LA CASTA SIAMO NOI!

LA CASTA SIAMO NOI!

LA CASTA SIAMO NOI!

 Le inchieste e i “linciaggi mediatici”.

  Quindici Regioni italiane sotto inchiesta, dove consiglieri regionali, indifferenti alle inchieste e ai primi arresti per gli stessi reati che colpivano altri, ormai quasi per “tradizione”, continuavano a sperperare soldi pubblici, quelli dei rimborsi ai gruppi di partito.

       Senza limiti al ridicolo, senza vergogna, rasentando il tragicomico pagavano, con i soldi dei cittadini, dalle spese del matrimonio al suv, dalla collezione di Diabolik alle mutandine o ai vini pregiati.

Un male che, naturalmente non ha risparmiato la nostra Regione, dove esponenti prima dell’UDC e poi dell’Italia dei Valori hanno prelevato, prima 200 mila euro poi 70 mila per spese personali. Per non parlare di altri consiglieri che facevano a gara per depositare scontrini delle più svariate e ingiustificabili spese da farsi rimborsare. Curioso il fatto che appartenessero al gruppo Italia dei Valori nato proprio per inaugurare un nuovo corso della politica, e ancora più curioso come molti di loro abbia formato un nuovo gruppo denominato “Diritti e libertà”, dando a questi due concetti interpretazioni a dir poco spregevoli.

Questo male, però, non fa alcun tipo di differenza, né politica, perché le inchieste delle Regioni toccano tutti i partiti, nessuno escluso; né geografica, perché tocca, ad esempio, il Piemonte come la Sicilia.


Ci siamo, così, abituati anche in Liguria a vedere indagati, se non finire in manette, Presidenti di Consiglio regionale o Vice Presidenti della Giunta, come fosse un male inevitabile. Lo stesso che giornalmente sembra colpire quella che chiamiamo “casta”, che ogni giorno “onora” trasmissioni d’inchiesta televisive, o salotti del conduttore di turno dove parlamentari e ministri guadagnano spazi invidiabili per controbattere pubblicamente alle accuse di malaffare, oggetto di continui “linciaggi mediatici” nei loro confronti.

Lì, l’accusato di turno per appalti, favoritismi e strumentali controlli all’Asl di Benevento, come la Di Girolamo, si scopre una semplice mamma, costretta a organizzare riunioni ufficiali a casa dove è costretta da una mastite, con la sola colpa di abbandonarsi spesso al turpiloquio e che minaccia, per le gravi offese ricevute, di pagarsi il mutuo della sua semplice casa di 100 metri quadrati, con i proventi delle accuse diffamatorie.

Insomma, un Paese d’ingiustizie il nostro.

Un Paese, dove giornalmente la classe politica, mentre si dedica con abnegazione al bene pubblico, dal Comune al Governo nazionale, è ingiustamente bersagliata da false accuse.

Accade per avere usato aerei di Stato per scopi personali, per aver pagato con soldi pubblici ingiustificati affitti d’oro, per finanziamenti pubblici quadruplicati mentre s’inventano nuove tasse e si chiedono sacrifici alla gente, per auto blu concesse come caramelle anche per usi personali come la spesa, oppure per “Rimborsi” elettorali 180 volte più alti delle spese realmente sostenute o per le spese del Quirinale molto più alte di quelle della Regina d’Inghilterra. Dipendenti regionali moltiplicati per tredici volte in venti anni e spese di rappresentanza dei Governatori che arrivano a essere dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Candidati “trombati” e inesorabilmente consolati da cariche in enti, alcuni dei quali arrivano a sommare cinque buste paga e che per incompetenza e inadeguatezza al ruolo, aumentano i loro costi per le inevitabili consulenza esterne.


 Solo esempi.

 Ma mentre i media hanno abbondante materia per occupare le pagine o i palinsesti, sarebbe maturo ormai il tempo perché si faccia una seria riflessione.

Smettiamolo di fare dell’ironia, di buttarla sull’italianità dei comportamenti come se il nostro Paese fosse fatalmente destinato a morire nell’indifferenza di chi crede che non ci sia nulla da fare o nell’impotenza e nella depressione di chi vorrebbe combattere questa realtà, senza aspettare che di volta in volta lo faccia la Magistratura.

Se i comportamenti delle Caste locali o romane, suscitano rabbia e sdegno verso tutta la classe politica, rischiamo spesso, arrendendoci a questa realtà di credere che non ci sia soluzione, di fatto, assolvendola.

I commenti sulla rete sono spesso sovrapponibili “ sono tutti uguali non si salva nessuno, chiunque vada là poi si sporca! È inevitabile”tutte cose sapute e risapute“, “mi vergogno di essere italiano, perché all’estero queste cose finirebbero diversamente ! “.

