La difesa europea: un blablabla che non convince
L’Europa parla di difesa, ma alla fine i soldi parlano più forte: perché anche per Meloni e l’Italia la NATO rimane la scelta più conveniente.
In Europa si parla tanto di difesa, di cooperazione industriale nel settore della difesa tra l’UE e l’Ucraina, di alleanze strategiche e progetti ambiziosi. Ma a ben guardare, dietro il frastuono delle parole, si nasconde una realtà più prosaica: alla fine dei conti, sono i soldi a dettare la vera direzione.
Recentemente, l’Unione Europea ha organizzato un importante forum sull’industria della difesa, promuovendo la cooperazione tra le industrie europee e quelle ucraine. Si è parlato di sostegno militare costante, di integrazione dell’Ucraina nella base industriale e tecnologica europea. Tutto bello sulla carta, ma cosa succede nella pratica?
Basta guardare all’8 maggio, quando Giorgia Meloni ha dovuto accogliere Jens Stoltenberg a Palazzo Chigi. Sul tavolo c’erano questioni cruciali come la crisi ucraina, la situazione in Medio Oriente e le spese militari. E proprio su quest’ultimo punto, l’Italia è stata messa sotto accusa per non rispettare la soglia del 2% sul PIL prevista per i membri della NATO. Un duro colpo per chi credeva che l’Europa potesse essere davvero autonoma nel campo della difesa.
Ma non è finita qui. La riunione parlamentare dei leader della NATO che si terrà a Washington a luglio testimonia l’importanza della dimensione parlamentare e dell’azione dell’Assemblea NATO. L’Italia, pur navigando tra le tempeste politiche interne, continua a guardare alla NATO come baluardo di sicurezza.
E mentre a Roma si discute e si riflette, in Romania è iniziata un’esercitazione multinazionale NATO di grandi proporzioni. Una dimostrazione tangibile dell’importanza che l’Alleanza attribuisce alla difesa collettiva, una priorità che non può essere ignorata.
Quindi, di fronte alle parole pompose e ai proclami retorici sull’indipendenza europea nella difesa, la realtà ci dimostra che la NATO resta ancora il punto di riferimento principale. Perché alla fine, in politica come nella vita, sono i soldi a parlare più forte di ogni altra cosa.