L’ acqua del futuro

L’avvenire che ci attende 7ª parte

L’ acqua del futuro

L’AVVENIRE CHE CI ATTENDE
7ª parte

L’ acqua del futuro

 L’acqua, da sempre, rappresenta una componente fondamentale e decisiva per l’esistenza e la vita attiva di ogni essere, operante sul pianeta terra.

Allorquando incomincio a discutere su questo argomento, tornano, fatalmente alla mia memoria le magistrali parole di Plinio il vecchio

“La terra è benigna, mite indulgente e serva continua del bisogno dei mortali;

quante cose, costretta, produce, quante altre, spontaneamente, produce;

quanti profumi, sapori. succhi, sensi e colori ci offre!

Con quanta onestà ci rende i tesori, che a lei affidiamo!

Quante cose, per utile nostro, essa alimenta!”

 

E con particolare riferimento al bere acqua, al grande tesoro che la natura ci offre, ritornano alla nostra memoria, le parole lapidarie di Francesco d’Assisi:

“Laudato, si, mi Signore, per sora Aqua

la quale è molto utile e umile e preziosa e casta.”

 

Potrà apparire strano, a molti amici lettori, che io abbia voluto dedicarmi a frasi  e citazioni di antichi,  grandi uomini del passato!

 Ma le  citazioni, sovraesposte, portano a confermare e sottolineare la verità storica del passato, e del presente, così come essa appare, anche, dalla seguente pubblicazione (datata anno 1974) a  firma degli autori:  Prof. Mario Mangano(Docente di Medicina Sociale nell’Università di Roma) e la Dott.ssa Maria Grazia Mangano (Neuropsichiatra e Medico Sociale) riportavano questi dati: 

“Per la casa, nella civiltà greco-romana, l’uomo consumava, ogni giorno, circa 20 litri d’acqua; nel’ 800 ne consumava, nei centri minori, 40 litri giornalieri, nei centri maggiori, 60; nei Paesi più evoluti, ai primi del ‘900, il consumo si aggirava sui 100 litri giornalieri. 

Odiernamente, l’uomo, nelle città maggiori, ne adopera, ogni giorno, 800 litri e, nelle città medie, 450; una doccia di tre minuti richiede circa 50 litri d’acqua, se di cinque minuti 100 litri, al pari di un bagno in vasca. Molto più elevato è il consumo dell’acqua nell’industria: per una tonnellata d’acciaio occorrono 250.000 litri d’acqua, per una d’alluminio 125.000, per una tonnellata di carta un milione di litri, per una tonnellata di filo di cotone 200.000, per una tonnellata di carbone 6.000 litri, per una di gomma sintetica litri 2.750.000, per una di sapone 2.000 litri; una tonnellata di frutta conservata richiede 25.000 litri, una tonnellata di zucchero 20.000, un semplice disco fonografico esige 9 litri di acqua.

 


 

Parimenti notevole è il consumo dell’acqua nell’agricoltura: per una tonnellata di cereali occorrono 450.000 litri d’acqua, per una di canna zucchero 1.800. 000 litri, per una tonnellata di carne di manzo 31.500.000 litri.

– In una pubblicazione più recente (1990} ed intitolata “Acqua tra spreco e mancanza“, Giorgio Nebbia, limitando la sua indagine esclusivamente all’Italia giungeva a dati consumistici meno elevati, ma altrettanto significativi: 

L’acqua utilizzata nelle case, ammonta, per ogni cittadino, in media, a circa 100.000 litri all’anno, a circa 300 litri al giorno,

e più avanti: 

“Rispetto a circa 6 miliardi di metri cubi, all’anno, di acqua, assorbita, in Italia, dagli usi domestici e civili, i “consumi” di acqua nell’industria ammontano a circa 10-12 miliardi di metri cubi all’anno e quelli agricoli a circa 40 miliardi di metri cubi all’anno. 

 

– Ancora più recentemente (sempre con riferimento alla situazione italiana è stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica in data 30 ottobre 2002, un eccezionale documento, che testimonia, in modo esemplare, la situazione, in allora esistente, relativa agli eccezionali consumi idrici nei vari settori delle attività produttive della nazione.

Mi permetto di riportare integralmente il testo, sopra citato:

“L’Italia, come tutti i Paesi mediterranei, presenta un’accentuata dominanza degli usi irrigui: circa 20 miliardi di metri cubi, anche se, nell’ultimo decennio, la superficie irrigata ed i consumi unitari tendono a stabilizzarsi o ridursi, soprattutto nel Nord-Italia. In proiezione al 2011, la riduzione attesa della domanda di acqua nel bacino del Po è dell’ordine del 10-40 per cento. 

