Intervista a Sara Armella e Gloriana Bosio

LAVORO IN ROSA
Intervista all’avvocato Sara Armella, Presidente della Fiera di Genova e a Gloriana Bosio, segretaria Provinciale CISL

 LAVORO IN ROSA/1

Intervista all’avvocato Sara Amella, presidente di Fiera di Genova
“Serve più equità”
“L’obiettivo è essere valutate per il merito…
….anche se non si gioca a calcetto
 
Le fasce più deboli soffrono maggiormente e pagano più duramente i risvolti dell’attuale crisi. Sono fragili i disabili, gli anziani, ma anche i giovani è le donne. In una società in cui le donne si sono lentamente emancipate arrivando a occupare professioni un tempo riservate esclusivamente agli uomini – ma comunque sempre in numero assai basso – l’occupazione resta uno dei nodi primari del ruolo femminile nel nostro Paese. Facciamo il punto della situazione, ascoltando la voce di due donne: un’imprenditrice, Sara Armella, cassazionista specializzato nella fiscalità internazionale e nazionale, nel diritto doganale, delle società e dei gruppi nonché dal 2011 presidente di Fiera di Genova e una sindacalista, Gloriana Bosio, segretaria provinciale della Cisl di Savona.
Eliana Biagini

Avvocato Armella, viviamo una grave crisi economica di cui le donne risentono senz’altro in maniera notevole. Nel suo settore come si concretizza l’impegno femminile?

“Se ci riferiamo all’avvocatura, e in particolare al settore del diritto tributario, nel mio studio su nove professionisti, sette sono donne e forse qualcuno potrebbe invocare le quote azzurre! 

Tengo a precisare, però, che non si tratta di una scelta a favore delle donne, ma di una valutazione oggettiva in termini di competenza e di disponibilità. Nel settore fieristico, in molti hanno rilevato che, al momento, Fiera di Genova è l’unica a essere presieduta da una donna ed effettivamente, anche nei consigli di amministrazione del settore, la presenza femminile è ancora molto circoscritta”.

C’è stato un calo occupazionale nel settore imprenditoriale ligure nell’ultimo anno?

“Sotto il profilo occupazionale complessivo, che tiene conto di tutti i settori, i dati elaborati da Liguria Ricerche su dati Istat nel 2011 segnalano un leggero miglioramento rispetto al 2010, con una media di 644.800 occupati contro i 638.600 dell’anno precedente. Va segnalato però un aumento delle ore di cassa integrazione, passate da poco meno di 14 milioni a oltre 15 milioni e mezzo”.

Lei è una donna in carriera. Come sono considerate le donne in carriera nel suo settore e dall’esterno?

“Non mi riconosco nell’espressione “donna in carriera”, sono solo una persona che lavora molto e che volontariamente ha deciso di dedicare almeno dodici ore al giorno al lavoro, privandosi di molto tempo libero e occasioni di stare con la famiglia. Nel mio settore la considerazione dipende soltanto dai risultati ottenuti e dall’impegno professionale, anche se non posso negare che dobbiamo sempre superare un iniziale scetticismo”.

 

Che cosa si può ancora fare per migliorare là condizione occupazionale femminile?

“Si deve ragionare in termini di servizi in un’ottica femminile, ma non solo. Parlo di asili nido e di un sistema scolastico che tenga conto della realtà sociale esistente, oltre che di servizi agli anziani e ai disabili. Una maggiore equità sociale – che faccia pagare i servizi in base all’effettiva capacità reddituale, tuteli le fasce più deboli e sanzioni i “furbetti”- potrebbe garantire servizi efficienti e liberare quelle energie che oggi spesso sono impegnate sul fronte familiare”.

 

Spostiamoci un attimo all’estero, con alcuni dati-che» riguardano le donne dirigenti: in Italia, secondo le statistiche, sono il 13% rispetto al 29% europeo. In Russia sarebbero addirittura il 36%. Il professor Salvini, studioso della Russia, ritiene questo numero un’eredità del lenirne sovietico che avrebbe appianato le differenze. Cosa pensa di questo giudizio e di questi dati?

 

“Per  lunghi  anni nei Paesi dell’Est nel nome della parità sono state compiute autentiche violenze ai danni delle donne,  basti pensare al mondo dello  sport e alla somministrazione di  ormoni  maschili  per potenziare  i risultati delle atlete.

