

Cina: 34% (54%)
Unione europea: 20%
Vietnam: 46%
Taiwan: 32%
Giappone: 24%
India: 26%
Corea del Sud: 25%
Thailandia: 36%
Svizzera: 31%
Indonesia: 32%
Malesia: 24%
Cambogia: 49%
Regno Unito: 10%
Sudafrica: 30%
Brasile: 10%
Bangladesh: 37%
Singapore: 10%
Israele: 17%
Filippine: 17%
Cile: 10%
Australia:10%
Pakistan: 29%
Turchia: 10%
Sri Lanka: 44%
Colombia: 10%
Perù: 10%
Nicaragua: 18%
Norvegia: 15%
Costa Rica: 17% → 10%
Giordania: 20%
Repubblica Dominicana: 10%
Emirati Arabi Uniti: 10%
Nuova Zelanda: 10%
Argentina: 10%
Ecuador: 10%
Guatemala: 10%
Honduras: 0%
Madagascar: 47%
Myanmar: 44%
Tunisia: 28%
Kazakistan: 27%
Serbia: 37%
Egitto: 10%
Arabia Saudita: 10%
El Salvador: 10%
Costa d’Avorio: 21%
Laos: 48%
Botswana: 37%
Trinidad e Tobago: 10%
Marocco: 10%

Come si possono contrastare i Dazi?
I dazi doganali possono essere contrastati attraverso accordi commerciali, agevolazioni e misure antidumping.
Accordi commerciali:
L’Unione Europea (UE) negozia accordi con i paesi terzi per ridurre i dazi e favorire gli scambi.
Alcuni accordi prevedono la soppressione dei dazi, mentre altri riguardano anche servizi, investimenti, appalti pubblici, concorrenza e sviluppo sostenibile.
Agevolazioni:
Lo Stato può applicare il drawback, un’agevolazione che consente di rimborsare il dazio pagato sulle materie prime quando il prodotto finito viene riesportato.

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Misure antidumping:
I dazi antidumping sono imposte sulle merci importate per compensare la differenza tra il prezzo di esportazione e il valore normale.
Vengono applicati a quei prodotti che i paesi esportatori vendono a un prezzo più basso rispetto a quello praticato nel mercato interno.
Esonero dazi:
Sono esentate dai dazi doganali le merci contenute in spedizioni inviate da un paese terzo da una persona fisica a un’altra persona fisica residente nel territorio dell’Unione.
Attualmente, ma molti lo ignorano, esistono già Dazi doganali anche in paesi facenti parte della UE e in molte parti dell’Europa e vengono pagati da chiunque anche persona fisica, non per forza azienza che esporta grandi quantità di materie.
Sono esentate dai dazi doganali le merci contenute in spedizioni inviate da un paese terzo, solo quelli da una persona fisica a un’altra persona fisica residente nel territorio dell’Unione.
Questi pacchi, comunemente noti come regali, devono essere di natura non commerciale e il loro valore non deve superare i 45 €.
Quali sono le conseguenze dei dazi?
Dipende dall’aggiustamento di domanda e offerta, ma in generale provocano aumenti dei prezzi: per esempio beni essenziali e non facilmente sostituibili, come i farmaci importati negli Stati Uniti dall’Europa o gli alimentari importati da Messico e Canada, scaricano subito l’aumento tariffario sulle famiglie.
Secondo un’analisi di Goldman Sachs ogni punto percentuale di dazi in più sulle merci canadesi e messicane si traduce in un aumento dell’inflazione americana pari allo 0,1 per cento.

Perché la cosa è semplice, se gli Americani compreranno solo prodotti che produrranno da soli, se non ci sarà bisogno di niente che provenga da fuori USA, non ci saranno prodotti da sbarcare e navi da accostare, e se il prodotto è acquistato in USA da nazioni “Daziate”, comunque la tassa la paga il cittadino Americano che vuole il prodotto straniero, sarà così un cane che si morde la coda, fino a mangiarsi da solo gli intestini…
Perché gli USA, al costo delle dichiarazioni di ciuffetto Rosè, non sono in grado di poter produrre, al momento, ogni cosa da soli…
Ed hanno bisogno degli altri Stati che gliele forniscano, se per i Dazi le pagano di più, sarà sì un disastro per il calo degli acquisti USA, e di cospetto delle vendite, che faranno lievitare i prezzi delle merci, ma sarà soprattutto un disastro per gli acquirenti USA.
E quando questo castello di carte sarà scoperto, crollerà e con lui cadrà il Governo Trump.
Lo shipping e le aziende straniere, non venderanno più negli USA?
Venderanno altrove!!!
5. Colonialismo economico americano e il dopoguerra:

> Fonte: Charles S. Maier, “The Marshall Plan and the Division of Europe”, Harvard University, 1991
> Fonte: Tony Judt, “Postwar: A History of Europe Since 1945”, Penguin, 2005
Dal dollaro come moneta di riferimento (Accordi di Bretton Woods, 1944), all’interventismo militare e alla colonizzazione culturale (Hollywood, McDonald’s, NATO): l’Europa è diventata un satellite docile.

