Intervista e riflessioni di Tullio Mazzotti

INTERVISTA E RIFLESSIONI

DI TULLIO MAZZOTTI

 

INTERVISTA E RIFLESSIONI

DI TULLIO MAZZOTTI

 

È già passato quasi un quinto del Ventunesimo secolo, lavori alla Mazzotti dal 1982, sono quindici anni da quanto sei titolare della Mazzotti, vuoi fare un bilancio? puoi farlo? 

 In bilanci servono a poco, serve di più guardare dentro le cose per renderle sempre in anticipo sui tempi futuri. Il passato è la base su cui costruire il futuro. Un passo per volta guardando distante, una ceramica per volta, sempre nuove.

 

Quindi la ceramica di Albisola è cambiata da quanto hai iniziato a occupartene. In meglio o in peggio?

Si è cambiata, come è cambiato il mondo. L’avvento di internet sta producendo cambiamenti molto forti nella società. Oggi c’è l’ubriacatura dei social con il narcisismo dei post autoreferenziali, una colossale stupidità collettiva priva di contenuti. Però è indubbio che una connettività globale ha cambiato il mercato profondamente. La ceramica di Albisola non è esente da questo cambiamento. Solo che è molto in ritardo.

 

Puoi fare una analisi del tessuto produttivo locale?

Grande storia, futuro incerto. Tante manifatture non hanno ricambio generazionale, né intellettuale. Conosco profondamente il tessuto produttivo locale; le aziende che stanno progettando il futuro basandosi sulle proprie capacità imprenditoriali, creative, manageriali sono una mosca bianca. Le altre vivono di rendita, sul e nel passato. Presto o tardi si troveranno fuori mercato, perché il mondo di oggi è molto più veloce della conservazione.

 

Le stagioni del passato sono finite. O si chiude il libro o ci si impegna a scrivere altri capitoli. All’imprenditore scegliere.

Attenzione però l’imprenditore può agire solamente sulla propria azienda, sul territorio devono agire le amministrazioni.

 

 

A proposito di amministrazioni, recentemente Savona e di Celle Ligure sono state ammesse fra le città di antica tradizione ceramica. Cosa ne pensi?

Piccole visioni senza uno sguardo globale. Savona ha certamente la storia, ha un bel Museo della Ceramica, che dal punto di vista curateriale comincia a muovere i primi positivi passi, ma con un deficit gestionale dal punto di vista economico spaventoso. Giustificabile solamente se svolgesse, ma non lo fa, una funzione pubblica per il territorio nel suo insieme. Dal punto di vista produttivo la qualità di Savona è bassa, certamente penalizzante anche per AiCC (Associazione Italiana Comuni della ceramica). Celle Ligure ha una manifattura di qualità, fondata da un nostro amico ed ex collaboratore. Ma al di là di questa eccellenza non c’è nulla. Nella sostanza temo che il lavoro di squadra non ne avrà un vantaggio sinergico, anzi!

La storia è stata fatta in Albisola, soprattutto nel corso del Novecento. Albisola non deve permettere che questa storia venga usata, deturpata, spremuta.

Ripeto, la storia è la base per il lavoro futuro, non un patrimonio da consumare e sperperare. 

 

Hai parlato di nuovi capitoli di un libro antico. Che argomenti dovrebbero trattare le nuove pagine?

Artigianato, Arte e Design sono il futuro. Con solide distinzioni fra i vari argomenti.

Bisogna specializzarsi. 

 


 

Tu sei titolare della Giuseppe Mazzotti 1903 dal 2005. Cosa puoi dirci della tua produzione ?

È molto diversificata. 

Innanzi tutto continuo la produzione che fu di mio nonno Torido: le ceramiche della tradizione figulina albisolese e le Edizioni Futuriste

Qua devo fare necessariamente un piccolo inciso storico. 

La ditta fondata da mio bisnonno Giuseppe Bausin Mazzotti nel 1903 passò ai figlio Torido, Tullio e Vittoria, i quali decisero nel 1959 di chiuderla per dare vita a due nuove aziende. 

Torido con l’accordo dei fratelli mantenne in esclusiva il nome originale della ditta paterna e l’uso industriale dei calchi e dei modelli della medesima. 


 

La ditta di Torido passò a mio padre Giuseppe Bepi e nel 2005 a me, portandosi dietro tutti i diritti del nome e dell’uso industriale della ditta fondata nel 1903. 

Accanto ai due filoni consolidati ho aggiunto una produzione di ceramiche moderne di design da mio disegno e una Linea Home a cui tengo particolarmente. Si tratta di pentole in terracotta interamente realizzate a mano con una impronta estetica molto apprezzata. 

Oltre a questo continuiamo la collaborazione con il mondo dell’arte accogliendo artisti che usano la materia ceramica per esprimersi, nonché collaboriamo con studi di designer fornendo una produzione per conto terzi. 

Per concludere svolgiamo anche il lavoro che è proprio delle botteghe artigiane, ovvero produciamo ceramiche su commissione.  

www.gmazzotti1903.it/catalogues.html

 


 

Quali sono i tuoi clienti?

Per quanto riguarda i clienti dello showroom ho una buona clientela di turisti che arrivano da regioni italiane e paesi stranieri. 

