In arrivo la “spia” da inghiottire

 
PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo
Da Il Letimbro
In arrivo la “spia” da inghiottire

 

PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo

In arrivo la “spia” da inghiottire

Presto sarà disponibile negli Usa la prima pillola “tracciabile” contenente al suo interno un composto di rame, silicio e magnesio delle dimensioni di un granello di sabbia, che quando viene a contatto con l‘acido cloridrico dello stomaco, dopo che la compressa è stata digerita, emette un segnale.

Tale segnale, captato da un dispositivo elettronico contenuto in un cerotto applicato sulla pancia del paziente lo ritrasmette al telefono dello stesso dove una apposita applicazione registra l’ora dell’assunzione del farmaco memorizzando così tutta la cura. Se la pillola non viene assunta al momento giusto il telefono ricorda al paziente di assumere il farmaco oppure può segnalare la cosa inviando un messaggio a chi si prende cura del paziente. La prima pillola contenente questo dispositivo è un farmaco per importanti malattie psichiatriche nelle quali la mancata adesione alla terapia può avere conseguenze gravi. 

Ovviamente questo dispositivo può essere applicato a qualsiasi pillola. Uno studio su pazienti con ipertensione di difficile controllo e diabete che utilizzavano pillole tracciabili, ha fatto registrare un notevole miglioramento nel gruppo che usava questo dispositivo rispetto al gruppo omogeneo di   controllo che impiegava quelle tradizionali. Poiché la non aderenza alla terapia è un problema di vaste dimensioni con costi molto alti per il singolo, in termini di salute e per la comunità in termini di costi, alcuni hanno pensato che inserendo tale rivelatore in tutti i farmaci importanti si possa risolvere il problema. Tuttavia il New England Journal of Medicine in un editoriale mette in guardia dai facili entusiasmi.


La tecnologia può aiutare la cura delle malattie “dimenticate”: la maggior parte delle persone con ipertensione, colesterolo elevato o diabete lieve, non ha nessun fastidio da queste condizioni che minano la loro salute e quindi si dimentica di assumere i farmaci, mentre nessuno dimentica gli antidolorifici.  Gli esperti ci informano però che alla base della non aderenza alle cure ci sono meccanismi più complessi di una semplice dimenticanza. Per molte persone assumere tutti i giorni medicine viene vissuto come un fallimento personale, come un segno di invecchiamento: abituarsi alla assunzione quotidiana di farmaci richiede all’individuo un rimodellamento dell’immagine che ha di se stesso.

Il caso tipico, dice l’esperto, è rappresentato dall’uomo di 48 anni che a  seguito  degli esami fatti in occasione della normale vista annuale dal suo medico apprende di essere iperteso e di avere il colesterolo elevato e  che  dovrà  quindi  assumere almeno due farmaci al giorno, oltre che cambiare stile di vita: quale che sia la professione o il grado di istruzione di questa persona ci vogliono mediamente due anni per riuscire a rimodellare la propria immagine  di diciottenne invulnerabile in quella di persona di mezza età  affetta da due malattie croniche. In questo periodo di adattamento la persona tende a dimenticare la malattia e quindi anche le cure. Attraverso alcuni esempi (che qui non possiamo riferire per mancanza di spazio) si dimostra che la non aderenza alle cure ha motivazioni diverse nei diversi individui. Compito del medico è fare la diagnosi giusta, capire cosa trattiene il paziente dall’assumere i farmaci, spiegare rischi e benefici, demolire falsi preconcetti e proporre il trattamento adeguato che non può essere lo stesso (la pillola “tracciabile”) per tutti.”

Giorgio Menardo 

 IL LETIMBRO   E’ in edicola  il numero di Marzo

 

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