Il patto della rumènta

Il patto della rumènta

 

Il patto della rumènta

Rispondiamo all’interesse dei nostri numerosi lettori che hanno votato a sinistra e non ed anche di alcuni eletti del territorio, che sono rimasti sbalorditi assistendo al passaggio della sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano (ex PD), con la destra del Presidente della Regione Liguria riconfermato Giovanni Toti, soffermandoci su alcuni dei temi, tutti peraltro noti, che ci sono stati posti nelle varie e-mail e messaggi pervenuti alla nostra redazione.

Come più volte riportato nelle cronache locali dei vari quotidiani e siti di informazione Monica Giuliano, dal 1999 è consigliere comunale a Vado Ligure sempre eletta nelle liste della sinistra, viene investita sindaco con l’appoggio del PD nelle elezioni del 2014 e riconfermata nelle consultazioni del maggio 2019 con un ampissima maggioranza (69,32%). L’appoggio esplicito della Giuliano alle liste di Toti nelle elezioni regionali del 20 e 21 settembre scorsi, non sembra aver conquistato gli elettori del comune di Vado Ligure che hanno continuato a sostenere le liste di centrosinistra che hanno candidato Ferruccio Sansagiornalista del Fatto Quotidiano, alla presidenza della Regione Liguria.

 
Massimo Zunino e Ferruccio Sansa
Si sussurra che lo stratega di questa brillante operazione di trasformismo sia la “volpe argentata” Massimo Zunino, lo storico esponente del PCI savonese, consigliere comunale negli anni Settanta a Savona, tra gli anni Ottanta e Novanta ha ricoperto assessorati di peso nel capoluogo (bilancio, urbanistica edilizia privata, società partecipate), in seguito deputato per tre legislature dal 2001 al 2013 nei DS poi PD. Come già riportato in un articolo di Uomini Liberi del 13 luglio 2013 (LEGGI), Zunino è recordman di presenze in Parlamento ma pochi sono i disegni di legge presentati, nulla o quasi a favore della sua città. Vita di partito praticamente assente, mai una riunione, mai un giro per le circoscrizioni. Un’azione politica sempre nell’ombra. Dopo l’esperienza parlamentare è atterrato, sotto il Governo Renzi, alla Mistral Air, la compagnia aerea delle Poste Italiane. Nel marzo 2018, vista la notevole esperienza manageriale maturata nella compagnia aerea delle Poste e come amministratore pubblico, con decreto del sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano, Zunino viene nominato ai vertici della SAT – Servizi Ambientali Territoriali S.p.A. –, azienda partecipata del comune di Vado Ligure, dalle candide nuvole segue un brusco atterraggio nella rumènta. Massimo Zunino viene inoltre citato nel libro di Ferruccio Sansa Marco Preve – Il partito del cemento (ACQUISTA)  come uno dei protagonisti della cementificazione della darsena di Savona, ma al contrario di Claudio Scajola, altro politico ligure di lungo corso, non ė mai stato coinvolto in scandali.

 Già in queste poche righe è possibile riscontrare alcune delle motivazioni per cui l’ex candidato alla presidenza della Regione Liguria per il PD ed il Movimento 5 Stelle oggi consigliere di opposizione, Ferruccio Sansa, ha riscontrato forti ostilità da parte dei molti personaggi di “sinistra” della nostra regione legati a doppio filo alla politica ed agli affari. Ulteriore motivo dell’avversione verso Sansa la si può ritrovare in questo articolo del Fatto Quotidiano, il cui autore è lo stesso Sansa, dal titolo:  Savona, attaccava pm che indagavano su Taranto e Vado Ligure. Ora è segretario dei Giovani Democratici – (LEGGI)

Olivieri – Giuliano – Bozzano – Vaccarezza

Tre dei personaggi ritratti nella foto di apertura e che riportiamo senza mascherina, hanno ricoperto la carica di Presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza (2009-2014), Monica Giuliano (2014- 2018), Pierangelo Olivieri (2018 – in carica). 

