La crisi della scuola italiana

La crisi della scuola italiana
Di fronte a tutti questi problemi i Governi che fanno?

La crisi della scuola italiana

 

La scuola italiana è malata cronica, da oltre dieci anni è da riformare, ma ogni riforma, buona o cattiva che sia, viene annullata e sostituita da un’altra riforma dai governi che si susseguono. 

In questo modo non si arriverà mai al vero cambiamento di cui la scuola ha bisogno, le riforme che si susseguono vertiginosamente sono solo esperimenti mal riusciti. 

I danni peggiori li ha fatti il Governo Renzi con la “Buona scuola” (uno slogan infelice visti i risultati) imponendo negli istituti scolastici un uomo solo al comando, il dirigente scolastico, che ha snaturato il corpo docenti. 

In nessun caso si sono voluti affrontare i problemi seri che inciderebbero nel profondo della crisi. 

L’aria che si respira nelle scuole è di scetticismo, di disillusione, di amarezza.

I giovani di oggi non sono più interessati a studiare sui libri come ai vecchi tempi, trovano tutto sulla rete e senza particolare impegno mirano esclusivamente ai buoni voti.

Essere tornati ai voti ha fatto credere che la scuola italiana sia diventata seria, mentre invece per le tante insufficienze (il 75% degli studenti delle scuole secondarie italiane ha delle insufficienze) i genitori degli alunni vedono nei docenti piuttosto che degli educatori dei punitori dei loro figli e, quindi, non c’è da stupirsi sei genitori scelgono la scuola privata.

Solo un genitore italiano su cinque (21%) ritiene che gli standard educativi della scuola siano migliorati negli ultimi dieci anni. 

L’Italia è al 34esimo posto nel mondo per la qualità della sua scuola, l’istruzione è in pericolo e messa sempre più in discussione, l’abbandono scolastico interessa il 17,6 per cento dei giovani in Italia.

Di fronte a tutti questi problemi i Governi che fanno?

Emanano provvedimenti (tagli, accorpamenti ecc.) necessari solo per rispettare i parametri sottoscritti nei vincoli di bilancio europei e non per migliorare seriamente la scuola.

   T.S.

 

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