La bramosia del potere e la mondializzazione

LA BRAMOSIA DEL POTERE
E LA MONDIALIZZAZIONE

LA BRAMOSIA DEL POTERE E LA MONDIALIZZAZIONE
 Mi trovo negli Stati Uniti per lavoro e non posso non pensare all’Italia che, malgrado i tanti mali che l’affliggono e che mi fanno imbestialire, è pur sempre il mio Paese; per questo, attraverso queste mie riflessioni, spero di dare il mio contributo, seppur piccolo, a una nuova e vera lotta di liberazione da governi non hanno mai e per nulla pensato al bene degli Italiani, ma soltanto ai propri interessi e al proprio potere. Capitanati oggi da colui che, a mio avviso, è il più arrogante cacciaballe dei “leaders” che la storia italiana ci ha dato.

  

Mussolini declamava gli aerei che non c’erano, Renzi i posti di lavoro che non ha creato, tanto è vero che ogni anno svariate migliaia di giovani laureati e diplomati lasciano l’Italia per cercare lavoro altrove, solo l’anno scorso quasi 130.000!

Intanto, mentre sono negli Stati Uniti trovo assurdo non poter esercitare il mio diritto al voto, perché per votare all’estero occorre che il soggiorno duri almeno tre mesi: al riguardo, sarebbe interessante conoscere la ratio di questa limitazione; come spesso accade in Italia, le cose che non costano nulla, ma che sarebbero molto utili, non vengono nemmeno prese in considerazione, forse perché senza spesa non vi sono prebende o favori – cosicché io, non raggiungendo per poco il fatidico traguardo dei tre mesi, non potrò godere del più importante dei diritti, garantito dalla “più bella” Costituzione del mondo.

Venendo all‘argomento della mala gestione del nostro Paese, intanto occorre ricordare  per chi se lo fosse dimenticato, e non faremo mai troppo per rammentarlo, che sette anni fa un Governo legittimamente eletto dal popolo fu esautorato per un volere (complotto?) estraneo al nostro Paese, con la complicità di traditori interni, eletti da cittadini di centrodestra e passati in massa all’altra sponda  per pura bramosia di potere, i quali sono poi stati puntualmente ricompensati con Ministeri e vari posti di Comando; insomma, compensati  col “potere”.

 L’atavica voglia di potere, che ha attraversato la storia dell’umanità, continua manifestarsi anche sotto le sembianze più nobili delle democrazie moderne.

Per il potere si sono fatte guerre sanguinose, si sono commesse stragi e ingiustizie a vantaggio di pochi e a scapito di molti, si sono giustiziati parecchi dissidenti.

Una volta per mantenere il potere si usava la spada; oggi, nelle democrazie moderne si usano dei mezzi meno cruenti, ma in ogni caso molto efficaci: la cultura e i media.

Le nostre democrazie danno ampia libertà di pensiero, ma quando questo comincia ad essere troppo pericoloso per il potere, gli alleati del potere intervengono affinché ogni nuova idea, che può cambiare lo status quo, venga ostacolata con tutti i mezzi; d’altronde, se il potere finanzia la cultura e i media, sarebbe illogico che quest’ultimi fossero in antitesi con i loro benefattori.


Visitando la nostra Capitale, come visitando le innumerevoli chiese disseminate in tutta la penisola, non possiamo non ammirare le stupende bellezze che i secoli di potere della Chiesa ci hanno lasciato.

Il potere, infatti, crea anche cultura e bellezza e lo fa utilizzando il lavoro e i soldi dei sudditi; così facendo, si compiace di dedicare la propria esistenza alla valorizzazione di talenti, e quello che viene chiamato mecenatismo non è altro che un modo per comperare il consenso della cultura asservendola per questa via al potere.

Naturalmente gli uomini di cultura e gli artisti ringraziano, sostenendo i regimi e i governi che danno loro la possibilità di mostrare “le loro capacità e il loro talento”.

La storia ha visto passare intere dinastie di uomini potenti, basti pensare a tutte le teste coronate che hanno raggiunto la vetta del potere per poi sparire dalla scena: unica eccezione, la Chiesa.

Infatti la Chiesa é l’unico grande centro di potere che da duemila anni domina buona parte del mondo occidentale e ancor oggi riesce a condizionare situazioni politiche che spingono verso il cambiamento, ostacolandone il percorso e cercando di favorire la stabilità di chi invece esercita la conservazione.

In Italia, in passato la Chiesa ha sempre parteggiato per i partiti al potere, perché nel momento di ogni cambiamento, chi ha il potere corre il rischio di perdere qualcosa e la Chiesa, che sempre ha condiviso il potere con i vari governi conservatori e ne è stata fedele alleata, ha operato per evitare di correre questo rischio.


L’Italia attuale sta attraversando un momento non favorevole, certamente dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista sociale, siamo fanalino di coda rispetto a tanti altri Paesi, non solo della vecchia Europa, ma anche ai Paesi emergenti, che in passato avevano economie molto arretrate; dall’altro lato, il nostro tessuto sociale si sta disgregando sotto il peso di un’immigrazione incontrollata di popoli e culture completamente differenti dalla nostra.