Mi piace pensare che lo donne ottengano il giusto riconoscimento  alle  loro  competenze professionali non rinunciando alla loro individualità. L’obiettivo non è annullare le differenze tra i generi, ma essere valutati per il merito, anche se si non si gioca a calcetto e non si fuma il sigaro”.

Eliana Biagini

LAVORO IN ROSA/2
Gloriana Bosio, segretaria provinciale Cisl,
sui problemi dell’occupazione femminile
ai tempi della crisi
“Donne con peculiarità da valorizzare”

Bosio, in provincia di Savona è calata nell’ultimo periodo l’occupazione femminile?

“Ci sono attualmente, secondo i dati del centro per l’impiego, 22mila disoccupati, di cui 8mila donne. Nei mesi di aprile-maggio sono entrati nel mondo del lavoro 144 maschi e 137 femmine, ma contemporaneamente sono uscite 151 donne e poi i con-tratti sono di diverse tipologie, non stabili. In alcune aziende in crisi, come la Fac, moltissime dipendenti sono donne, speriamo di ricollocarle, ma certamente i numeri delle disoccupate sono alti”.

 

Finalmente è stata introdotta dal governo Monti la legge che permette il congedo di paternità, cioè la possibilità degli uomini di assentarsi nel primo periodo di vita dei figli. Che giudizio ne dà?

 

“Questo è positivo, perché è uno dei tanti passi che si fanno verso l’uguaglianza. Bisogna poi influire sulla cultura: nella maggior parte delle situazioni il lavoro di cura, educativo dei figli e di assistenza ricade sempre sulle donne. E’ diverso anche lo stipendio, tra uomini e donne perché le ultime fanno meno carriera e si adattano di più a contratti part-time o comunque meno vantaggiosi e, quindi, al di là della possibilità di prendere permessi da parte del padre o della madre, resta sempre il problema economico .

C’è stato ancora qualche caso di licenziamento per maternità. Come rimediare?

“Il problema fondamentale è quello di allargare le tutele al mondo del lavoro, soprattutto a quello piccolo, a quello poco sindacalizzato, a quello che comunque fa incontrare il lavoratore con il sindacato quando è ormai licenziato. Da un lato ci sono i canali tradizionali che sono quelli della vertenza, della denuncia, dall’altro credo che con gli enti bilaterali, in settori come il commercio, il turismo, l’artigianato si debbano trovare interessi di reciprocità tra le aziende e le organizzazioni sindacali per valorizzare il ruolo sociale della madre. Questa è crescita culturale e si colloca all’interno del discorso sul valore umano della persona”.

 

Come interviene il sindacato per favorire l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro?

“In una situazione di crisi come questa, fatichiamo a fare politiche di genere e a sostegno di soggetti deboli, senza, dicendo questo, equiparare le donne a categorie. Stiamo lavorando sul tavolo di crisi per trovare tutte le forme di soluzioni possibili alle aziende che sono in crisi e per attirare nuovo lavoro. Quando questo ci sarà, si potrà ragionare anche in termini di quote, rispetto ad un ragionamento di assunzioni. A monte c’è certamente il problema di conciliare i tempi di lavoro e quelli di vita, che è una delle difficoltà che pongo-no le politiche di genere”.

Le giovani donne quali prospettive occupazionali avranno in futuro, rispetto agli uomini?

 

“Le donne che oggi escono dalle scuole sono molto più preparate degli uomini, hanno le idee chiare sul loro futuro e molta grinta. Credo che non abbiano le stesse opportunità di carriera, di soddisfacimento delle loro aspirazioni degli uomini, perché rientriamo, da un lato nella logica della crisi che c’è e dall’altro perché ciò richiede alla donna una rinuncia di quella che, invece, dovrebbe essere una sua peculiarità e quindi dovrebbe essere valorizzata. Sono però ottimista perché le giovani hanno professionalità e preparazione, quindi tutte le possibilità di inserirsi, anche se purtroppo, essendoci pochi posti di lavoro, ci sono anche le fughe all’estero, ma anche qui ci sono tante ragazze che osano costruirsi il loro futuro lontano più dei ragazzi”.

Eliana Biagini

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