IPOCRISIA ADULTA E PUREZZA INFANTILE
In questi tempi tristi e difficili (ma quando mai i tempi per noi umani sono stati facili? Forse solo in quel breve tempo vissuto nel paradiso terrestre prima della caduta, se mai sono esistiti al di là delle Sacre Scritture) ritornano a risuonare con insistenza alcune parole più attinenti all’etica che alla politica (intesa machiavellicamente come scienza e prassi autonoma rispetto all’etica e alla teologia); parole come ‘responsabilità’, ‘fiducia’, ‘fedeltà’, ‘bene comune’, ‘senso del dovere’, ‘competenza’, ‘onore’, ‘professionalità’, ‘lealtà’, ‘sincerità’, ‘coerenza’, ‘giustizia’, ‘dignità, ‘moderazione’, ‘lungimiranza’, ‘purezza di cuore’, ‘idealità’, ‘umiltà’ e relativi termini contrari, tra i quali spiccano: ‘ipocrisia’ , ‘incompetenza’ , ‘egoismo’, ‘stupidità’, ‘arroganza’ e ‘vergogna’.
Non sono nemmeno più necessarie le analisi politologiche sempre più sconsolate e preoccupate per il nostro futuro dei docenti emeriti o tuttora in cattedra di Scienza della Politica che frequentano i salotti televisivi e scrivono i loro editoriali sul Corriere della Sera, su la Repubblica o su La Stampa (eh sì, gli odiati “giornaloni” servi dei poteri forti e, va da sé, degli Stati Uniti!) per rendersi conto che ormai siamo al collasso del nostro sistema politico-istituzionale. A questo punto risulta persino un esercizio accademico perfettamente inutile indicare i colpevoli: quando la nave affonda, dicono, i topi scappano; da questa ultima e assurda crisi non ne esce bene nessuno, nemmeno (e ora stupirò qualcuno) Sergio Mattarella e Mario Draghi, perché? Se la situazione in cui versava il Paese era – e oggi più che mai con una guerra in corso -– di emergenza, anzi, di emergenze e di continue crisi politiche, economiche e sociali tanto da arrivare alla determinazione, dopo la caduta del governo Conte bis, di formare un governo del Presidente che fosse tecnico e non politico, dato il fallimento dei due precedenti governi parlamentari (tra l’altro con formule opposte) allo scopo di fronteggiare l’emergenza pandemica ed economico-finanziaria e poi andare a votare alla scadenza naturale della legislatura; quando ho visto che i partiti usciti dalla porta rientravano al governo dalla finestra, mi sono sentito male: come e quanto potrà reggere un governo con Salvini, Letta, Conte-Grillo, Renzi e Berlusconi tutti insieme appassionatamente? E voilà! Inutile adesso piangere sul latte (eufemismo) versato, ora è il momento di guardare avanti, ma verso dove precisamente non si sa; eppure qualche considerazione va fatta. Siccome questa ultima crisi non è spiegabile con criteri politici, tanto che all’estero si chiedono che cosa sia successo di così grave da dover affondare anche questo governo, molto ben visto in Europa e oltreoceano, a pochi mesi dalla scadenza naturale della legislatura, non rimane che chiedere aiuto alla psicoanalisi.
Ed ecco l’intervento su la Repubblica dello psicoanalista Massimo Recalcati intitolato “M5S, adolescenti inguaribili”, del 19 luglio 2022”, il quale, dopo aver spiegato brevemente in che cosa consiste la differenza tra una vita adolescente e una vita adulta, cioè, nella sostanza, l’assumersi o il non assumersi la responsabilità di quello che diciamo o facciamo, così argomenta: “Nella politica italiana il ruolo dell’adolescenza inguaribile, incapace di evolvere verso la vita adulta, salvo rare e individuali eccezioni, è interpretato sin dal tempo della sua nascita, questo movimento ha ereditato le caratteristiche personologiche e antropologiche del suo fondatore … Tutti atteggiamenti che incontriamo nella nostra pratica clinica in ogni cristallizzazione patologica dell’adolescenza. Di fronte all’urto con lo spigolo duro della realtà però questi atteggiamenti lasciano il posto ad una condizione di sconcerto e persino di collasso soggettivo.