Pierangelo Olivieri ricopre anche la carica di sindaco di Calizzano, comune che per la raccolta dei rifiuti ricorre ai servizi di ATA S.p.A. la malandata azienda multiservizi di cui il Comune di Savona detiene la maggioranza del pacchetto azionario e di cui il comune di Calizzano è socio.

Alessandro Bozzano è sindaco di Varazze dal maggio 2019, apparentemente senza deleghe, carica che dovrà lasciare dopo l’elezione al consiglio regionale avvenuta nelle ultime consultazioni del 20 e 21 settembre, siede nel consiglio provinciale di Savona con delega all’ambiente. Il comune di Varazze si avvale della SAT per la raccolta dei rifiuti. 

Non si deve dimenticare che sulle alture di Varazze è presente la discarica della Ramognina la cui società di gestione Ramognina Ambiente S.R.L. in liquidazione, nel 2015-2016, è stata al centro di inchieste giudiziarie e sequestri (LEGGI). Degli intrecci con la politica dell’imprenditore Gian Carlo Vedeo, riconducibile alle società della Ramognina, si era già occupato l’articolo del 4 dicembre 2010 di Trucioli Savonesi (LEGGI). Secondo un articolo di SavonaUno del marzo 2019 “il Comune di Varazze ha pubblicato il bando di gara per appaltare la gestione della discarica comunale della Ramognina per un anno con possibilità di rinnovo per un altro anno, sino a scavalcare il 2020, quando ad occuparsi di rifiuti dovrebbe essere un soggetto unico di area vasta”, meglio noto come Ambito Territoriale Ottimale (ATO).

È da evidenziare che le società coinvolte nell’inchiesta del 2016 sulla Ramognina avevano ramificazioni azionarie in Lussemburgo (LEGGI), ci auguriamo che oggi i nuovi gestori della discarica abbiano un assetto societario più trasparente.

La SAT gestisce la raccolta dei rifiuti in 18 comuni della Provincia di Savona tra cui Varazze e Vado Ligure oltre ad Albenga, che è il secondo centro per numero di abitanti dopo il capoluogo. Il bacino di utenza di SAT copre una popolazione di circa 100mila abitanti. 

 Bacini di utenza SAT (Vado Ligure) – ATA (Savona)

Il ciclo dei rifiuti scatena certamente molti appetiti e vi ruotano attorno parecchi interessi, visto che l’amministrazione comunale di Vado Ligure, alla fine del 2019, in un’ottica di riorganizzazione della catena di gestione dei rifiuti ed in vista della creazione di un Ambito Territoriale Ottimale (ATO) provinciale unico per la gestione dei rifiuti, ha trasferito le quote detenute in Ecosavona (la società che gestisce la discarica del Boscaccio) alla SAT. Nell’ area occupata dalla discarica del Boscaccio vi sarebbe il progetto di realizzare degli impianti per il trattamento della differenziata ed un biodigestore.

La quota di controllo di Ecosavona era detenuta dal gruppo Waste Italia, finito in concordato preventivo e sospeso a tempo indeterminato dalla quotazione sul Mercato telematico azionario di Borsa Italiana a partire dal 23 maggio 2018 (Il sole 24 Ore 24 maggio 2018). Attualmente pare che Ecosavona sia controllata dalla società GreenUp, con sede a Milano, che gestisce anche la discarica denominata Bossarino, situata nel Comune di Vado Ligure. Le catene azionarie di controllo di queste società che gestiscono le discariche di Vado Ligure non sembrerebbero facilmente identificabili.

La sindaco Monica Giuliano pare essere entusiasta dell’operazione visto che la partecipata comunale SAT, sarebbe la candidata naturale a gestire i nuovi impianti del Boscaccio. Secondo le previsioni la SAT dovrebbe incrementare notevolmente la propria redditività. «Partiamo noi con questa iniziativa che dovrà creare nel tempo una provincia completamente autonoma e capace di determinare una intera filiera del rifiuti con risparmi notevoli che si tradurranno in una riduzione delle tariffe Tari e sulla possibilità di creare utili grazie a nuovi impianti di valorizzazione. SAT può avere un ruolo strategico. Attualmente la società fattura 20 milioni l’anno e crea utili per 1 milione. Entrando nella gestione degli impianti di trattamento, smaltimento e valorizzazione può raddoppiare questi utili per destinarli a nuovi investimenti nel settore e creare un effetto moltiplicatore» è l’esaltante commento della Giuliano a proposito di questo progetto. (La Stampa 12 gennaio 2020).

