La dissalazione dell’acqua marina

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Sessantatreesima parte
LA DISSALAZIONE DELL’ACQUA MARINA

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Sessantatreesima parte

Il Quotidiano LA STAMPA ha pubblicato, in data 4 marzo 2016 un interessante Articolo dai seguenti titoli:

ITALIA PAESE DI INVENTORI
GRAZIE ALL’ENERGIA SOLARE PORTIAMO L’ACQUA DOVE NON C’È
SOLWA IL DEPURATORE CHE AIUTA L’AFRICA

 Leggiamo assieme la parte iniziale di questo articolo:

SEMBRA INCREDIBILE QUEL CHE SI PUÒ FARE CON UN SOLO BREVETTO.

PAOLO FRANCESCHETTI È PARTITO DALLA SUA TESI DI LAUREA E DA QUELLA HA INVENTATO SOLWA, IL PRIMO MODULO DI DEPURAZIONE E DESALINIZZAZIONE DELL’ACQUA CHE FUNZIONA A ENERGIA SOLARE.

 DA QUEL PRIMO PROGETTO, È NATA UN’INTERA FABBRICA DI IDEE: ESSICCATORI DI FANGHI, ESSICCATORI DI CIBO, SERRE AGRICOLE DA DESERTO…UN INTERO MONDO CHE PIACE MOLTO ALL’ONU, TANTO DA AVER RICEVUTO SVARIATI PREMI (23 SOLO NEL 2015).

OGGI SOLWA VIENE USATO DA ALCUNE ONG IN ALCUNI VILLAGGI AFRICANI CHE VIVONO GRAZIE ALLA SUA ACQUA DEPURATA.


 Alla lettura di questo articolo, istintivamente sono tornati alla nostra memoria gli scritti di ALDO PASTORE su questo argomento e, più precisamente:

VOLUME: SCIENZA E UTOPIA (APRILE 2004) –  CAPITOLO LA POLITICA IDRICA DEL FUTURO (PAGINA 67 – 75)

PUBBLICAZIONE: IL DRAMMA ACQUA NEL MONDO

(OTTOBRE 2007) LA DISSALAZIONE DELL’ACQUA MARINA

  Abbiamo allora chiesto ad ALDO la possibilità di pubblicare nuovamente questi suoi scritti.

 Aldo ci ha ringraziato e ci ha  concesso la possibilità di rileggere la Parte Fondamentale dell’articolo dell’ Ottobre 2007, così intitolata

LA DISSALAZIONE DELL’ACQUA MARINA

Le considerazioni svolte nelle precedenti Puntate (con relativi dati statistici) conducono a DUE CONTRADDIZIONI FONDAMENTALI:

– La PRIMA (che potremmo definire NATURALE) consiste nel fatto che l’ ACQUA. presente nel nostro Pianeta, è, in gran parte (97%, circa), SALATA; soltanto una modestissima parte (il rimanente 3%, circa) è DOLCE, priva o povera di sali, e, come tale, utilizzabile dagli Esseri Umani.

Per di più, sappiamo che, in alcune Aree del Globo (definite “Zone Aride”), l’ Acqua Dolce è rara o difficilmente accessibile (a causa della scarsità delle piogge o della profondità delle falde acquifere sotterranee); sono coinvolti, in questa innata penuria, gran parte dei Paesi del Medio Oriente, vaste regioni dell’ Australia, degli Stati Uniti, dell’ America Meridionale e, soprattutto, gran parte delle Nazioni Africane.

– LA SECONDA (che potremo definire ANTROPICA) consiste nel fatto che la maggior parte del patrimonio idrico utilizzabile viene malamente dispersa o, più semplicemente, viene utilizzata, dagli Esseri Umani, non tanto per dissetarsi o alimentarsi, ma, soprattutto, per usi agricoli, industriali o domestici.

Inoltre, è venuta alla luce l’ ipotesi dell’ impiego dell’ acqua come FONTE ENERGETICA (la cosiddetta Potenza Idro-Elettrica o quella derivata dalla Forza delle maree e delle onde marine).

Infine, nella precedente Puntata, ho richiamato l’ attenzione dei nostri amici lettori sulle Potenzialità dell’ Acqua nell’ ambito della GENERAZIONE DELL’ IDROGENO, utilizzabile come Forza Motrice in un prossimo futuro.

