LA CENTRALE TIRRENO POWER

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentottesima puntata 
LA CENTRALE TIRRENO POWER  DI VADO LIGURE

 RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentottesima puntata

LA CENTRALE TIRRENO POWER DI VADO LIGURE

 Come promesso nell’articolo della scorsa settimana, continuerò, oggi, a svolgere le mie riflessioni sulla FILIERA DEL CARBONE, tuttora imperante nella nostra Provincia Savonese.

 Mi limiterò, attraverso lo scritto odierno, a svolgere alcune sintetiche considerazioni sul NUOVO PROGETTO DELLA CENTRALE TIRRENO POWER DI VADO LIGURE, anche se questo argomento, per la sua complessità e per la sua alta incidenza sulla condizione esistenziale della nostra popolazione e sull’intera economia locale, meriterebbe, addirittura, un trattato, scritto da più mani e fondata su molteplici conoscenze tecnico-scientifiche.

Partiamo, quindi, dai dati relativi al PREVISTO PROGETTO DI POTENZIAMENTO DELLA NUOVA CENTRALE (così come pubblicato, nel 2010, dai Quotidiani locali):

460 MW   LA POTENZA DELLA NUOVA UNITA’ DI CARBONE

180 MW AGGIUNTIVI OTTENUTI DA FONTI RINNOVABILI

800  I MILIONI  DI EURO DI INVESTIMENTO TOTALE

200  DEI QUALI DESTINATI A SVILUPPO DI FONTI RINNOVABILI

 80  I NUOVI DIPENDENTI PREVISTI

200 I LAVORATORI DELL’INDOTTO COINVOLTI

700 LE PERSONE IN TOTALE IMPIEGATE PER ESERCIZIO E MANUTENZIONE DEL NUOVO IMPIANTO

4  GLI ANNI DI DURATA DEI LAVORI

900/1000 LE PERSONE OCCUPATE NEI LAVORI DI COSTRUZIONE DEI NUOVI IMPIANTI

1) Incomincerò  a svolgere le mie considerazioni con il seguente QUESITO:

I nostri politici, i nostri imprenditori industriali, i nostri sindacalisti e, più in generale, i nostri concittadini conoscono i danni reali e potenziali (ed i relativi costi) che l’impiego del carbone comporta? E di conseguenza, i limiti del suo impiego?

Ed, allora, mi permetto, in proposito, di mettere in evidenza, ancora una volta, QUESTI RILIEVI:  

 

. La prima rivoluzione industriale (fondata sull’utilizzo del carbone) e la seconda rivoluzione industriale (fondata sull’impiego massiccio del petrolio e dei suoi derivati) stanno presentando, all’intera umanità, un decisivo conto entropico.

 Il Mondo Industrializzato  ha bruciato ingenti quantitativi di CARBONE, PETROLIO, e GAS NATURALE, al fine di permettersi un elevato stile di vita.

Il Biossido di Carbonio e gli altri Gas – Serra, che ne sono derivati, per converso, stanno ora soffocando l’ Atmosfera Terrestre.

Proseguendo (o peggio) accentuando l’attuale modo di produrre e di consumare, gli Esseri Umani condurranno il Pianeta Terra verso un Tragico Destino.

L’IPCC stima che il raddoppio della concentrazione del Biossido di Carbonio nell’Atmosfera Terrestre, molto probabilmente, provocherà un riscaldamento della Superficie terrestre tra i 2 ed i 4,5  gradi Celsius, con effetti disastrosi sugli  equilibri geologici ed idrologici terrestri e con l’estinzione di una quota, compresa tra il 20 per cento ed il 70 per cento delle specie viventi, attualmente conosciute.

Sono certo che alcuni oppositori a queste mie considerazioni obietteranno che la futuribile Centrale a Carbone di Vado Ligure influirà, in maniera quasi irrisoria, sul fenomeno del riscaldamento atmosferico globale ed, addirittura, locale.

Ma, mi permetto di rispondere anticipatamente che le cose non stanno così: non a caso, tra i principali oppositori al potenziamento della Centrale di Vado Ligure, troviamo i Comuni di Bergeggi, Spotorno e Noli, i quali hanno evidenziato, a più riprese, l’incidenza dei fumi della Centrale sulle condizioni atmosferiche  e climatiche locali e, quindi, sulla loro economia turistica. 

. Una Centrale a Carbone produce, durante il suo funzionamento, almeno altre 64 sostanze inquinanti e, tra esse, almeno 20 hanno dimostrato effetto cancerogeno; ecco, in sintesi, l’elenco di queste sostanze: 

– POLVERI SOTTILI (in particolare, particelle del diametro inferiore a 2,5 MICRON)

– BENZOPIRENE, DIOSSINE, BENZENE

– OSSIDO DI AZOTO

– BIOSSIDO SOLFOROSO

– MICROINQUINANTI INORGANICI (CADMIO- CROMO- MANGANESE, PIOMBO- RAME- ARSENICO – VINADIO)

– ISOTOPI RADIOATTIVI NATURALI

 

. Connesse, all’introduzione in Atmosfera del Carbone e di questi ulteriori elementi, sono le MALATTIE RISCONTRABILI NEL TERRITORIO.

Non mi si dica, per favore, che tali Patologie non esistono.

Già negli Anni ’90 del Secolo scorso, l’Ordine del Medici della Provincia di Savona aveva pubblicato le sottostanti Tabelle (e relativi commenti) sulle CAPITALI SAVONESI DEL CARBONE.

Mi sembra opportuno riprodurle per  sottolineare che questo argomento è stato affrontato, in passato, con rigorosa società scientifica, anche se, poi, da questi dati, non sono state tratte, sul piano politico – amministrativo, le dovute conseguenze operative: 

  

Da allora, molti altri studi si sono succeduti, ma, poiché essi sono stati considerati, sempre, “DI PARTE”, non sono mai stati presi in seria considerazione.