Il motivo di questa nuova e pericolosa situazione sociale, esplosa negli ultimi sette anni, ma che in verità già con i governi dell’Ulivo aveva iniziato a generarsi, sta nel  fatto  che le sinistre, oltre agli interessi di bottega delle cooperative – già trattati nel mio precedente articolo – hanno sposato in pieno  il fenomeno della mondializzazione, o globalizzazione, fenomeni che hanno creato un ancor maggiore divario fra i più ricchi e i più poveri della terra, attraverso l’abolizione delle barriere doganali, l’indebolimento dei confini nazionali e, per questa via, attraverso un maggiore sfruttamento  di esseri  umani.


Esattamente come l’abolizione delle barriere doganali, messa in pratica nonostante la concorrenza internazionale fortemente sleale di alcuni Paesi dell’Asia – in primis la Cina – ha portato disoccupazione e impoverimento  in tutti i Paesi occidentali, per non dire dell’introduzione di prodotti di consumo di scarsa qualità e sicurezza, l’assenza di protezione delle frontiere e l’integrazione culturale e religiosa forzata, che le sinistre perseguono ormai da anni, porterà alla violenza e alla disgregazione totale delle nostre civiltà millenarie, di cui già si vedono i primi segnali (il gravissimo caso di Macerata insegna).

Di fronte a questa nuova e pericolosa situazione, che colpisce principalmente la parte della popolazione più povera e indifesa, ma che indubbiamente si ripercuote negativamente su tutta la popolazione, il popolo sovrano possiede uno strumento per ribellarsi, che si chiama Scheda Elettorale.


Naturalmente tutti i poteri, specialmente quelli dell’Unione Europea, sono allarmati  perché il popolo col proprio voto potrebbe  sovvertire quella che è una situazione favorevole all’establishment, e temono  la vittoria di quei partiti che realmente hanno a cuore i problemi del popolo e che vengono spregevolmente definiti “populisti”.

Prontamente in soccorso del potere corrente, si è precipitata già una buona parte della, cosiddetta, cultura e dei media, ma soprattutto si sta facendo sentire la Chiesa.

Lo constatiamo ogni giorno guardando la TV o leggendo i giornali, fino alle prediche nelle chiese; lo abbiamo visto durante i cinque giorni del Festival di Sanremo, dove i menestrelli strapagati dal potere hanno fatto la gara a cercare di puntellare, in modo addirittura sfacciato, l’attuale governo sul tema dell’immigrazione, che in questo momento pare essere il tallone d’Achille del PD. Per contro, nel corso della manifestazione canora non si è sentita una sola parola sui 14 milioni di italiani raggiunti improvvisamente dalla povertà, come pure sulle popolazioni terremotate ancora abbandonate alla loro precarietà; piuttosto, i beneficiati del potere hanno fatto la gara a cercare di convincere gli ascoltatori della bontà italica nell’accogliere gli “sfortunati” con i telefonini di ultima generazione, mostrando così un doppiopesismo e un ruffianismo a dir poco irritanti.

 

A fare da sponda a tutto ciò, vi è la Chiesa con questo Papa , il quale sta attuando una politica completamente in antitesi a quella del suo predecessore  e che vorrebbe importare tutta l’Africa in Italia, dimenticandosi  che l’Africa non può essere travasata tout court in Italia, ma soprattutto, non volendo considerare che quando lui benedice i fedeli, manca poco che in Piazza San Pietro vi siano più agenti dell’antiterrorismo che propri e veri fedeli, cosa che non era mai successo in passato.

Eppure, visto che Sua Santità ci garantisce che si possono facilmente integrare religioni e popoli completamente diversi da noi solo con l’amore di Dio, perché non si domanda anche cosa ci fanno tutti quegli agenti dell’antiterrorismo, visto che l’amore accomuna tutti?

In verità il disegno è chiaro; e se la Chiesa è sopravvissuta per tanti anni è solo perché è sempre stata abile a cavalcare il cavallo dei più forti, e oggi i più forti sono le dittature finanziarie capitanate da personaggi come Soros, i quali vorrebbero popoli, poveri , senza cultura e senza identità per essere più facilmente dominabili dalle ristrette élites che le controllano e che sostengono i partiti dei vari Governi occidentali, i quali, come il PD di Renzi ha fatto in Italia, dovutamente ringraziano – vedi il caso Banche. Ecco, in breve, il perché di tanto fervore nell’agevolare l’immigrazione di massa e incontrollata.


Noi della Lega, che ci opponiamo a tali disegni e diciamo al popolo come stanno i fatti, siamo accusati di opportunismo perché diciamo delle verità nude e crude, che, per definizione, non possono essere politically correct. Ma come la storia ci ha insegnato, il Popolo non lo puoi ingannare a lungo, nemmeno coi regalini, perché alla fine si ribella e il 4 marzo, finalmente, ha lo strumento per farlo.

   SILVIO ROSSI  Consigliere LEGA NORD

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