Ricordiamoci, in proposito, che non si tratta di una visione nuova o, addirittura, utopica, perchè, già nel 1874, Jules Verne, nel suo Romanzo “L’Isola Misteriosa”, faceva esclamare, da uno dei suoi principali protagonisti (Cyrus Smith, per la precisione) che “L’ ACQUA E’ IL CARBONE DELL’ AVVENIRE”.

– Tuttavia, di fronte a questo CRESCENTE BISOGNO D’ ACQUA DOLCE, dobbiamo, oggi, constatare una sempre più evidente MINORE DISPONIBILITA’ IDRICA REALE, a causa delle numerose ed insensate scelte politiche ed economiche, perseguite dall’ Uomo, in palese contrasto con le Leggi della Natura.

Si pone, quindi, l’esigenza di un’ INNOVATIVA POLITICA IDRICA; in questo contesto, va inserito il TEMA DELLA DISSALAZIONE DELLE ACQUE MARINE, al fine di generare ACQUA DOLCE, utilizzabile per le diverse esigenze umane.

Va premesso che, anche in questo caso, io non dico nulla di nuovo; mi limito semplicemente a citare, ancora una volta, le dichiarazioni fatte, nel 1961, da John Fitzgerald Kennedy, in allora, Presidente degli Stati Uniti:

“Nessun programma ha maggiore importanza per il futuro (non solo per noi, ma per i Paesi aridi di tutto il Mondo) della ricerca di un mezzo efficiente ed economico per trasformare l’ acqua degli Oceani (la più grande riserva idrica della Natura) in acqua usabile dagli uomini e dalle industrie.

Tale realizzazione metterebbe fine alle lotte fra vicini, fra Stati e Nazioni e darebbe nuove speranze a quanti soffrono per la mancanza di acqua dolce (e di tutti i relativi vantaggi materiali ed economici), pur passando la loro vita stentata accanto ad una enorme massa di acqua.”

Oggi, l’avveniristico disegno di Kennedy è già diventato concreta realtà, almeno sul piano tecnologico e scientifico.

Infatti, per “fabbricare” Acqua Dolce dal Mare, occorre, sostanzialmente, eliminare i sali presenti nell’ Acqua Marina (35 Grammi di Sali per ogni Litro), recuperando acqua priva di contenuto salino e, quindi, utilizzabile, per fini industriali, domestici ed agricoli; va evidenziato, in proposito, che l’acqua destinata all’ irrigazione non necessita di una desalinazione spinta, come nel caso dell’ acqua potabile; infatti, molte piante si adattano a tenori salini rilevanti, dell’ ordine di un grammo per ogni litro.

Esistono, sostanzialmente, DUE PRINCIPALI METODI PER GIUNGERE ALLA DISSALAZIONE:


IL PRIMO (noto da più tempo) è il PROCESSO DI DISTILLAZIONE, il quale si limita a ripetere, all’interno di una macchina, il ciclo dell’Acqua, che si svolge in natura.

In estrema sintesi:

 l’ acqua di mare viene scaldata dentro una caldaia;

 una parte del’ acqua evapora, privandosi dei sali che rimangono nella parte liquida;

 il vapore, privato dei sali, viene condensato mediante un processo di raffreddamento e viene, quindi, ritrasformato in acqua dolce, identica a quella della pioggia naturale.

L’ aspetto negativo di questo metodo risiede nel fatto che esso richiede grandi quantità di energia, poichè è necessario riscaldare enormi quantità di acqua e poi raffreddare il vapore, con conseguente e significativo ulteriore consumo energetico.

IL SECONDO METODO utilizzato è la cosiddetta OSMOSI INVERSA.


Da dove deriva questa denominazione?

E’ presto detto: in condizioni normali, in conseguenza di una legge fisica ben nota, quando, attraverso una membrana, si separano due soluzioni, una d’ acqua di mare e una di acqua senza sali, l’acqua passa dallo scompartimento contenente l’ acqua dolce a quello dell’ acqua salina, venendo, così, a diluire quest’ultima.