E’ quello che è accaduto proprio ieri nell’aula del Senato di fronte all’ammutinamento della compagine del M5S che decide di disertare il voto su un decreto governativo che stanziava 23 miliardi di aiuti a imprese e famiglie. E’ un episodio che deve essere letto come esemplare. In questo caso la scelta di Draghi di dimettersi (che scaturisce dalla valutazione coerente della fine, non numerica ma politica, del governo di unità nazionale) ha imposto all’ inguaribile adolescenza del M5S di assumere finalmente le conseguenze delle proprie azioni”. Questo intervento non è per niente piaciuto a La Verità, che risponde allo “psicoguru” (così chiamano Massimo Recalcati) con un articolo a firma Francesco Borgonovo intitolato: “I teorici dell’eterno fanciullo adesso si lamentano della politica ridotta ad asilo. Recalcati, ex aedo del giovanilismo renziano, accusa i grillini: ‘Non sono adulti’. Prima hanno promosso l’infantilizzazione. Ora si irritano se i ‘bimbi’ disobbediscono”.
Ecco un bell’esempio di titolo fuorviante e vago: chi chi sarebbero i teorici dell’eterno fanciullo? Chi ha promosso l’infantilizzazione? Recalcati non accusa i grillini , fa una constatazione, se volete, una diagnosi, in qualità di psicoanalista. Chi si irrita se i bimbi si ribellano? Recalcati? Suvvia! Piuttosto l’infantilismo irresponsabile dei grillini è speculare all’infantilismo politico dei tanti italiani che li hanno votati nell’ormai lontana primavera del 2018.
Sennonché, per par condicio, questa diagnosi andrebbe estesa agli elettori di Salvini e della Meloni (almeno a quelli che esultano per le caduta del governo e le dimissioni di Mario Draghi senza neanche preoccuparsi delle conseguenze sull’economia e sulle relazioni internazionali dell’Italia!). Ora qualcuno potrebbe accusarmi di sicumera o, come minimo, di snobismo; pazienza, questo è quello che penso. D’altra parte non è detto che l’infantilismo politico e l’adolescenza inguaribile siano prerogative solo dei cosiddetti soggetti “non acculturati”. Permettetemi, cari lettori di “Truciolo savonesi”, di proporvi un esperimento mentale: leggete il brano qui di seguito riportato e ditemi, magari domenica prossima o in commento, chi potrebbe esserne l’autore. Ecco il brano: “L’illusione che tutto possa essere pulito e onesto nel mondo l’ho persa da tempo. Ma l’esplosione dell’ipocrisia dell’Occidente in questo ultimo anno è senza pari…D’un tratto, l’Occidente, tutti insieme in coro, ha cominciato a cantarsi come il detentore dei valori; il baluardo della libertà, il protettore dei popoli deboli, il garante della legalità, il guardiano della sacralità della vita umana. l’unica speranza per un mondo di pace e di giustizia. Questo canto a quanto l’Occidente sia buono e giusto e quanto gli stati autocratici siano cattivi è un coro ripetuto all’infinito da ogni articolo di giornale, ogni commentatore televisivo, ogni editoriale. La cattiveria feroce di Putin è additata, ripetuta, declamata, all’infinito. Ogni bomba che cade sull’Ucraina ci ripete quanto la Russia sia il male e noi il bene…”. Mi fermo qui, mi pare che basi per formulare un giudizio; ma solo pochi, credo sapranno risalire all’autore da tempo non più bambino né adolescente, anzi!
Il brano che lei cita in fondo all’articolo molto interessante è di Carlo Rovelli, un fisico docente universitario in Francia
Complimenti! Chi l’avrebbe mai detto eh?