La Famiglia teardiana

Archivio storico/ Il Comitato:”Sembriamo scemi, ma non ci facciamo prendere per il culo”
L’anniversario 1983-1993, tazebao a Savona “Per non dimenticare”
Foto-ritrattatto della “famiglia teardiana” che glorificava il suo leader 
Le nuove generazioni ignorano chi fosse AlbertoTeardo, pemiato dai savonesi con oltre8 mila preferenze. I più votati erano massoni.
Un “saggio” articolo di Sandro Chiaramonti

Archivio storico/ Il Comitato: “Sembriamo scemi, ma non ci facciamo prendere per il culo”
L’anniversario 1983-1993, tazebao a Savona “Per non dimenticare”
Foto-ritrattatto della “famiglia teardiana” che glorificava il suo leader 
Le nuove generazioni ignorano chi fosse AlbertoTeardo, pemiato dai savonesi con oltre
8 mila preferenze. I più votati erano massoni. Un “saggio” articolo di Sandro Chiaramonti

Alberto Teardo

Savona –  L’archivio, i ritagli stampa della cronaca locale sono e restano un’inesauribile fonte di conoscenze. Aiutano non soltanto a ricordare il passato della politica e dei suoi personaggi. Offrono spesso una chiave di lettura per meglio comprendere il presente. Riproponiamo, ai soli fini della “testimonianza storica”, due avvenimenti dell’era e del regno di un uomo che in provincia di Savona e poi in Liguria era diventato il simbolo del potere, della sua penetrazione in gangli della vita economica e sociale. Alberto Teardo, come scriveva Sandro Chiaramonti su La Stampa del 12 giugno 1980, era in grado di schiacciare, con oltre 8 mila preferenze (vedi….articolo), il primato provinciale del più votato. Prima di lui solo il democristiano Angelo Nari, con 10 mila voti personali, primo in 49 dei 69 comuni e persino nella “rossa” Savona.

Altra curiosità, già all’epoca Renato Zunino, veniva descritto a Celle Ligure come “giovane e confermatissimo sindaco, con 1817 preferenze, eletta pure sua moglie, nella stessa lista del Pci, Liliana Venturino…”.

Non è mancata, negli anni, l’opposizione ai teardiani e al teardismo, come metodo politico e di potere. Numerosi gli oppositori che si esposero in prima persona e senza raggiri di parole, come l’avvocato Carlo Trivelloni (sinistra indipendente) ed il giornalista pubblicista de Il Lavoro, Renzo Bailini, socialista e massone, ma anche Il Secolo XIX, sia dalle pagine locali, sia nazionali. 

La cronaca ricorda iniziative di contestazioni “estemporanee”. Ne riproponiamo una, il tazebao (vedi..) distribuito in centinaia di copie e che finì pure in Procura, ma archiviato, per asserita diffamazione. Si tratta di una foto di fedelissimi, scattata nella Sala Rossa del Comune di Savona. Esponenti con ruoli diversi, in quello che fu il “regno Teardo“. Vale a dire non tutti furono riconosciuti colpevoli, anzi la “verità giudiziaria” scagionò alcuni detenuti, arrestati per reati gravi. Tra l’altro, ci sono pure persone che nel frattempo sono decedute e alle quali va il “rispetto verso i defunti” e le loro famiglie.  

Si tratta di un “documento” di contestazione pacifica della storia politica savonese.

Anni peraltro dimenticati ed ormai sconosciuti alle giovani generazioni. Lo conferma un piccolo sondaggio, in strada, a 50 giovani savonesi, tra i 20 e i 30 anni. Solo cinque sanno di Alberto Teardo, della sua “carriera” da Venezia a Savona; fu presidente della Regione e candidato mancato al Parlamento per via delle manette. La stragrande maggioranza hanno risposto che è…un ex calciatore?…un artista…?   un ciclista…? ….uno scrittore?…un ex divo?

Già nel 1993 si faceva strada l’invito a “non dimenticare”. A quanto pare non è servito molto.

Il panorama socio-politico si è evoluto di male in peggio? Il governo della Provincia è quasi massonico, direttamente ed indirettamente; una “fratellanza” che trascina a catena nomine, designazioni, strategie, promozioni e bocciature,  “pagine promozionali” ? Rapporti personali e interprovinciali.

E il governo del Comune capoluogo? Lasciamo la parola ad un lettore di Savona, Osvaldo Scalzo, che  domenica, 29 agosto 2010, ha scritto un’interessante ed efficace opinione su La Stampa. Si è chiesto, soprattutto, quali siano stati le politiche vincenti messe in campo dalla giunta di sinistra Berruti.

Restano inossidabili gli interessi di pochi e dei soliti noti (quelli che Trucioli, da tempo, definisce “cupola” provinciale) che fanno affari incuranti del futuro. Vale a dire posti di lavoro non effimeri per i giovani, per i laureati, per i diplomati, ma anche per la classe operaia, ridotta ai minini termini.

Insomma, negli anni post teardiani, sulla plancia di comando il “giro” pare proprio non sia mutato molto. Anzi, dalla Provincia e dintorni segna un “ritorno” ai vecchi tempi.

L’ingordigia e le disparità restano opprimenti.

E’ semmai cresciuto il “coro”  che sui mass media non conosce controinformazione. Anzi, contribuisce in forma robusta alla creazione del consenso, anche elettorale.

Facendo perdere di vista di cosa sono capaci alcuni eredi dell’ex Pci e del teardismo in stile massonico deviato.

R.T. 

 

Lettera al sindaco Federico Berruti

“Da tanti anni sentiamo le stesse parole…

mentre i giovani sono costretti ad emigrare…”

(leggi il testo …e la risposta di Chiaramonti…)

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