Inclusività, un valore al contrario

In nome dell’inclusività e della “parità di genere”, in una scuola dell’infanzia del Salento, si è deciso di adottare grembiulini verdi a quadretti per tutti i bimbi, dicendo così addio ai tradizionali rosa e celeste.
Obbligare i ragazzi e le ragazze ad indossare un grembiule che non distingua più i due generi è un abuso in quanto è una scelta che aderisce alle teorie gender o alla fluidità tipica del transgender.
Le leggi di natura e le diversità dei generi sono invece concetti non solo da rispettare ma da conservare con attenzione e le avanzanti avanguardie che vogliono parificare in una massa indistinta tutti, non le stravolgeranno negando anche l’evidenza.
Non si comprende quale trauma, fino ad ora, abbiano subito i maschi e le femmine ad identificarsi come tali.
Da tempo la scuola ha smesso di essere il luogo dell’istruzione ed è stata trasformata in sito di livellamento verso il basso, dove sono eliminate le differenze dei valori normalmente conseguibili dagli scolari più capaci.
Quando questi ragazzi si affacceranno alla vita ed al mondo del lavoro verranno però valutati per quello che sapranno fare: perché illuderli che l’uguaglianza livellerà tutte le differenze che ognuno invece porta come patrimonio naturale dentro di sé?

Valentina Vangelisti
Articolo pubblicato sul Blog “Alfieri dei Popoli” Diretto da Gabriella POLI

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