6. La guerra fredda e il contrasto all’URSS:
Il colonialismo economico è stato il braccio economico della Guerra Fredda. L’URSS venne dipinta come il “male assoluto”, e ogni paese che tentava una via autonoma veniva punito o destabilizzato.
> Fonte: John Lewis Gaddis, “The Cold War: A New History”, Penguin, 2005
E oggi? La Russia post-sovietica è ancora l’antagonista perfetta. L’intervento in Ucraina viene sfruttato per alimentare l’odio, giustificare le sanzioni e trascinare l’Occidente in un conflitto economico-militare per procura.
7. Guerra in Ucraina: strategia USA per abbindolare l’Occidente:
Quella in Ucraina è una guerra prolungata ad arte, funzionale a vendere armi, gas e debito agli europei. Gli USA hanno interesse a destabilizzare i rapporti euroasiatici e impedire un blocco economico tra UE, Russia e Cina.
> Fonte: Mearsheimer, “Why the Ukraine Crisis is the West’s Fault”, Foreign Affairs, 2014
L’Occidente beota, anestetizzato da decenni di propaganda, si fa usare come carne da cannone economica.
8. L’Europa tra servilismo e reazione: Von der Leyen e Meloni
Von der Leyen incarna perfettamente il servilismo dell’euroburocrazia: obbediente a Washington, incapace di pensare un’Europa autonoma. La Meloni, che a parole esalta sovranismo e difesa nazionale, nella pratica china il capo. L’Italia continua a essere vassallo economico, militare e culturale.

> Fonte: Intervento di Ursula von der Leyen, Conferenza sulla sicurezza di Monaco, 2023 Fonte: Discorso di Giorgia Meloni al Congresso USA, 2024
9. Boicottaggio e autodeterminazione economica:
Come contrastare veramente i Dazi?
Secondo qualcuno i paesi colpiti dai dazi, dovrebbero astenersi da ogni tipo di rappresaglie soprattutto economiche e in tal modo si avrebbe una neutralizzazione della misura attraverso un aumento dell’inflazione americana e un rafforzamento del dollaro, cioè una perdita di competitività americana che renderebbe il recupero indotto dai dazi del tutto fallace e transitorio.
Questo rafforzamento del dollaro avverrebbe da due canali, meno flussi di dollari per pagare le importazioni perché le importazioni dopo l’imposizione di dazi diminuirebbero e un aumento dei rendimenti indotto dalla stretta monetaria necessaria a contrastare l’inflazione e le aspettative inflazionistiche causate dai dazi.
La realtà invece, molto umana è che, visti i modi e le forme usate da Trump, gli altri Paesi e i loro governanti pro tempore non possono esimersi dal mettere in atto una ritorsione motivata dall’orgoglio nazionale, e quindi una vera e propria guerra commerciale con gli USA.
Non sono d’accordo con le affermazioni che dicono che questi Dazi saranno un bagno di sangue per l’Europa e che le aziende Italiane perderanno le commesse e tanti lavoratori.

> “Tutto ciò che è prodotto dagli yankee dovrebbe essere bruciato e buttato nella spazzatura per i prossimi almeno 30 anni.”
10. Conclusione:
Questa è l’occasione storica per liberarci dalla schiavitù economica americana, come ci siamo liberati dalla loro occupazione militare travestita da alleanza.
Finalmente ci siamo liberati grazie alla loro stupidità, per sempre da gentaglia che ha tenuto le nostre economie, come le nostre palle tra le mani per oltre 80 anni, non perdendo mai l’occasione di rinfacciarci di averci liberato dal Nazifascismo e dal Comunismo, con un piano Marshall infinito, e ce ne siamo liberati ripeto, grazie alla loro stupidità e alla consueta avidità del loro sistema capitalistico.
Sono talmente tanti i prodotti Americani che vengono fabbricati in Europa che oggi resta veramente difficile boicottare seriamente qualsiasi materiale Americano sul mercato, addirittura persino sul lato farmaceutico anche dentro di noi, ne portiamo parti coi vaccini anti COVID della Pfizer, quindi dovremmo autoboicottarci oramai…
Meglio quindi vietare le vendite di qualsiasi prodotto europeo o meglio Italiano agli USA (Se solo fossimo furbi)…
Dovremmo liberarci di tutto ciò che arriva da questi buffoni cowboy, a partire anche, ahinoi dalla musica e dal cinema…
Loro non ci hanno mai perdonato di esistere, anzi ci hanno dato dei parassiti.
È ora di restituire il favore.