IN PAROLE POVERE
Vorrei qui aggiungere al già chiaro articolo della volta scorsa di Marco Della Luna, qualche considerazione terra terra, in modo che le si possa insegnare anche ai bambini delle elementari, per capire quanto le banche ci truffano, con la complicità dei soloni dell’economia, che atenei come la Bocconi sfornano dopo 5 anni di complessi e faticosi studi.
È ormai appurato, come dice Della Luna, che quando una banca ti fa un mutuo, non lo preleva dai depositi della clientela, ma lo crea al momento, fiat, dal nulla; ed è con questo atto che si crea un nuovo deposito. Quindi, non sono i depositi che producono i mutui, ma viceversa sono proprio i mutui che creano nuovi depositi.

In contraddizione con la tendenza attuale verso il denaro digitale, l’oro funge da monito a sostegno del valore connaturato ad un bene fisico, estraibile a fatica e non inflazionabile, versus il denaro virtuale, emesso al 92% dalle banche commerciali e le criptovalute
Man mano che i mutuatari rendono quanto loro prestato, parte capitale e parte interesse, la banca si ritrova denaro fresco, in massima parte esentasse, in quanto è solo sull’interesse che paga le tasse, azzerando contabilmente capitale prestato dal nulla e capitale restituito. Dal punto di vista fiscale, pertanto, giusto quanto sostiene Della Luna, i bilanci delle banche sono falsi.

PUBBLICITA’
Sulla destinazione di questi denari “scomodi” che la banca si ritrova in cassa, le destinazioni sono opinabili; ma potrebbero essere alla base dei volumi giganteschi di soldi che girano per il mondo in cerca di ulteriori profitti o che alimentano il fenomeno del riciclaggio di denaro di origini torbide, finanziamenti occulti, per droga, armi et sim. Tutto ciò mentre girano lo sguardo altrove fior di apparati pubblici di controllo, come Corte dei Conti, Guardia di Finanza, Magistratura, MEF, etc.
Ma i danni per la società sono ben lungi dal finire. Tutti abbiamo le orecchie piene di un termine ormai quasi magico: crescita. Perché tanta frenesia nel cercarla, in ogni attività, anche la più legale? Chi lo attribuisce ad una normale aspirazione dell’uomo al miglioramento, assimilandolo ad una crescita numerica, commette un’imperdonabile ingenuità. Pensiamo ai cicli naturali, che rifuggono da questo criterio. Un’attività di sfruttamento di un bosco sa che, su una determinata area, dovrà tagliare alberi non in quantità crescente ogni anno, pena la progressiva desertificazione, ma in ragione dei tempi di ricrescita di nuovi alberi. Così, il pastore sa che una ben definita area prativa può sfamare un numero ben definito di pecore e con una fissa ripetitività, per dare il tempo all’erba di ricrescere. Infatti, la nostra società, ormai sa bene che sta consumando più di quanto il pianeta è in grado di rigenerare, spostando la data del pareggio sempre più indietro nel calendario. Ciononostante, prosegue imperterrita secondo il criterio della crescita, anno dopo anno, con una cecità suicida.

I cicli foraggeri naturali non ammettono deroghe: niente crescite produttive annuali in base alle esigenze del pastore, e niente pecore eccedenti il numero fisiologico per quella determinata area

Libro profetico del 1977. Il sottotitolo anticipa la chiave di lettura di ciò che sarebbe accaduto nel mezzo secolo successivo
Se questi concetti sono ormai ben inculcati nella gente, specie nelle nuove generazioni, grazie agli sforzi comunicativi degli ambientalisti, se passiamo in campo economico, questa consapevolezza si perde nei meandri del gergo economico-finanziario.
Invece, se si hanno occhi disposti a vedere, c’è un chiaro parallelismo tra quanto appena affermato e i meccanismi finanziari. Le banche, come abbiamo visto, hanno un serbatoio infinito di soldi virtuali a cui attingere, trasformandoli in attuali senza alcuno sforzo né costo. Dal momento che il ritorno di quei soldi, col ripagamento rateale dei mutui le arricchisce a dismisura, ma non vogliono riconoscerlo, la richiesta di un interesse trova una sua giustificazione agli occhi del popolo. Giustificazione che avrebbe senso solo nei prestiti tra privati, dove l’eventuale richiesta di interessi funge da compenso per il mancato utilizzo di quei soldi da parte del prestatore. Ma se il prestatore banca ne ha una disponibilità illimitata, questa giustificazione non regge più. Dovrebbe essere felice di quello che prende di ritorno col capitale, senza interessi. Ma cadrebbe la sua maschera.