Tuttavia, se si procede alla stessa operazione, comprimendo l’acqua marina contro la stessa membrana, ad una pressione di circa 50 Atmosfere, il flusso si inverte e l’ acqua di mare abbandona il proprio scompartimento, perdendo, peraltro, il contenuto in sali, perchè la membrana divisoria ne impedisce il passaggio; l’ acqua, così dissalata, si unisce a quella dolce, costituendo così un “unicum”, il quale può essere convenientemente utilizzato.

Aggiungo, per ulteriore informazione, che il metodo compressorio a 50 Atmosfere, in alcune esperienze attuative, è stato sostituito con un passaggio di Corrente Elettrica, venendo a prendere il nome di ELETTRODIALISI.

L’ aspetto negativo dell’ Osmosi Inversa, fino a qualche anno fa, non risiedeva tanto nel Consumo Energetico, che risultava abbastanza contenuto, quanto, invece, nell’ inaffidabilità delle membrane e nel loro alto prezzo.

Le membrane, infatti, si sono rivelate fragili e la loro durata non superava, in media, i tre anni; inoltre, esse erano molto sensibili alla contaminazione batterica ed agli agenti inquinanti chimici, che ostruivano i pori ed irrigidivano le fibre. Solo dal momento in cui è stato possibile concepire membrane più durature e meno sensibili agli agenti inquinanti, il Metodo dell’ Osmosi Inversa è diventato competitivo rispetto al Processo di Distillazione.

 Tuttavia, attualmente, entrambi i metodi vengono impiegati a livello planetario; secondo il Trattato ” ACQUA” di Frederic Lasserre, oggi, l’ 1% dell’ acqua potabile nel Mondo è prodotta per Dissalazione e questa  proporzione tende ad aumentare.

Per  una maggiore comprensione della diffusione, avvenuta a livello globale, porto a conoscenza degli amici lettori di “Trucioli Savonesi” la seguente Tabella:


Aggiungo che, in questi primi anni del nuovo Secolo, vi è stato un significativo aumento dei processi di dissalazione in diverse aree del Mondo; occorre, inoltre, evidenziare che le attuali fabbriche di desalinizzazione sono, ormai, in grado di produrre grandi quantità di acqua dolce.

Cito qualche esempio:

– Ad ABU DHABI, negli Emirati Arabi Uniti, è entrata in funzione una nuova fabbrica, con una capacità produttiva di 190.000 metri cubi d’ acqua al giorno;

– In QATAR, un progetto prevede di portare la capacità della centrale RAB ABU FONTAS a 227.000 metri cubi al giorno;

– In ARABIA SAUDITA, è stata progettata una nuova Centrale con una capacità di 379.000 metri cubi al giorno, con lo scopo di servire le Regioni di Medina e di Gedda ed un’ altra di 227.000 metri cubi al giorno per la zona di Dhahran.

 Ma, progetti simili vedono la luce, anche al  di fuori del Medio Oriente: a Tampa, in Florida, è in corso di realizzazione un’ importante centrale, con una capacità di 95.000 metri cubi d’acqua al giorno.

A Singapore, le autorità locali hanno dato il via ad un progetto del valore di un miliardo di dollari.

V’è, dunque, in questo settore, un grande fermento ideativo e realizzativo; credo che dobbiamo vedere tutto questo con fiducia e sereno ottimismo.

A tutti gli amici che, verosimilmente, potranno obiettare che la dissalazione dell’ acqua marina, per produrre acqua dolce, è un procedimento che va contro le regole della Natura, vorrei ricordare che la Natura è generosa e benigna nei confronti dell’ Uomo e, pertanto, Le si può chiedere, attraverso la correttezza etica della Scienza e della Tecnologia, quanto è necessario per i bisogni degli Esseri Umani, avendo, tuttavia, sempre presente davanti a noi l’ avvertenza di Francesco Bacone, secondo al quale

 “PER COMANDARE LA NATURA, BISOGNA OBBEDIRLE”

 

 12 ottobre 2007                 ALDO PASTORE

 

 BREVE COMMENTO FINALE

 Le innovazioni scientifiche e tecnologiche, introdotte con SOLWA  da PAOLO FRANCESCHETTI sono, quindi, altamente elogiabili e condivisibili, perché in perfetta armonia con il principio di BACCONE sopra citato.

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