Inchiesta sul delitto Pertinace

La Stampa ha presentato in questi giorni un volumetto su l’Imperatore Pertinace di Luigi Colli. Nel 2008 Franco Ivaldo aveva scritto un libro inchiesta sull’Imperatore e Trucioli aveva pubblicato un stralcio del libro che riproponiamo
Inchiesta sul delitto Pertinace.
Il ligure che divenne imperatore a Roma

 

Giovedì 22 ottobre  LA STAMPA ha presentato un volumetto su l’Imperatore Publio Elvio Pertinace di Luigi Colli. 

 


 

Nel 2008 il giornalista savonese  Franco Ivaldo  aveva scritto un libro inchiesta sull’Imperatore e Trucioli Savonesi aveva pubblicato un stralcio del libro che riproponiamo 

 

Tra le notizie inedite fondò Noli e fece fortificare il Priamar

Il libro: “Inchiesta sul delitto Pertinace”

Il ligure che divenne imperatore di Roma 

  di Franco Ivaldo*

Gli studiosi di storia romana avranno argomenti da dibattere alla luce di particolari inediti riguardanti un imperatore romano. Si tratta di Publio Elvio Pertinace, il cui regno durò soltanto 87 giorni.

E’ il protagonista del libro “Inchiesta sul delitto Pertinace” (scritto dal giornalista savonese Franco Ivaldo e basato su fonti storiche sicure). Il volume è pubblicato dai Fratelli Frilli Editori di Genova

Pertinace, ma chi era e cosa ha fatto? E dove nato?

Non è sbagliato definirlo un ligure-piemontese, in quanto nacque ad Alba, ma il termine Pedemontium venne coniato soltanto nel XII secolo. Inoltre Alba Pompeia si trovava, quando egli nacque (126 d.C), nella Nona Regione Augustea e quindi in Liguria, regione molto estesa che comprendeva il basso Piemonte e vasta parte di quella che è attualmente la Costa Azzurra.

L’Historia Augusta sostiene: “Natus est Pertinax in villa matris in Appennino”. Quanto si è discusso su quel “villa matris”!

Alcuni studiosi, con una semplice inversione di consonanti, l’avevano fatta diventare “villa Martis” e nessuno aveva più saputo individuare il luogo dove avrebbe dovuto sorgere la presunta casa di Marte.

Storici ottocenteschi trovarono, invece, una “villa patris” a Vada Sabatia. Questa era una scoperta che poi si rivelò esatta. Senonché, era per l’appunto la casa paterna, dove era nato Successus, un boscaiolo, ex liberto, che aveva sposato una facoltosa matrona di Alba Pompeia, Lollia Acilia parente di un influente senatore romano, Acilio Glabrione.

Da qui, per così dire, la duplice appartenenza del figlio, Publio Elvio, che nacque ad Alba nella casa materna e visse a lungo a Vada Sabatia, dove il padre esercitava il proprio lavoro di venditore di legnami e di lane. Aveva magazzini vicini a Portus Vadorum, per spedire i legnami al porto di Ostia. E la sua casa sorgeva in quella che è oggi la località di Segno, nel retroterra vadese.

 


 

Ecco perché Pertinace interessa così tanto l’area savonese.

Cosa fece?

In primo luogo, ancora molto giovane, si recò a Roma per diventare “grammaticus”. Insegnava poi latino e greco ai pueri delle facoltose famiglie dell’impero. Ma come maestro non guadagnava molto (come si sa, la storia si ripete). Così decise di tentare la carriera militare per cui era decisamente adatto.

Era robusto e fortissimo. Già Plinio aveva osservato che “un ligure da solo era forte come tre Galli”.

Lui non smentiva la regola.

Era abilissimo come stratega militare ed un generale romano aveva affermato che i liguri era “più facile sconfiggerli che trovarli” in quanto si nascondevano – per poi assalire – negli anfratti, nelle caverne, nelle selve.

Anche qui, Pertinace si rivelerà abilissimo stratega, prima centurione, poi comandante della flotta sul Reno. Fu nominato, segnalandosi per gesti di valore a Lucio Vero e poi a Marco Aurelio, governatore della Britannia, della Dacia, dell’Egitto, della Siria. Divenne senatore e due volte console.

Sotto Commodo, figlio degenere di Marco Aurelio, venne esiliato perché caduto in disgrazia per tre anni a Vada Sabatia.

Vi furono due congiure per rovesciare il tirannoCommodo.

 

 

 

Una ordita dalla sua stessa sorella, Lucilla. La congiura fallì e i cospiratori  vennero messi a morte.

L’altra venne attuata dal capo dei pretoriani e dalla concubina di Commodo, Marcia Demetriade.

Pertinace vi ebbe un ruolo determinante e quando Commodo venne ucciso, egli fu nominato imperatore.

Vi era però un personaggio perfido ed astuto dietro gli avvenimenti che portarono alla caduta del figlio di Marco Aurelio.

