IL RACCONTO

SCRIVERE

Un  racconto di Cristina Ricci

SCRIVERE

Un  racconto di Cristina Ricci*

Avrei potuto benissimo farne a meno, ma non ho saputo resistere alla tentazione di scrivere la storia dei miei primi passi nella vita…D’una cosa, però, sono assolutamente convinto, che se anche dovessi campare fino a cent’anni, un’autobiografia non la stenderò più di certo.**

Avrei potuto farne a meno di espormi; è vero.

Ma, lettore caro, non credere che ciò che mi spinge a scrivere di me, a raccontarmi, sia puro e semplice esibizionismo.

No, non credere che sia il mettermi in mostra che mi spinge a narrare la mia vita sulla carta.

Le ragioni sono altre. La molla che spinge a scrivere è un’esigenza profonda; personale. Le parole nascono dall’amino, esprimono spiritualità.

Scrivere è il solo e l’unico modo di tirare fuori qualcosa di me.

Tu, caro lettore, non potrai mai sapere leggendo cosa è vero, cosa è reale, quanto intimo sia celato tra le mie parole.

Scrivere diventa per me l’unico modo per espormi, per spogliarmi della maschera e per mostrare quello che sono, quello che ho dentro, quali sono i miei pensieri più segreti, i miei desideri.

Fin da bambino iniziai a dare vita a personaggi destinati a vivere un destino diverso, se non migliore, del mio.

Scrivere le loro storie era la realizzazione delle mie fantasie.

Chiuso nella stanza fredda, alla luce tremolante della candela, intingendo la penna nel calamaio potevo vergare pagine e pagine di avventure. Storie di ragazzi forti e robusti. Ragazzi sani che vivevano la loro forza correndo per le vie di una città che non li derideva come faceva con me per il mio aspetto dimesso e malaticcio.

Così, nonostante le difficoltà e le botte per lo spreco di candele che andavano scialacquate nella notte, non ho perso il vizio di scrivere.

Così, nonostante le difficoltà e le botte per lo spreco di quelle candele che andavano inutilmente consumandosi, non ho perso il vizio di vivere.

Ho scritto molto di più di quel che tu, caro lettore, potrai mai leggere.

Ho scritto, scritto sempre. Ho fermato le mie parole sulla carta, le ho incise sulla riva del mare, nei letti del fiumi, sulle nuvole che vagavano leggere nel cielo, nel fumo acre che sprigiona la legna che arde nel camino.

Ho scritto lì le mie storie, molte di più di quante tu ne potrai mai leggere.

Ho dato vita a innumerevoli personaggi che mi tengono compagnia nelle giornate solitarie e mi accompagneranno nei miei futuri viaggi.

Ho dato vita a innumerevoli personaggi e forse, se lo desidereranno, potranno raccontarti la loro storia divenendo tuoi.

E così, lettore caro, la maledizione sarà conclusa; lo scopo raggiunto.

Chiuderò gli occhi e riposerò.

A poco a poco i personaggi riempiranno la tua vita vuotando la mia.

Diverrò leggero.

Riposerò e, una volta desto, potrò divenire personaggio e vivere finalmente.

** incipit F.M. Dostoevskij – L’adolescente

*Cristina Ricci, quarantun anni, abita a Spotorno,  ha  pubblicato il suo primo romanzo (La montagna d’acqua – ed. Il Filo, Roma), un altro recentemente finito e tanta voglia di scrivere.


A questo “scarno” curriculum si può aggiungere la collaborazione con il blog dell’Udi Savonese per il quale Cristina Ricci ha scritto alcuni pezzi

 LE AMAZZONI Una nuova generazioni di donne

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