Non si dispone di dati relativi all’andamento dei consumi per uso industriale, ma la tendenza sembra essere ancora quella avviata negli anni ‘70 di una progressiva riduzione: tra il ’72 e l’86 vi sono state forti ride nel settore cartario (- 4%), nella gomma e nelle fibre sintetiche (- 80%) negli zuccherifici (-56%); nella chimica fra il ’94 e il ’97 si è registrata diminuzione del 5%, a fronte di aumenti di produzione del 10%. 

I risultati disponibili sugli usi civili dell’acqua sono relativi ancora al 1987, quando si evidenziava un forte aumento del prelievo rispetto al decennio precedente, con un peggioramento dell’efficienza della distribuzione. 

L’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) sostiene, però, che, attualmente la crescita si è arrestata.”

 

Successivamente (dicembre 2002) sono comparsi, nei principali quotidiani nazionali,i seguenti dati internazionali relativi al consumo medio giornaliero pro capite

20 litri nelle nazioni economicamente svantaggiati; 

150 litri nelle nazioni industrializzate; 

220 litri in Italia (8 volte in più rispetto alla Gran Bretagna).

Per ragioni di spazio non voglio andare oltre nella pubblicazione di dati statistici; mi limito semplicemente ad evidenziare la seguente tabella riprodotta alla pagina 53 del libro “SCIENZA E UTOPIA”(da me scritto nell’anno 2004)

 

TABELLA 8

stima del consumo mondiale d’acqua 1000 settecento 1990

 

 

Di fronte a questa drammatica e sconvolgente situazione molti scienziati e altrettanti politici sono rimasti perplessi, se non, addirittura sconvolti; mi permetto di citare , a titolo di esempio, quanto scritto su questo argomento William Ruddiman, nella Parte  conclusiva del suo recente e pregevole Testo ” L’Aratro, La Peste, il Petrolio”(Università Bocconi Editore)

“Mi chiedo quale sarà, a lungo andare, la disponibilità di Acqua.

Oggi, molte Regioni sono vicine ai loro limiti naturali di utilizzazione dell’ ACQUA DOLCE, specie di quella POTABILE (o li hanno già superati).

La mia preoccupazione, riguardo a questi doni della Terra è semplice: quando queste risorse saranno divenute scarse o si saranno esaurite, come faremo a sostituirle, senza dover sostenere costi esorbitanti?

Come molti pensionati, guardo alla vita dei miei nipoti.

Ho l’impressione che quando essi raggiungeranno la “vecchiaia”, verso il 2015, sarà ormai chiaro a tutti che alcuni dei doni elargiti “gratuitamente” dalla Natura non erano risorse illimitate.

 

E ho l’impressione che allora la generazione dei miei nipoti guarderà alla fine dell’ Ottocento e alla prima parte del Novecento come a un breve interludio felice, a un’ epoca in cui poche generazioni fortunate consumarono la maggior parte di questi doni preziosi, senza rendersi ben conto di che cosa stessero facendo.”

Ci troviamo di fronte ad una visione pessimistica, ma concretamente realistica, di uno tra i più grandi paleoclimatologi viventi; la conclusione, alla quale Egli giunge, rappresenta, a suo modo di vedere, l’esito definitivo dell’influenza delle attività umane sul clima della Terra e, di conseguenza, anche sul fondamentale Bene-Acqua.

Tuttavia, io mi permetto di dissentire parzialmente da queste affermazioni; penso, cioè (in armonia con la logica positivista di Julian Simon) che l’Uomo del Futuro, con la sua naturale inventiva ed attraverso l’uso corretto della Scienza e delle Tecnologie, potrà essere in condizione di rispettare la Natura e, con essa, quel grande dono rappresentato dall’ Acqua e potrà, in ultima istanza, ridurre l’impatto ambientale e, contemporaneamente, soddisfare i propri bisogni esistenziali.

 Ma, come ho già avuto modo di scrivere in passato, non sarà facile, né agevole raggiungere questo ottimale risultato; a monte (e, cioè, preliminarmente) dovranno essere abbattute numerose barriere (di classe, di nazione e di razza, in particolare), ma, soprattutto, dovranno modificarsi le regole economiche planetarie ed il modo di produrre e di consumare (e, quindi, di esistere) dell’Uomo stesso.

In termini concreti, dunque, già oggi, dobbiamo sentire il dovere di avere una visione globale dei problemi dell’Uomo e dell’Ambiente (in cui Egli vive ed opera) e, contestualmente, incominciare ad agire, a livello locale, per dare inizio a questo indispensabile  sovvertimento esistenziale e comportamentale.

