Il patrimonio della lingua italiana

Mi sono imbuzzata sotto un tappeto di foglie, per non farmi trovare, Lontano il putire del sottobosco o di foglie o di piccoli organismi in decomposizione.

PUBBLICITA’

Osservo il grigumare d’un cerbiatto che sembra gradire, nonostante l’autunno inoltrato, ciò che di verde brillante il bosco gli offre, prima dell’inverno…e mi torna il grigumare della mente, delle sorprese che il bosco mi regala, d’uno scoiattolo che gioca con le ghiande prima di essere sorpreso dal mio sguardo sorpreso……non potrei mai trogliare, nemmeno spaventata da un cinghiale che si fa spazio tra i tami secchi e i tronchi caduti, che si fa spazio tra la terra, le radici, le pigne, in cerca della sua cena. Potrei forse prillare davanti ad un lupo che perlustra il suo cammino, prima di farsi seguire dal branco? No… nemmeno il lupo mi fa paura, perché lo hanno tolto dalle favole…non mangia più cappuccetto rosso, tanto meno la nonna!!! Potrebbe prillare dunque il vento? in un vortice di foglie variopinte dall’autunno, ed è ancora un momento di pace mentre tutt’intorno scricchiola il bosco e i suoi “abitanti” si muovono lenti e cauti…. Vorrei regalare al vento, al bosco, a chi legge e ricerca nel patrimonio della lingua italiana, verbi ormai dimenticati, che riaffiorano per un senso di riscoperta, come la sana abitudine di far visita al bosco, a madre natura, riscoprendo la libertà e il fascino del silenzio che non è mai una fine…ma un nuovo inizio

 C. BARUX

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.