Inoltre, il comune di Vado Ligure, al 25-06-2019 risultava essere anche socio al 8,15% di ATA S.p.A., la seconda partecipazione azionaria nella multiservizi dopo il comune di Savona che detiene la maggioranza (85%) del capitale azionario.

Le discariche del Boscaccio (Vado Ligure) e della Ramognina (Varazze) sono state oggetto di attenzione anche da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi connessi che nella relazione finale approvata nell’ottobre 2015 (LEGGI), a proposito delle discariche presenti nella provincia di Savona, ha riportato quanto segue.

“In provincia di Savona le discariche attive sono quattro: la discarica Boscaccio nel comune di Vado Ligure, di Bossarino sempre nel comune di Vado Ligure, di Ramognina nel comune di Varazze e Filippa nel comune di Cairo Montenotte. Due di queste discariche, precisamente la discarica di Ramognina e quella di Boscaccio, sono state oggetto di indagini da parte della Guardia di finanza, su violazioni di normative in materia fiscale, tributaria, non su collegamenti con la criminalità organizzata. “ 

Come noto nel comune di Savona la raccolta dei rifiuti è causa di molte polemiche visto che il servizio non è sicuramente ottimale anche a causa dello stato di dissesto in cui si trova l’ATA la multiservizi partecipata del comune di Savona con la funzione principale della gestione del ciclo dei rifiuti. Malagestione di ATA risalente alle giunte Berruti – Di Tullio che hanno utilizzato la multiutility del capoluogo al pari della Protezione Civile dei governi Berlusconi.


 Criticità nella raccolta dei rifiuti nel capoluogo

L’ATA ha comunque un bacino di utenza pari a quasi 103mila abitanti con alcuni comuni anche in provincia di Imperia pertanto di dimensioni paragonabili a quelle di SAT.

Poter aggiungere il capoluogo al bacino di utenza di SAT ed eventualmente gli altri comuni gestiti da ATA, potrebbe essere un boccone appetitoso e mira di molti interessi per gli effetti moltiplicatori sul giro di affari e sui profitti della partecipata del comune di Vado Ligure e delle discariche.

Da diverso tempo sono in corso contatti e trattative per trasferire il servizio di gestione dei rifiuti del capoluogo ad IREN Ambiente. La società IREN Ambiente, partecipata dal gruppo IREN con radici a Genova a Torino ed in Emilia, gestisce un bacino di utenza di oltre 2milioni di abitanti. Il gruppo IREN pur non essendo stato esente da attenzioni da parte delle autorità inquirenti e da scandali, è però un grande gruppo industriale quotato alla Borsa Italiana con un fatturato 4,275 miliardi euro e utili per 237 milioni e piani di investimento miliardari, che se ben indirizzati potrebbero essere un volano per una provincia depressa come quella di Savona.

IREN è già presente in provincia di Savona, oltre che nella gestione dell’acquedotto tramite la controllata IRETI, anche nel ciclo dei rifiuti, avendo acquisito nel luglio 2019 il controllo del biodigestore di Ferrania (Cairo Montenotte), già assoggettato all’interesse delle autorità preposte durante le precedenti gestioni. 

Gestioni a cui hanno partecipato le società riconducibili a Claudio Busca vicepresidente (sospeso) dell’Unione Industriali di Savona sottoposto all’attenzione delle autorità inquirenti per presunte irregolarità fiscali ed oggetto di provvedimenti cautelari nel giugno 2018. Con l’ingresso di una grande azienda come IREN nel biodigestore di Ferrania è auspicabile una gestione meno provinciale di questo delicato settore. 

