Albasole Green Park aspetta le decisione del Tar
ALBASOLE GREEN PARK AD ALBISOLA
Presto la decisione del TAR
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ALBASOLE GREEN PARK AD ALBISOLA
Presto la decisione del Tar
La data dell’udienza non è stata ancora fissata, ma ormai dovrebbe essere imminente la decisione del Tar sul progetto del parco Albasole Green Park ad Albisola Superiore.
Il parco, 10mila mq, per attività sportive dovrebbe sorgere a Pian del Pero, nell’entroterra di Albisola Superiore.
Il ricorso, presentato da un comitato di cittadini contrari all’opera e dal WWF, ha bloccato la variante approvata dalla Regione Liguria (la Regione in un primo momento aveva valutato il progetto improcedibile)
La società “Il Garofano” (Gruppo Vaccari 76%, famiglia Filippini 18%, Castiglia Costruzioni srl 6%), di cui è presidente l’imprenditore Massimo Vaccari, ex Ligure Piemontese Laterizi e promotore dell’apertura della discarica La Filippa di Cairo Montenotte, proprietaria della zona e soggetto attuatore del parco, a causa del ricorso, non può presentare al Comune il piano per l’avvio dei lavori.
Il sindaco Orsi e attrezzi per attività sportive comprese nel progetto
Secondo il Sindaco di Albisola si tratta di un innovativo progetto di sviluppo sostenibile del territorio. Un luogo di divertimento naturalistico, un parco avventura, una rete di sentieri e percorrenze, attrezzature sportive e spazi per i bambini. Tutto senza volumi residenziali. Sarà il più grande green park italiano
Non la pensano così il WWF e il comitato di cittadini che hanno bloccato la variante.
IL comitato non è contrario al progetto, ma è preoccupato per l’intervento pianificatore con terra e rocce proveniente dagli scavi per il terzo Valico e per l’Aurelia bis, che supererebbe i limiti di concentrazione di amianto.
Il volume complessivo di materiale da conferire sull’area per realizzare in progetto risulta di circa 400.000 mc.
Pietro Corona, portavoce del comitato, teme che lo spianamento su cui sorgerà il parco possa fungere da discarica.
Inoltre pare decisamente esagerato l’intervento che andrebbe a sconvolgere un’ampia superficie di territorio, ad oggi del tutto naturalizzata (e non abbandonata, come viene sostenuto dagli stessi attuatori), con enormi quantità di riporti.
Resta il dubbio che la vera finalità economica di tale progetto possa essere proprio il notevolissimo abbancamento di terre e rocce.
Il progetto, posto, pressoché interamente, a cavallo di un corso d’acqua in un’area povera di terreno e con presenza di rocce superficiali porta a ritenere che tale valletta sia potenzialmente predisposta a subire gli effetti di una potenziale “bomba d’acqua”.
Inoltre l’area è attraversata da un elettrodotto da 220 Kv Savona-Marigallo, con tralicci posti in corrispondenza dei crinali della vallata che renderebbe il luogo non adatto ad aree verdi con la permanenza di persone.
Per il Sindaco Orsi e i progettisti invece oggi l’area è quasi inaccessibile per la fitta vegetazione.
Non sono previsti volumi edilizi a parte i servizi igienici, la biglietteria e un’area spettacoli; la società titolare svolgerebbe la manutenzione dell’ambiente boschivo, ripristinerebbe una rete sentieristica di quattordici km e recupererebbe i ruderi di una casa e di un antico frantoio.
Non ci sarà alcuna discarica e, se il risultato degli scavi contenesse amianto, sarebbe in quantità irrisorie.
Il progetto prevede che al di sotto dell’elettrodotto venga posizionata solo l’area a parcheggio ed aree verdi con esclusione di attività con la permanenza per più di 4 ore giornaliere delle persone.
Non resta che attendere il giudizio del Tribunale Amministrativo Regionale che analizzerà le valutazioni delle due parti.
R.T.
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