Ma mentre ci vergogniamo, di essere italiani, non facciamo scelte diverse. Dimentichiamo che tutti quelli che ricoprono incarichi politici, dall’ente locale al Senato e al Parlamento erano, prima, cittadini come noi, che arrivati al potere hanno pensato che aggirare la norma, sfruttare il privilegio, trarre profitti illeciti fosse  un loro incontestabile diritto, per l’impunibilità giuridica che, col tempo , fa passare tutto in cavalleria ma soprattutto per la scarsa memoria dei cittadini che li hanno eletti che poi finiranno per accettare che tutto si possa perpetrare, senza capire che il consigliere occupato a raccogliere scontrini o il politico a curare i suoi privilegi o intascare illeciti profitti, non può che “distrarsi” dalla cura del bene comune.

Per far approvare una legge occorre il voto favorevole di entrambe le camere e mentre se ne attendono molte che andrebbero a beneficio della collettività, velocemente e nel silenzio, passano col voto di tutti quelle che riguardano i benefici della classe politica, non ultimi gli aumenti di stipendio, dimenticandosi, solo in quel frangente, dei problemi che affliggono il Paese.

 

Cos’è veramente la politica? Cos’è la democrazia?   

 

Chiediamoci, una volta per tutte, cos’è veramente la politica? Cos’è la democrazia? Quella sovranità popolare che richiede rappresentanti eletti per prendere decisioni in nome proprio.

Gli interessi del popolo sono scesi in secondo piano, e ciò era inevitabile se la maggior parte dei rappresentanti non agisce perseguendo i valori dell’onestà, indispensabili al ruolo che ricoprono, tanto che alcuni, se non fosse per l’immunità parlamentare, sarebbero già finiti in carcere e invece continuano a definirsi rappresentante del popolo.

 Forse è vero, i rappresentanti sono il riflesso, l’immagine dei rappresentati.

Forse non siamo ancora europei, non ne abbiamo le caratteristiche. Siamo lontani dall’essere cittadino come lo sono i tedeschi, gli inglesi, svedesi e olandesi.

Ci vuole ancora molto tempo per rieducarci ai valori di cittadinanza e legalità, quelli persi per troppo tempo e non solo a causa del berlusconismo che ha intriso la società tutta, senza distinzione politica  e geografia.

 Forse non servirà neanche rottamare i vecchi per capire che non esiste libertà senza doveri, che le battaglie di una società non possono fondarsi sulla diseducazione, sull’assenza di valori e di etica che caratterizza la politica attuale.


Le nostre colpe.

Mentre si parla sempre di crisi economica, la società italiana, è ferma sotto il profilo della cultura e della politica, quella vera, perché in tutti questi anni sono mancati i padri della politica. I politici erano intenti a fare altro e la responsabilità è stata anche nostra, di cittadini elettori colpevolmente distratti o indifferenti.

Mentre i politici diventavano mercanti, ci siamo abituati a non chiederne conto. La polemica contro la casta s’indeboliva quando si presentava il politico di turno e ci spiegava come aggirare la norma, come evitare una multa, com’era inevitabile che il politico godesse di benefici.

Così non ci siamo ribellati neanche quando l’amministrazione del nostro Comune non lavorava per ottimizzare la raccolta dei rifiuti facendoci incorrere in multe, quando non risolveva i problemi di viabilità e non migliorava il trasporto pubblico, troppo intenta a elargire poltrone ai trombati di turno, nell’equa spartizione del potere politico dei partiti.

Quali riferimenti guida abbiamo avuto da chi negava di nascondere tangenti o chi camuffava i piani regolatori per favorire

 profitti di gruppi immobiliari, danneggiando inesorabilmente il nostro territorio?

Come può un nuovo gruppo dirigente lottare contro questo sistema senza stravolgerlo dalla base? Senza creare una nuova condizione di cultura che rieduchi alla democrazia?

 Sostiene Vittorino Andreoli “Se l’Italia ha politici immorali è perché gli italiani sono immorali, se hanno eletto politici ladri è perché sono ladri, se usano la politica per interessi personali è perché non hanno idea di cosa sia lo Stato. Quanti cittadini, ad esempio, non chiedono lo scontrino fiscale, quanti non chiedono la fattura all’idraulico per pagare di meno…?”.

Vittorino Andreoli dice anche che “se gli italiani si svegliassero e scegliessero politici onesti, educati e capaci, l’Italia sarebbe un Paese straordinario.”

                              ANTONIA BRIUGLIA


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