A fine giugno 2020 i rapporti tra il comune di Savona ed IREN sembrano essersi raffreddati, probabilmente il gruppo IREN ritiene troppo circoscritto il solo bacino di raccolta e gestione di ATA, ma sarebbe ovviamente interessata a gestire tutto l’ambito provinciale, scontrandosi con gli interessi dei comuni che hanno deciso di consorziarsi nell’ATO provinciale unico, con alla guida la molto più piccola SAT amministrata da un politico di lungo corso, non più spendibile nella politica spettacolo di questi ultimi anni e quindi parcheggiato in un partecipata pubblica.

Anche i provincialissimi ed opportunisti sindacati savonesi, che da sempre si sacrificano eroicamente per la difesa del reddito e dei diritti dei lavoratori, secondo le dichiarazioni del segretario provinciale della CGIL Andrea Pasa sembrerebbero prediligere l’ATO provinciale unico per la gestione dei rifiuti con alla guida la SAT dell’ex “compagno” Massimo Zunino convertitosi al capitalismo.

Nel 2015 la Regione Liguria, poco prima dell’insediamento della prima giunta Toti, ha adottato il Piano regionale di gestione dei rifiuti e delle bonifiche che definisce gli indirizzi e strategie per gestire i rifiuti urbani, i rifiuti speciali e le operazioni di bonifica nell’arco del periodo 2014-2020, pertanto, la nuova giunta da poco eletta sarà prevedibilmente chiamata ad aggiornare o ridefinire il piano per gli anni successivi al 2020. 


 Toti – Giampedrone

Sicuramente l’assessorato regionale all’ambiente sarà una carica molto ambita, gestita nella precedente giunta Toti dal fido compaesano, ex sindaco di Ameglia, Giacomo Giampedrone, indagato nel maggio 2019 in merito al fallimento della Ameglia servizi turistici. Ci chiediamo se Giampedrone avesse già maturato esperienza nell’ambito delle deleghe assegnate Lavori pubblici, Infrastrutture e Viabilità, Ambiente e Tutela del territorio, Ecosistema costiero, Ciclo delle Acque e dei Rifiuti, Protezione civile, Difesa del suolo o fosse solo il sindaco della località di residenza del Presidente Toti.

Il ciclo dei rifiuti e gli interessi ad esso associato sono quindi un aspetto delicato soprattutto in una regione dove la presenza della criminalità organizzata è acclarata non tanto per fenomeni di controllo del territorio, ma di realizzazione di attività illecite, che a macchia di leopardo hanno interessato alcune aree della Liguria. Pertanto, la massima trasparenza su tutti gli atti che riguardano la gestione dei rifiuti sarebbe il minimo che i cittadini dovrebbero pretendere dai loro amministratori, principalmente per la tutela della salute della popolazione e per garantire uno sviluppo economico più equo e sostenibile che non premi solo gli amici degli amici.

Le prossime elezioni che si terranno nella primavera 2021 per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Savona saranno la cartina di tornasole che rileverà se il sodalizio di interessi, sintetizzato dai personaggi ritratti nella foto di gruppo di apertura sarà il patto della rumènta o un patto costruito sulla rumènta. Per ora ad essere finiti nella rumènta sono i voti espressi dai pazienti e remissivi elettori del PD del comune di Vado Ligure.


Zunino, Bozzano, Giuliano, Melgrati

 

T.S.