Mi sembra, quindi, doveroso, di fronte a questa situazione di Impasse Collettivo, accettare subito e senza esitazioni il suggerimento pervenuto dall’Assessore Regionale  all’Ambiente Renata Briano, la quale, prima di affrontare le procedure di Autorizzazione al Progetto di Ampliamento, ha correttamente proposto l’effettuazione di uno STUDIO EPIDEMIOLOGICO PREVENTIVO, che venga a coinvolgere il Ministero della Salute, l’Istituto tumori di Genova, la II° ASL, l’ARPAL e gli Istituti Tecnici degli assessorati, interessati al problema

A mio modo di vedere è, infatti, necessario avere, di fronte a noi, un QUADRO DIRETTO E COMPLESSIVO DELLA SITUAZIONE LOCALE, sia sotto l’aspetto dell’Impatto Ambientale, sia sotto l’incidenza dell’evoluzione produttiva sulla Salute dei Cittadini.

2) Segue, a questo primo ordine di riflessione, una SECONDA CONSIDERAZIONE, posta sotto forma di DOMANDA:

QUALI FONTI RINNOVABILI PRODURANNO I 180 MAGAWATT, PREVISTI DAL PROGETTO?

 Rimane veramente difficile disquisire su questo argomento, viste le carenze e le incertezze informative su questa materia.

Personalmente, non desidero essere giudicato “non sufficientemente informato” e, meno che mai “malizioso”; ma , ho sentito, più volte, ripetere l’acronimo CDR (COMBUSTIBILE DA RIFIUTI), peraltro ben presente alla pagina 170 del PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI e , per di più, oggetto di solerte produzione da parte degli attuali Impianti di Trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani.

Ed, a questo proposito, io desidero essere assolutamente chiaro e non voglio cadere in errate  interpretazioni; di conseguenza, esplicito, in modo chiaro e facilmente comprensibile la mia posizione al riguardo:

A) Sono da molti anni, favorevole al trattamento della frazione secca dei rifiuti per ricavare calore ed energia elettrica.

Ma, come ho precisato nell’articolo del 21 settembre, questa tecnica produttiva deve obbligatoriamente avvenire in specifici  impianti, quali sono, appunto, quelli operanti in Svezia ed in altre nazioni del Nord – Europa; questi impianti, infatti, presentano   tali caratteristiche operative e di smaltimento da rendere impossibile il trasferimento dell’inquinamento dal suolo all’atmosfera.

B) Ho forti dubbi, invece sulla combustione dei cosiddetti CDR, perchè  questi, attualmente, posseggono, in media, la seguente composizione:

44% CARTA

23% PLASTICA

12 % RESIDUI TESSILI

4,5 % SCARTI LEGNOSI

14 % RESIDUO ORGANICO PUTRESCIBILE

2,5% MATERIALE INERTE

(Fonte: Roberto Rizzo: “Salvare il mondo senza essere Superman” EINAUDI EDITORE – pagina 140)

Se questi dati corrispondono a verità, credo che i nostri concittadini abbiamo il diritto di essere correttamente informati, non soltanto sulla soluzione progettata per gli impianti di produzione del CDR, ma anche sulle conseguenze per la salute dell’uomo e dell’ambiente che deriveranno dal loro impiego (formazione di Diossina e di metalli pesanti nell’aria in aggiunta al carbone).

3) Per quanto concerne  I COSTI DELL’ INTERA OPERAZIONE (800 MILIONI DI EURO ), ritengo  che, ad essi, vadano doverosamente sommati i COSTI SANITARI, conseguenti alla reale concretizzazione del Progetto.

E’ questo argomento di estrema attualità, vista la crisi reale del nostro Sistema Sanitario  e tenuto conto della necessità di ridurre i costi dell’attuale Sistema.

4) Un particolare cenno va riservato, inoltre, alla PROMESSA DELL’INCREMENTO DEL PERSONALE (DIRETTO ED INDOTTO), prospettato in funzione del potenziamento energetico previsto.

Non voglio far commenti al riguardo; mi limito, però, a dire che raggiungeremmo certamente un maggior incremento occupazionale, attraverso la creazione del COMPLESSO INDUSTRIALE (prospettato e proposto nell’Articolo del 21 Settembre 2011), rivolto a risolvere globalmente il trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani.

Infine, lasciatemi concludere questo mio lungo Articolo con le magistrali parole di Jeremy Rifkin,  tratte dalla Sua ultima Pubblicazione “THE THIRD INDUSTRIAL REVOLUTION:  HOW LATERAL  POWER IS TRANSFORMING ENERGY, THE ECONOMY, AND THE  WORLD”  e rivolte alla valorizzazione delle vere ed autentiche FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI  e quindi ALLA CREAZIONE DI UN’ INNOVATIVA  TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE:

«La Terza rivoluzione cambia il nostro senso della relazione e la responsabilità verso gli altri esseri  umani. Condividere le energie rinnovabili della Terra crea una nuova identità della specie. Questa coscienza di interconnettività sta facendo nascere un nuovo sogno di “qualità della vita”, soprattutto tra i giovani. Qualità della vita, parla di una nuova visione del futuro, basata su interesse collaborativo, connettività e interdipendenza. La vera libertà non sta nell’essere slegato dagli altri, ma in profonda partecipazione con essi. Se la libertà è l’ottimizzazione di una vita, essa si misura con la ricchezza e la diversità delle esperienze di ciascuno, e la forza dei suoi legami sociali. Una vita vissuta meno di così è un’esistenza impoverita».

 

6 Ottobre  2011       Aldo Pastore

 

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