Dietro tutte le congiure vi era un altro generale: Settimio Severo che seppe approfittare delle situazioni confuse ed incerte. Pertinace venne ucciso soltanto tre mesi dopo l’investitura alla porpora, per opera dei pretoriani. Ma tra essi vi era un certo Tausio, sicario prezzolato da Severo, che per primo scagliò la propria lancia a colpire il neo imperatore, seguito dai suoi accoliti fino ad allora incerti sul da farsi.

Poi vi fu la messa all’asta dell’impero romano; vi fu l’ascesa irresistibile di Settimio Severo.

Anche il figlio dell’imperatore Pertinace (Publio Elvio junior) ebbe una vita tragica. Venne fatto giustiziare dall’imperatore Caracalla, il quale altri non era che il figlio di Settimio Severo.

I particolari inediti del libro “Inchiesta sul delitto Pertinace” riguardano i rapporti di questo statista, virtuoso e clemente, che aveva avviato una politica di risanamento economico e di riforme positive (tra le quali, la distribuzione di terre appartenenti ai latifondisti ai contadini) con il mondo segreto e misterioso dei cristiani.

La sposa di Pertinace, Flavia Titiana era una cristiana.

Altri particolari inediti che l’autore ha dedotto da avvenimenti successivi riguardano la storia di Noli.

Come è noto ai ricercatori, venne scoperto sotto la chiesa di S. Paragorio a Noli, quello che è ormai conosciuto come il Tesoro ritrovato.

Ebbene, la Sovrintendenza per i Beni Culturali della Liguria ed i suoi archeologi hanno scritto che, probabilmente, la storia di Noli andrà riscritta.

Finora, si riteneva che la Quinta Repubblica Marinara fosse stata fondata dai bizantini, i quali avrebbero avuto bisogno di una cittadina fortificata in un punto strategico per fronteggiare le invasioni longobarde ed, in epoca successiva, le invasioni dei saraceni.

Noli venne, invece, praticamente fondata da Publio Elvio Pertinace. Nel “Tesoro ritrovato” vi erano monili appartenenti a case di epoca romana, fatte risalire dagli esperti al II Secolo d.C. l’epoca, per l’appunto, degli Antonini.

Vi erano monete dello stesso periodo, raffiguranti la testa di un imperatore romano.

Insomma, con ogni probabilità Pertinace decise di mettere un presidio di legionari romani a Noli. Forse in una cittadina preesistente (in tal caso, il fondatore di Noli potrebbe essere Adriano oppure Antonino il Pio)

Ma è più verosimile che lo sviluppo di quel presidio sia dovuto a colui che aveva possedimenti a Portus Vadorum ed avesse quindi interesse a difendere un porto commerciale con torri di guardia marittime.

“Noli me tangere” era il motto dei legionari a presidio dell’insenatura strategica: “Non mi toccare!” rivoltoa potenziali nemici. Pertinace con ogni probabilità fece fortificare il Priamar (la fortezza venne eretta dai genovesi) intorno al 155O dopo che Savona era stata sconfitta da Andrea Doria e Sebastiano Fieschi ed il suo porto interrato. Ma questa è un’altra storia.

Pertinace, insomma, voleva proteggere Vada Sabatia ed ogni presidio marittimo nelle vicinanze del porto commerciale era strategicamente opportuno.

Importante anche l’opera di suo figlio che sconfisse i pirati in una storica caccia marinara avvenutatra Albingaunum (i pirati si erano rifugiati sulla Gallinara) e porto Noli.

* Franco Ivaldo giornalista professionista dal 1976 ed ha esordito a Roma. E’ nato a Savona, vive a Bruxelles. Il libro è edito da Fratelli Frilli Editori

 

 INCHIESTA SUL DELITTO PERTINACE
Il Ligure che divenne imperatore di Roma
di Franco Ivaldo

Una biografia romanzata che si presenta ed ha le caratteristiche di un’inchiesta giornalistica, proiettata su un remoto passato (il secondo secolo d.C. l’epoca degli Antonini). Publio Elvio Pertinace: chi era costui? Era un imperatore romano, il cui regno durò soltanto 87 giorni. Non è sbagliato definirlo ligure-piemontese, in quanto nacque ad Alba, ma il termine Pedemontium venne coniato soltanto nel XII secolo. Inoltre, Alba Pompeia si trovava all’epoca nella IX Regione Augustea, quindi in Liguria. Fonti storiche (Historia Augusta) sostengono: “Natus est Pertinax il villa matris, in Appennino”. Storici ottocenteschi ritennero di individuare una villa patris a Vada Sabatia. Di questa città, importante porto marittimo, era dunque suo padre, un liberto che commerciava in legnami e sposò Lollia Acilia, una facoltosa matrona di Alba Pompeia. Pertinace andò a Roma per divenire grammaticus. Scelse poi la carriera militare. Si segnalò per il valore di condottiero all’imperatore Marco Aurelio. Fu nominato governatore in Britannia, Dacia, Egitto, Siria, poi divenne senatore. Sotto Commodo cadde in disgrazia e venne esiliato per un triennio a Vada Sabatia. 

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