Si sussurra che lo stratega di questa brillante operazione di trasformismo sia la “volpe argentata” Massimo Zunino, lo storico esponente del PCI savonese, consigliere comunale negli anni Settanta a Savona, tra gli anni Ottanta e Novanta ha ricoperto assessorati di peso nel capoluogo (bilancio, urbanistica edilizia privata, società partecipate), in seguito deputato per tre legislature dal 2001 al 2013 nei DS poi PD. Come già riportato in un articolo di Uomini Liberi del 13 luglio 2013 (LEGGI), Zunino è recordman di presenze in Parlamento ma pochi sono i disegni di legge presentati, nulla o quasi a favore della sua città. Vita di partito praticamente assente, mai una riunione, mai un giro per le circoscrizioni. Un’azione politica sempre nell’ombra. Dopo l’esperienza parlamentare è atterrato, sotto il Governo Renzi, alla Mistral Air, la compagnia aerea delle Poste Italiane. Nel marzo 2018, vista la notevole esperienza manageriale maturata nella compagnia aerea delle Poste e come amministratore pubblico, con decreto del sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano, Zunino viene nominato ai vertici della SAT – Servizi Ambientali Territoriali S.p.A. –, azienda partecipata del comune di Vado Ligure, dalle candide nuvole segue un brusco atterraggio nella rumènta. Massimo Zunino viene inoltre citato nel libro di Ferruccio Sansa e Marco Preve – Il partito del cemento (ACQUISTA)  come uno dei protagonisti della cementificazione della darsena di Savona, ma al contrario di Claudio Scajola, altro politico ligure di lungo corso, non ė mai stato coinvolto in scandali.

 

Ferruccio Sansa

Già in queste poche righe è possibile riscontrare alcune delle motivazioni per cui il l’ex candidato alla presidenza della Regione Liguria per il PD ed il Movimento 5 Stelle oggi consigliere di opposizione, Ferruccio Sansa, ha riscontrato forti ostilità da parte dei molti personaggi di “sinistra” della nostra regione legati a doppio filo alla politica ed agli affari. Ulteriore motivo dell’avversione verso Sansa la si può ritrovare in questo articolo del Fatto Quotidiano, il cui autore è lo stesso Sansa, dal titolo: – Savona, attaccava pm che indagavano su Taranto e Vado Ligure. Ora è segretario dei Giovani Democratici – (LEGGI).

 

Olivieri – Giuliano – Bozzano – Vaccarezza

Tre dei personaggi ritratti nella foto di apertura e che riportiamo senza mascherina, hanno ricoperto la carica di Presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza (2009-2014), Monica Giuliano (2014- 2018), Pierangelo Olivieri (2018 – in carica). 

Pierangelo Olivieri ricopre anche la carica di sindaco di Calizzano, comune che per la raccolta dei rifiuti ricorre ai servizi di ATA S.p.A. la malandata azienda multiservizi di cui il Comune di Savona detiene la maggioranza del pacchetto azionario e di cui il comune di Calizzano è socio.

Alessandro Bozzano è sindaco di Varazze dal maggio 2019, apparentemente senza deleghe, carica che dovrà lasciare dopo l’elezione al consiglio regionale avvenuta nelle ultime consultazioni del 20 e 21 settembre, siede nel consiglio provinciale di Savona con delega all’ambiente. Il comune di Varazze si avvale della SAT per la raccolta dei rifiuti. 

Non si deve dimenticare che sulle alture di Varazze è presente la discarica della Ramogninala cui società di gestione Ramognina Ambiente S.R.L. in liquidazione, nel 2015-2016, è stata al centro di inchieste giudiziarie e sequestri (LEGGI). Degli intrecci con la politica dell’imprenditore Gian Carlo Vedeo, riconducibile alle società della Ramognina, si era già occupato l’articolo del 4 dicembre 2010 di Trucioli Savonesi (LEGGI). Secondo un articolo di SavonaUno del marzo 2019 “il Comune di Varazze ha pubblicato il bando di gara per appaltare la gestione della discarica comunale della Ramognina per un anno con possibilità di rinnovo per un altro anno, sino a scavalcare il 2020, quando ad occuparsi di rifiuti dovrebbe essere un soggetto unico di area vasta”, meglio noto come Ambito Territoriale Ottimale (ATO).

È da evidenziare che le società coinvolte nell’inchiesta del 2016 sulla Ramognina avevano ramificazioni azionarie in Lussemburgo (LEGGI), ci auguriamo che oggi i nuovi gestori della discarica abbiano un assetto societario più trasparente.

La SAT gestisce la raccolta dei rifiuti in 18 comuni della Provincia di Savona tra cui Varazze e Vado Ligure oltre ad Albenga, che è il secondo centro per numero di abitanti dopo il capoluogo. Il bacino di utenza di SAT copre una popolazione di circa 100mila abitanti. 

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