IL PREZZO DELLA LIBERTA’

Ho sotto gli occhi una pagina de La Stampa sulla quale compaiono immagini inguardabili e che nondimeno bisogna guardare per rendersi conto degli orrori provocati dalla guerra, da ogni guerra, sia chiaro; in questo caso si tratta di un reportage dal centro di riabilitazione militare di Odessa firmato dal coraggioso fotoreporter di guerra  Rick Mave, a documentare “il tributo che pagano i soldati ucraini per la liberazione di Kherson”. Di fronte a quelle immagini le schermaglie verbali nei salotti televisivi tra filorussi e filo-ucraini rivelano tutta la loro inanità (per non dire la malafede dei sostenitori della pax putiniana, non si è ancora capito se prezzolata o meno da Mosca).

Ospedale militare  di Odessa (da La Stampa)

Alt, mi par già di sentire gli alti lai dei filorussi che denunciano la propaganda russofobica della stampa mainstream   occidentale, che sbatte regolarmente, se non  in prima, nelle pagine interne gli “effetti” dei bombardamenti russi sui militari e sui civili ucraini  come se effetti analoghi non si riscontrassero sui militari  (sui civili russi non si registra, che io sappia,  nessun “effetto collaterale” di sorta) dell’esercito invasore. Vero; sennonché i filorussi non fanno nessuna differenza tra gli aggressori e gli aggrediti, anzi accusano gli ucraini di aver provocato per anni, in combutta con la Nato gli Usa, l’”orso russo”, e quindi chi è causa del suo mal ora pianga se stesso! Già, ma dal momento che l’armata russa in tutta evidenza si è impantanata in un territorio ostile, anche grazie al supporto in armi  dell’intero Occidente all’Ucraina, e si profila per Putin un serio problema di exit- strategy (salvo il ricorso suicida alle armi nucleari) la stessa cosa si può dire per la Russia. Intanto sui nostri media continua la guerra delle parole: giusto ieri sera, martedì 23 / 11 / 2022, abbiamo assistito al confronto-scontro tra il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, filo-ucraino e il giornalista televisivo Michele Santoro, da tempo combattivo fautore di una pace che, parole sue “non umili Vladimir Putin”. Quasi mai mi trovo d’accordo con “Mortimer” ma ieri sera non ho potuto che stare dalla sua parte contro gli argomenti “pacifisti” dell’ex anchorman Santoro, che si appellava continuamente a Papa Francesco – come se il Papa fosse per una pace purchessia, anche a costo di umiliare l’Ucraina -.

Alessandro Sallusti e Michele Santoro

L’affondo vincente di Sallusti, a mio parere,  è stato l’argomento inoppugnabile che ritirare le sanzioni economiche alla Russia  e fermare l’invio di armi a Kiev, significherebbe tout court passare armi e bagagli dalla parte di Putin contro Zelensky. Santoro, ad ogni modo,  è in buona compagnia e lo si è visto in occasione della grande manifestazione romana per la “pace” di sabato 6 novembre in concomitanza con la manifestazione milanese par una pace “giusta”, cioè che non significhi una resa dell’Ucraina  alle pretese di Putin.  In favore di quest’ultima manifestazione promossa da  Carlo Calenda e contro i pacifisti senza se e senza ma, detti anche nénéisti, cioè né con gli uni né con gli altri, ha preso posizione lo psicoanalista Massimo Recalcati: “Il pacifismo che si è manifestato a Roma esprime in sostanza la vecchia logica dell’equidistanza: né con la Nato , né con la Russia . Lo stesso che accadeva a sinistra sinistra nel tempo del terrorismo: né con lo Stato né con le Br. E’ quella logica del né / né che continua a permeare parti significative del Pd. Se la guerra è stata generata da una ambizione neo imperiale e neo-coloniale che sospinge il totalitarismo di Putin a rivendicare la supremazia sui territori di un altro Paese giudicato strategicamente significativo, è necessario e doveroso aiutare il popolo aggredito con tutti i mezzi a nostra disposizione.

Manifestazione di pace a Roma

Non dunque né /né , ma solidarietà piena  alla democrazia offesa, alla libertà di un popolo e di uno Stato sovrano” (La Stampa di lunedì 7 ottobre 2022). Che cosa si può obiettare a Massimo Recalcati? Oh, se è per questo, ad esempio Giuseppe Conte, leader dei Cinque stelle,  Sinistra italiana, i Verdi, la Comunità di Sant’Egidio e ora, a quanto pare, anche Enrico Letta e i maggiori dirigenti del Pd, giornalisti come Piero Sansonetti, Vittorio Feltri, Piero Senaldi, intellettuali come Massimo Cacciari, le filosofe Donatella Di Cesare e Roberta De Monticelli, religiosi come don Ciotti e padre Zanotelli  sono sulla stessa linea di Santoro: né con Putin né con  Zelensky  e finiamola con l’inviare armi a Kiev e con  le sanzioni alla Russia. Ci sono poi anche quelli che sono dalla parte di Putin e decisamente contro gli ucraini e che considerano Zelensky un fantoccio irresponsabile manovrato dalla  Nato e dagli Usa.

