La biodiversità

L’AVVENIRE CHE CI ATTENDE  UNA NUOVA INEDITA POLITICA

Ho letto in questi primi giorni di maggio un importante (se non addirittura decisivo) comunicato della F.A.O. (organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) che evidenzia quanto segue:

La biodiversità (che è posta alla base di nostri sistemi alimentari) sta scomparendo nel mondo, mettendo a rischio il futuro dei nostri alimenti, dei nostri mezzi di sussistenza, della salute umana e dell’ambiente, sottolineando altresì, che la biodiversità agricola ed alimentare è un equilibrio che, se si spezza, si perde sempre.

 

Ma che cos’è la biodiversità alimentare?

Cedo la parola su questo specifico tema a Silvia Fabbri (esperta del settore):

 

La biodiversità alimentare è l’insieme di tutte le piante e di tutti gli animali (domestici e selvatici), che forniscono cibo, mangimi, carburante e fibre. 

Ma, è anche la miriade di organismi, che sostengono l’attuale sistema, attraverso la cosiddetta biodiversità associata.

Di essa, fanno parte: piante, animali e microrganismi, che contribuiscono a mantenere i terreni fertili (come i lombrichi), impollinano le piante (come le api), purificano l’acqua (come certe alghe) e l’aria (come gli alberi) ed aiutano  a combattere parassiti e malattie delle coltivazioni e del bestiame ( come certi insetti).

 

Ma, attualmente, noi tutti dobbiamo tenere prendere atto che la biodiversità associata sta riducendosi, per toccare, in alcuni suoi componenti, la concreta possibilità di una sua estinzione. A tal proposito abbiamo appreso da fonti Ispra che in Italia sono a rischio di scomparsa:

 15% dei vegetali superiori

 40% dei vegetali inferiori (alghe, licheni, muschi, felci)  

 25% degli uccelli       

 50% dei vertebrati   

 66% degli anfibi   

    

Non a caso, nella seconda parte di questa nostra pubblicazione, avevamo cercato di richiamare l’attenzione dei nostri amici lettori sulla netta diminuzione, nel nostro territorio, di alcuni volatili e più precisamente:

Delle Rondini

Degli Usignoli

Dei Pipistrelli

 

Ma, ritornando al tema della biodiversità associata, noi dobbiamo rigorosamente prendere atto, in armonia con il pensiero di Joseph Graziano Da Silva (direttore generale della FAO) che:

«Dobbiamo usare la biodiversità, in modo sostenibile, al fine da poter rispondere meglio alle crescenti sfide del cambiamento climatico e produrre cibo, senza danneggiare il nostro ambiente. Meno biodiversità significa che piante e animali sono più vulnerabili ai parassiti e alle malattie, elemento che, insieme alla nostra dipendenza da un numero sempre minore di specie per nutrirci, sta mettendo la nostra già fragile sicurezza alimentare sull’orlo del collasso».

 

Ma nel rapporto Fao non c’è solamente una allarmante visione (anche se giustificata) della situazione attuale a livello planetario

Qualche accenno di speranza esiste; infatti:

 

  • Aumentano le pratiche per promuovere la biodiversità in agricoltura (come sta attuando, con opportune scelte concrete, il settore il biologico);
  • Stanno rafforzandosi le iniziative per pervenire ad una gestione sostenibile del suolo;
  •  Esistono concrete iniziative tecnico-scientifiche per promuovere l’attività biologica di alcuni piccoli animali (come le api ed i lombrichi);
  • Stanno nascendo iniziative per giungere ad un approccio più ecologico della pesca.

Tutte cose positive, afferma la FAO, ma occorre fare di più; il tal senso il rapporto FAO ha invitato ed ha invita tuttora) i governi e la comunità internazionale a rafforzare la legislazione, creare incentivi e misure di condivisione dei benefici, promuovere iniziative a favore della biodiversità e affrontare la cause principali della sua perdita.

 

Ma, sorge, a questo punto, il rovescio della medaglia; si alza sempre di più, nel mondo, una prospettiva ed una concreta attuazione più la politica contrapposta a quello auspicata dalla FAO e dagli splendidi interventi citati in questo mio articolo, mi riferisco, per maggiore chiarezza espositiva, alle dichiarazioni rilasciate da:

 

 – Joseph Graziano da Silva

 

 – dall’ISPRA

 

 – da Silvia Fabbri

 

A tal proposito, mi permetto di invitare i nostri carissimi amici lettori a leggere e successivamente a meditare il pregevole servizio giornalistico di Letizia Tortello, comparso, in data 7 maggio 2019 sul quotidiano nazionale “La Stampa”.

Mi riferisco, ovviamente, al rapporto Onu, presentato, a Parigi, alla presenza di rappresentanti di 130 Nazioni, elaborato dalla Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi.

 

Ecco le parole scritte da Letizia Tortello:  

 “Un milione di specie di piante animali di terra e acqua sono minacciate come mai  prima d’ora dall’azione dell’uomo, che pensa solo alla sua, di sopravvivenza. La loro vita hal’orizzonte di qualche decennio

Un’Apocalisse ambientalista che secondo gli esperti avrà effetti significativi sulla nostra salute. Basti pensare che, ogni anno versiamo 300- 400 milioni di tonnellate di metalli pesanti, solventi, fanghi tossici e altri rifiuti nelle acque degli oceani.

Tra il 1980 e il 2000, sono andati perduti 100milioni di ettari di foresta, principalmente rioccupati con allevamenti di bestiame in Sud America e piantagioni di palma da olio nel Sud-Est asiatico. Negli ultimi secoli, per mano nostra, sono già scomparse 680 specie di vertebrati

I prossimi condannati sono animali che incontriamo comunemente  elle nostre campagne: l’allodola (ne sono sparite la metà negli ultimi40 anni), la farfalla blu (meno38% dagli Anni70), mentre un terzo degli individui di api e insetti è a rischio di estinzione, gli scoiattoli rossi, i pipistrelli e i ricci. Neppure per la barriera corallina c’è stato scampo: quasi dimezzata negli ultimi 150 anni.”

 

 Quali commenti esprimere acquisti fatti a questi dati numerici.

Lascio la parola Robert Watson (Presidente dell’Ipbes):

“Stiamo erodendo i pilastri stessi delle nostre economie e i nostri mezzi di sostentamento, la sicurezza alimentare, la salute e la qualità di vita del mondo intero”.

È chiaro, tuttavia, che per raggiungere il salvataggio di questo nostro pianeta terra, è necessario una nuova ed indispensabile etica politica, che punti contemporaneamente alla salvaguardia del pianeta terra che ci ospita.

Al benessere etico spirituale ed economico dei cittadini del mondo.

 

Ma debbo dire, purtroppo, che altri puntano a traguardi molto più lontani, rispetto a quelli sopra citati.

Cito, a riguardo il titolo di un articolo giornalistico comparso, pure esso, sul quotidiano La Stampa in data 8 maggio 2019:

 

L’uomo su Marte nel 2030

Buon viaggio e buona permanenza da parte nostra!!!

 

19 maggio 2019  Aldo Pastore

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