Offriamo un servizio di qualità. Il nostro showroom ha una parte moderna disegnata dallo studio Armellino e Poggio, una parte per il tradizionale, abbiamo un piccolo bar per l’accoglienza dei clienti, abbiamo un Giardino Museo con tante ceramiche fa cui uno splendido Coccodrillo di Lucio Fontana, abbiamo una sala dedicata agli artisti, il tutto in un edificio del 1936 con forti caratteristiche architettoniche. 

Recentemente abbiamo deciso di sviluppare anche un settore di Residenze, dandola possibilità a giovani ceramisti di fermarsi nei laboratori per periodi più o meno lunghi e approfondire le conoscenze tecniche ceramiche e quelle espressive dell’arte.

La struttura è importante ed accoglie coloro che amano le ceramiche di qualità. 

Poi c’è tutta una clientela locale e di aziende. 

Solo nel corso del 2018 abbiamo servito Tonno Maruzzella per il loro centenario, Olio Santagata 1907 e Niasca Portofino con edizioni esclusive di bottiglie per olio. 

Abbiamo clienti che serviamo da tre generazioni come la famiglia Radif di Genova. Fare l’elenco dei clienti sarebbe un esercizio di vanità inutile. Siamo orgogliosi di essere apprezzati.

Voglio citare ad esempio il Guggenheim Museum di New York e il Noveau Musee di Montecarlo, che è un nostro cliente recentissimo.  

www.gmazzotti1903.it/i-nostri-clienti.html

 


 

Quali i canali di vendita?

Come detto innanzi tutto il nostro showroom sulle Rive del Torrente Sansobbia, poi i nostri siti internet.

Ci ho creduto sin dal 1996, quando feci il mio primo sito aziendale. 

Ora abbiamo 7 siti con target diversi, che portano parecchi contatti sia nell’ambito dei privati che delle aziende, dei musei. 

Se devo farmi una critica da solo, manca un ufficio commerciale interno all’azienda, oppure coordinato con altre aziende messe in sinergia operativa. Tipo una Rete d’Impresa. Per la verità è stata costituita anni fa fra le 6 migliori aziende del territorio di Albisola, ma stenta a svilupparsi in progetti concreti.  

 

Ventitre anni fa avere un sito internet era una rara eccezione. Da dove nacque l’intuizione?

La Mazzotti ha sempre svolto un ruolo di traino nel suo campo.

Diciassette sono state le manifatture avviate da nostri collaboratori, di queste cinque ancora in attività. 

Anche dal punto di vista tecnico abbiamo aperto prima di altri nuove strade: il disegno tecnico per la progettazione della foggiatura negli Anni venti, i forni elettrici nel 1952, il primo computer in azienda nel 1986, il primo sito internet nel 1996, la prima stampante 3D dal 2011. 

Così come nella collaborazione con gli artisti: il Futurismo e Lucio Fontana negli Anni Trenta, Sergio Dangelo, Enrico Baj, Asger Jorn Cornelli, Appel il Gruppo CoBrA nel 1954. 

Nel design Alessandro Mendini per Memphis nel 1992. 

In un corso di marketing a cui partecipai, mi insegnarono una cosa ovvia l’azienda che si ferma muore. Per questo il continuo aggiornamento è un esercizio a cui non mi sottraggo.  

 


 

Prima hai fatto cenno all’organizzazione di Residenze. Di cosa si tratta?

Si, un progetto nuovo che si basa sulla nostra storia. La Mazzotti ha sempre accolto artisti in fabbrica. I futuristi e poi senza soluzione di continuità dal dopoguerra a oggi. 

Negli ultimi anni, come per il mondo, tutto si muove freneticamente, gli artisti vanno e vengono vorticosamente. 

Nel 2009 Ernesto Treccani, alla fine della sua vita, quasi cieco ormai, si fece portare da Milano in officina da noi per dipingere alcuni piatti. Andata e ritorno in giornata. Prima di ripartire per tornare a Milano disse che “fa bene uscire dal proprio studio, bisogna farlo, per trovare sempre nuovi stimoli. 

Una riflessione toccante da parte di un autore che era alla fine della sua vita terrena, ma senza perdere la vitalità. Detto questo però c’è da riflettere sul fatto che lo stimolo è una cosa positiva, ma altrettanto lo è il soggiorno, vivere a contatto con la manifattura, istaurare un rapporto più profondo anche con il territorio, avere più continuità e tempo per lavorare la ceramica. 

Stiamo pensando di offrire questa possibilità a giovani artisti e designer, con progetti costruiti assieme a istituti d’arte, musei, tutto ancora da costruire. Comunque un altro capito del nostro lavoro. 

www.gmazzotti1903.it/corsi-di-ceramica—residenza.html

 


 

Un consiglio per le nuove generazioni future di ceramisti?

Innanzi tutto di amare il proprio lavoro. Rimani affamato, rimani folle (Steve Jobs).

Nello specifico, ma penso valga per qualsiasi lavoro, consiglierei che i propri prodotti abbiamo un valore aggiunto, non siano solo oggetti, ma siano anche portatori di innovazione, di emozioni. Suggerirei di curare sempre il lato progettuale. Di avere ben chiaro che il lavoro dell’artigiano non finisce quando la ceramica esce dal forno, ma finisce quando il cliente è soddisfatto dell’acquisto. Spesso i ceramisti di Albisola hanno posto il valore aggiunto nelle mani degli artisti che hanno frequentato i loro laboratori. È un errore strategico. La parte progettuale deve rimanere in azienda.

È il proprietario dell’azienda che progetta e guida il suo destino.

 

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