PUBBLICITA’

Tra questi possiamo annoverare l’ex Cinque stelle Alessandro Di Battista, il fotoreporter freelance Giorgio Bianchi, il giornalista de La Verità Francesco Borgonovo, lo storico Franco Cardini nonché il giornalista e scrittore Francesco Amodeo, autore del pamphlet Perché il conflitto è NATO. Le responsabilità di Stati Uniti e Nato nell’escalation del conflitto in Ucraina Ed Matrix (Napoli, 2022); in ultimo, per il momento,  va anche ricordato lo scrittore d’origine siberiana Nicolai Lilin, autore del controverso saggio storico Ucraina. La vera storia. Piemme, 2022, in cui sostiene che “Il regime autoritario di Putin  è mille volte più democratico di quello ucraino”, prontamente rilanciato in prima pagina da LaVerità: “Parliamo solo della Russia carogna. Giusto, ma l’Ucraina non è da meno. Zelensky ha cancellato l’opposizione e i neonazisti hanno massacrato i dissidenti per aver protestato” (14 novembre 2022).

Nicolai Lilin e la copertina del suo libro

Ma guai a parlare di propaganda! Certo è che per un’opinione pubblica già abbastanza frastornata dalle notizie di massacri e di stupri provenienti dal fronte di questa guerra di cui non si riesce a intravedere una fine, orientarsi tra nénéisti, filo-ucraini, atlantisti e filorussi non è un’impresa alla portata di tutti. D’altra parte uno degli effetti collaterali di ogni guerra, oltre alla prevalenza assoluto del paradigma escludente  aut aut su quello includente et et , è l’identificazione del male nel nemico e del bene nell’amico, oppure, come per Nicolai Lilin, il male abita così nel nemico come nell’amico, anche se in misura diversa. Nondimeno, se in questo conflitto che mette a rischio la sopravvivenza di tutta l’umanità, nessuno può dirsi innocente; ma se tutti sono colpevoli dov’è il nemico? Chi è dalla parte giusta della storia? Chi sono le vittime e chi i carnefici? Tutte vittime e tutti carnefici, tutti insieme e contemporaneamente, anche noi spettatori ipocriti al sicuro nelle nostre case, non è possibile; a meno che l’umanità abbia deliberato di suicidarsi, schifata di se stessa.

Fulvio Sguerso

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3 thoughts on “IL PREZZO DELLA LIBERTA’”

  1. Nell’articolo è stato citato il vicedirettore de “La Verità” Francesco Borgonovo. E allora, a dimostrazione che è stato citato quanto mai a proposito, riporto testualmente, mantenendone tale e quale la sintassi e senza commentarle perché per quanto mi riguarda si commentano da sole, le parole che ha detto alla trasmissione “Piazza Pulita” del 21/10/’22 polemizzando col giornalista Stefano Cappellini sulla la guerra in Ucraina:
    “Trasformate tutti i problemi politici in problemi morali, i buoni e i cattivi. Questo semplicemente ci fa trascurare i nostri interessi. Se domani vince Zelensky, come voi vi augurate, cosa cambia? Niente! Se domani vince Zelensky, per l’Italia cosa cambia? Vuoi capire perché la gente applaude Berlusconi o perché votano Conte o perché hanno punito il PD? Perché le persone, c’è una questione di democrazia che sta nella bolletta, e le persone, e gli italiani, vogliono una risposta al fatto: <>. Niente! Niente!!

  2. In questo articolo di Sguerso viene citato Francesco Borgonovo, vicedirettore della “Verità”. Per dimostrare che viene citato quanto mai a proposito, riferisco testualmente, ma senza commentarle perché per quanto mi riguarda si commentano da sole, le parole ( le riporto tali e quali per contenuto e per sintassi) che ha detto alla trasmissione “Piazza Pulita” del 21/10/’22, discutendo col giornalista Stefano Cappellini:
    “Trasformate tutti i problemi politici in problemi morali, i buoni e i cattivi. Questo semplicemente ci fa trascurare i nostri interessi.
    Se domani vince Zelensky, come voi vi augurate, cosa cambia? Niente! Se domani vince Zelensky, per l’Italia cosa cambia?
    Vuoi capire perché la gente applaude Berlusconi o perché votano Conte o perché hanno punito il PD? Perché le persone, c’è una questione di democrazia che sta nella bolletta, e le persone, e gli italiani, vogliono una risposta al fatto:
    -Se domani Zelensky respinge l’invasore, Bella Ciao e tutte queste cose, lo manda via, per noi, per la signora anziana che deve stare al freddo, per la famiglia, per il single, che cavolo cambia?-
    Niente! Niente!!

  3. A me, e non solo a me, sembra chiaro che Borgonovo assolve alla precisa funzione di agit prop a favore della causa (se di causa si può parlare) neoimperiale antioccidentale di Vladimir Putin. Non posso dire se questo suo suo zelo filorusso sia endogeno o esogeno. cioè venga esercitato in modo così pugnace e rabbioso su preciso mandato dell’ufficio stampa e propaganda del Cremlino e, in tal caso, lautamente retribuito; non posso dirlo perché non ho le prove (come già Pier Paolo Pasolini sui mandanti delle stragi neofasciste degli anni Settanta), ma spontaneo o indotto che sia questo suo mandato, il risultato non cambia: creare scompiglio e divisioni nei ranghi del nemico, cioè noi biechi filo Zelensky e anti Putin. E il bello – si fa per dire – è che Borgonovo si adonta se gli si dà del putiniano senza se e senza ma. Se questa non è malafede, che cos’è? Ora però vorrei chiarire il mio pensiero sui cosiddetti nénéisti: ripeto ancora una volta: non dubito della loro buonafede, ma al tempo stesso non posso tacere sul fatto che il loro sincero sentimento pacifista e neutrale è musica alle orecchie di Putin; ce ne fossero tante per lui di piazze per la pace a qualunque costo come quella romana!

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