 


 

– Nascono, da questi presupposti etici ed ideali, le PROPOSTE, che, ancora una volta, desidero avanzare per una POLITICA IDRICA DEL FUTUROe che sottopongo, in sintetico riepilogo finale, alla cortese attenzione degli affezionati lettori: 

 

1.    RIPRISTINARE IL NATURALE EQUILIBRIO TRA ATMOSFERA E PATRIMONIO IDRICO, avendo consapevolezza che tale equilibrio è, a sua volta, decisivo sul divenire del CLIMA TERRESTRE.

Per raggiungere questo obiettivo, apparentemente semplice, ma assai complesso sul piano delle scelte operative, occorre andare ben oltre ai parametri, previsti dall’ Accordo di Kyoto; in termini concreti, è necessario apportare consistenti tagli alle emissioni dei gas ad Effetto- Serra.

E’ evidente che una tale strategia potrebbe condurre ad ottenere i seguenti Risultati:

– Attenuare il surriscaldamento del Pianeta;

– Limitare o, addirittura, annullare lo scioglimento dei ghiacciai e dei nevai;

– Impedire l’elevazione del livello altimetrico degli oceani e dei mari e, di conseguenza, l’ erosione delle coste marine;

– Contrastare efficacemente l’impoverimento delle falde idriche, superficiali e profonde.

 

2.    RICUPERARE UN RAZIONALE RAPPORTO TRA NATURA ED UOMO PLANETARIO, finalizzato a:

– Conservare gli habitat naturali, che non debbono essere manomessi, per interessi puramente economici.

L’ esperienza, maturata in questi anni, dimostra che, a seguito delle alterazioni fisiche intervenute sui corsi fluviali ed a causa dell’inquinamento delle acque, siamo, ormai, pervenuti ad una preoccupante diminuzione della biodiversità della flora e della fauna;

– Sviluppare l’attività di rinaturalizzazione dei suoli, seguendo, tuttavia, le vocazioni del territorio. Per raggiungere questo obiettivo è, dunque, necessario: 

  – la conversione a colture agricole meno idro-esigenti;

  – l’innovazione scientifica in tema di tecniche irrigue;

  – l’ammodernamento tecnologico degli impianti idrici per uso agricolo;

  – l’imposizione di vincoli e disincentivi nell’ utilizzo di sostanze chimiche fertilizzanti, le quali comportano (come è universalmente dimostrato) un abnorme apporto idrico quantitativo. 

– Ripristinare una seria politica di salvaguardia dei bacini montani, delle foreste, dei boschi e, più in generale, del verde, onde consentire che l’afflusso delle acque possa seguire il corso dettato dalla Natura e non imposto dalla mano dell’Uomo.

 

3.    RIPRISTINARE UN CORRETTO RAPPORTO TRA ACQUA ED UOMO PLANETARIO

In questo contesto, è necessario: 

– Innovare nei sistemi di captazione delle ACQUE DI SORGENTE, sostituendo all’ attuale metodo demoscopico (rapportato, cioè, unicamente alla quantità di territorio e di popolazione da servire) il Metodo dei Piani di Bacino (che consentono corretti bilanci idrologici, armonici con l’ambiente);

– Impedire la manipolazione degli alvei e delle sponde dei Corsi d’ Acqua Superficiali, attualmente soggetti ad una irrazionale politica di cementificazione e di asfaltizzazione o, comunque, di eccessiva antropizzazione;

–  Ridurre il sovra-sfruttamento idrico; è ormai evidente che i prelievi d’acqua superano, in molte zone del Pianeta, le capacità di ricostruzione delle riserve sotterranee e quelle di apporto dei corsi d’ acqua superficiali.

 

4.    GARANTIRE A TUTTI I POPOLI DEL GLOBO L’ ACCESSO ALL’ ACQUA ED, IN PARTICOLARE , A QUELLA POTABILE

Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una INNOVATIVA POLITICA URBANISTICAdelle città (e delle grandi Metropoli, in particolare) che conduca alla realizzazione dei seguenti progetti attuativi:

– Costruire idonee Reti Idrichee provvedere, altresì, al loro periodico e sistematico controllo, al fine di eliminare l’attuale disastroso e, quindi, demenziale spreco idrico;

– Creare idonei Impianti di Depurazione delle Acque di Scaricoed ideare altre soluzioni urbanistiche (ad esempio: la Doppia Rete Idrica), finalizzate al riutilizzo delle Acque Depurate, al fine di Riciclarle per scopi agricoli, industriali e domestici;

– Favorire la nascita ed il potenziamento degli Impianti di Dissalazione delle Acque Marine;

– Installare apparecchiature domestiche a basso consumo ed, inoltre, agire sui comportamenti individuali delle famiglie, anche attraverso idonee attività promozionali ed informative.

Concludo, infine, questo mio scritto, augurando, a tutti noi, che le idee fondamentali del “Manifesto dell’ Acqua”  possano trovare concreta attuazione nell’ intero nostro mondo Planetario

 

ALDO PASTORE

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