La finanza privata fa strage di democrazie

La finanza privata fa strage

di democrazie

 
La finanza privata fa strage di democrazie

  

Un imprenditore può avviare un’impresa utilizzando un prestito bancario, se è certo di saper puntare sulla massima qualità al minimo costo, per trarre giusti salari per i lavoratori, sufficiente profitto per sé, interessi per il banchiere e tasse per lo stato.

L’enorme quantità di soggetti poco preparati,  poco produttivi o assolutamente improduttivi, che per problemi culturali, finanziari, psicofisici o burocratici sono sempre e comunque per lo Stato costi senza ricavi (vedi reddito di cittadinanza e pensioni di invalidità) per non parlare di sprechi e furti burocratici, nonché di corruzione politica, mettono lo Stato nella pietosa condizione di avere sempre e comunque una spesa pubblica superiore al gettito tributario e quindi di accumulare debito che mai onorerà.

Gli stati che pensano di vivere con i soldi delle banche private e delle sanguisughe mondiali, non potendo puntare come le imprese sulla politica del massimo rendimento al minimo costo, sì ritrovano a dover tappare i buchi di un anno con i finanziamenti dell’anno successivo, tanto da accumulare debito pubblico e interessi crescenti fino alla guerra civile o al default.

Chi ha detto che gli Stati andrebbero governati come imprese private e quindi attingendo soldi dalle banche, merita il premio “ignobel” per l’economia e per buona misura anche una laurea in Scienze Bancarie “disonoris causa”.

Il liberismo da manicomio e il comunismo da ospedale psichiatrico hanno inguaiato tutte le democrazie mondiali di debito pubblico che potrà essere “dis-onorato” soltanto, (che Dio non voglia) da una sanguinosa guerra mondiale.

Mancava solo la pandemia per far lievitare all’infinito il debito pubblico di tutti i 200 stati del mondo, che prima della pandemia ammontava già a tre volte la produttività mondiale.

Ma uno Stato Democratico che volesse finanziare il sistema economico nazionale con i soldi delle banche private, non potrebbe mai avere la stessa certezza di reperire un gettito tributario tale da pagare alle banche gli interessi passivi e alla scadenza onorare il suo debito.

Per due ragioni: perché il mercato non ha produttività costante; e perché le classi sociali capaci di fare onestamente più profitti che perdite, in Italia e ovunque nel mondo sono ormai razze estinte.

FRANCO LUCERI

 http://ilrebusdellaculturaumana.blogspot.com

 

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