Il rapporto tra produzione mondiale e debito verso le banche è oltre 3 volte e mezzo! Inoltre, buona parte della produzione, soprattutto nei Paesi occidentali, con gli USA in testa, è di natura finanziaria, esulante dalla produzione di beni utili direttamente alle persone: fiat money [VEDI]
Allora, l’interesse appare col suo vero volto: e cioè rispecchia la sciagurata tendenza alla crescita che domina questa società, dove la bramosia da parte di tutti di accrescere il proprio patrimonio trova perfetto riscontro. L’interesse è quel di più che lo stolto pastore o legnaiolo chiede al proprio prato o bosco rispetto ai loro naturali ritmi di riproduzione.
E infatti, gli interessi sono soldi che la banca chiede senza averli mai immessi sul mercato. Vi suona strano? Se 10 banche hanno emesso 10 miliardi e poi ne chiedono 10 + 1 se avranno chiesto un interesse del 10%, quel miliardo il mutuatario dove lo trova? Nel mercato non c’è. Ecco allora la richiesta di continua crescita della produzione, proprio per pagare quel miliardo di interesse che manca all’appello. Come quel pastore che chiede al suo prato un extra in più ogni anno, che il prato non saprebbe come produrre, o l’immissione di altre pecore sullo stesso prato.
Ma niente paura. La banca provvederà a creare quel miliardo mancante, e lo presterà ai suoi debitori sempre a interessi, per coprire il buco.
Questo meccanismo, che a bocce in moto non appare, è un pugno nello stomaco se si ragiona a bocce ferme. E il risultato è un mondo perennemente sovra-indebitato, per il continuo accumulo di interessi per pagare gli interessi: tutti debitori verso i creatori di moneta privati, immensamente ricchi, e ogni anno più ricchi. Del resto, lo specchio di questa infernale situazione sta nel divario infame tra debito e PIL globali: come a dire, se anche tutto il frutto del lavoro mondiale andasse a colmare il debito verso le banche, saremmo tutti nudi come vermi. Ma il debito rimarrebbe comunque.
Questa situazione perversa, che ogni tanto dà segni di collassare, con l’elargizione di montagne di soldi dal nulla per “salvare le banche” da parte delle banche centrali, che le stesse banche possiedono, non è senza conseguenze sul sistema biologico. Non ci sono pastori e legnaioli all’antica, rispettosi dei cicli naturali, pena la fame, bensì mega complessi industriali (che si spacciano per agricoli) che applicano le regole della finanza e della crescita ad ogni costo, alla produzione alimentare (ho tolto l’usuale termine “agro” davanti ad “alimentare”), sfiancando i terreni con colture intensive e chimicizzate. Chiedono ai terreni ben più di quanto sarebbero naturalmente in grado di dare. Chiedono, insomma, un interesse annuo!

Dall’Unità d’Italia al 2014 c’è stato un continuo aumento demografico. Oggi la curva sta leggermente ripiegando sotto i 60 milioni: 59 milioni a fine 2022; e si levano alti lamenti, in linea con le aspettative di crescita inarrestabile che denota ogni altro comparto, agricolo, industriale, economico. Siamo impreparati ad una simile eventualità, quando macchine, robot e adesso pure AI minacciano una disoccupazione di massa; ma contraddittoriamente, mentre queste nuove tecnologie sono viste con favore, ci si strappa le vesti se le bocche da sfamare si stanno riducendo, e si invoca l’arrivo indiscriminato di orde di migranti per sopperire al calo delle nascite, con tutti i problemi socio-economici e culturali che questa invasione comporta. [VEDI]
Ecco, questa è l’impalcatura che l’homo ex sapiens ha dato alla sua presenza sulla Terra.
D’altronde, egli ha deciso di prevaricare ogni altra forma di vita a favore della propria, moltiplicandosi vertiginosamente, man mano che “progrediva”, seguendo l’improvvido comandamento “crescete e moltiplicatevi”. E adesso usa questo suo numero esorbitante per giustificare tutte le violenze sulla natura che ne conseguono, estinguendo a man bassa ogni altra specie. Vuole essere l’ultimo a morire.
E sembra propenso ad accelerare il Dies Irae con baldanzosi progetti di riarmo globale.
Marco Giacinto Pellifroni 23 marzo 2025