Il nuovo puc di Albenga…

IL NUOVO PUC DI ALBENGA

COME SARA’ LA “NUOVA” CITTÀ DELLE TORRI?

DALLA NOSTRA INVIATA SPECIALE SELENA BORGNA

 

IL NUOVO PUC DI ALBENGA

COME SARA’ LA “NUOVA” CITTÀ DELLE TORRI?

DALLA NOSTRA INVIATA SPECIALE SELENA BORGNA

Venerdì 16 presso il Teatro San Carlo di Albenga è avvenuta la presentazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC)[1] alla presenza del sindaco della città, Giorgio Cangiano, dei membri della giunta comunale e di due esperti del settore, l’architetto Baldini e il dottor Lupatelli.

Il primo cittadino ingauno non ha fatto mistero di aver modificato il PUC redatto dalla precedente amministrazione, guidata da Rosalia Guarnieri, e ha, inoltre, affermato che il nuovo piano è il frutto di un lungo lavoro durato 8 anni, durante i quali si sono succedute nella città ben tre amministrazioni e un commissario prefettizio (dal 2005 al 2010 la città è stata governata da Antonello Tabbò, dal 2010 al 2013 era sindaco Rosalia Guarnieri, dal novembre 2013 a maggio 2014 vi era a capo della città il commissario prefettizio Dottor Giuseppe Montella, in seguito alla caduta anticipata dell’amministrazione Guarnieri; e, infine, dal maggio 2014 la città è retta dall’attuale primo cittadino Giorgio Cangiano).

La base del piano, come affermato da Cangiano, rimane e ogni sindaco decide di apportare alcune modifiche, ma la variazione più importante apportata recentemente è la riduzione del carico insediativo.

Le previsioni hanno fatto sì che nuove edificazioni siano realizzate, ma il carico insediativo e il verde pubblico saranno pressoché in misura uguale. La necessità di adottare velocemente un nuovo piano è dettata soprattutto dal vecchio strumento regolatore generale (PRG) di Albenga datato 1995 e quindi non più adeguato.


La nuova legge transitoria e in particolar modo l’articolo 79 hanno fatto sì che alcuni comuni potessero effettuare la previsione dei piani se avevano già svolto tutti gli accertamenti del caso in questione. Per la città di Albenga si era detto in principio che non si poteva usufruire di questa legge con un conseguente rallentamento dei tempi, poi il 25 settembre, dopo una richiesta ufficiale e il parere dell’ufficio legale e urbanistico, è arrivata una risposta positiva.

Il primo cittadino ha anche espresso la sua disponibilità a modifiche del piano stesso in modo da renderlo fruibile al maggior numero di persone, anche se alcuni passaggi non verranno fatti, vista la scadenza stretta.

L’architetto Baldini, uno dei relatori del PUC, ha segnalato che lo sviluppo del piano è iniziato nel lontano 2007, prima della crisi, quando la crescita era centrale per il turismo e i servizi, ma poi la crisi economica e le vicende politiche legate alla città con il cambio di Amministrazioni hanno obbligato a modificare il progetto e i problemi presenti ovunque, come la crisi e la disoccupazione, hanno inciso anch’essi sul cambiamento del progetto.

Per quanto riguarda le risorse comunitarie, si è evidenziata la scarsa capacità di riuscire a ottenerle e ancora la minore capacità di saperle impiegare nel modo corretto.

Gli altri stati europei, come la Germania e la Francia, hanno una pianificazione che guarda al loro futuro, mentre nel nostro paese vi è una sorta di passività legata alla poche risorse ed ai problemi di “governance”, che consistono nel fatto che un qualunque comune spende, ma occorrono effetti sinergici per affermare che le scelte compiute siano capaci di attrarre investitori pubblici. La sparizione delle provincie e delle comunità montane ha complicato molto le cose per quanto riguarda le spese dei comuni e dei vari enti pubblici.


Una cosa molto importante segnalata dall’architetto è quella nella necessità di cambiare idea riguardo allo sviluppo in corso d’opera di un qualunque progetto e saper coniugare il progetto già realizzato con nuove esigenze che si fanno sempre più prepotenti come, ad esempio, avere obiettivi cosiddetti “green”.

Per quanto riguarda Albenga, il problema investe soprattutto le aree che perdono imprese agricole che cessano la loro attività con un maggior rischio idrogeologico.

Le terre urbanizzate nel nostro paese sono circa il 35% del territorio (circa 1/3 dell’Italia), per cui occorre una speciale manutenzione, mentre in certi territori liguri le terre urbanizzate toccano punte del 70% circa.

Nel lungo periodo Albenga ha perso per erosione edilizia, che rimane stagnante dal 1991 al 2001 con la ripartenza nell’area tra Finale e Ventimiglia grazie al commercio e al turismo.

Vi è inoltre un indice complesso per due ragioni, le opportunità e i costi, imposti soprattutto dalla Regione.

Un disegno perfetto sarebbe quello attuabile con la conferma del piano e le modifiche apportate dalla giunta comunale, che potrebbero consistere nel limitare la crescita ed aumentare la riqualificazione del territorio. Il piano ha molti vizi e molte virtù e occorre che le operazioni che vengono fatte siano per la ricomposizione della città e le migliorie della stessa, che troppo spesso ignorano le regole specifiche.

    

Per quanto riguarda il caso specifico, occorre chiedere alla Regione di intervenire con un PSR (programma di sviluppo rurale) in modo che le polveriere diventino fondamentali.

Un luogo che potrebbe diventare un gioiello del Mediterraneo è la strada romana e la sua estensione verso Alassio, ma per realizzare ciò occorre una sinergia che non sempre è realizzabile.

Ad Albenga vi è anche un problema per quanto riguarda le scuole che rischiano di essere trasferite nei comuni vicini, ma per evitare ciò si ha la necessità di creare un piano dei servizi comunali in collaborazione con l’assessorato al welfare.

L’isola Gallinara, un gioiello della città, ha davanti a sé la Marina di Vadino e qui sarebbe perfetto creare un grande parco. Nell’area della caserma Piave potrebbero trovare spazio gli uffici di multinazionali.

Per quanto riguarda la stazione ferroviaria, occorre attendere i progetti, altrimenti si rischia di avere una situazione simile a quella di Taggia, in cui non si sa ancora quando verrà realizzato il nuovo ospedale. Un’ottima idea riguardante i costi, sarebbe quella di metterli nel bilancio delle ferrovie invece di quello del Comune.

Nelle frazioni, le aree libere possono essere completate e il piano potrebbe adattarsi all’ambiente stesso; per fare ciò occorre un elenco delle aree sature e dei servizi non attuati.

Il nuovo piano urbanistico di Albenga ha necessità di migliorare i servizi, effettuare una riqualificazione di alcune aree e di individuarne altre in cui si possono effettuare interventi di bioedilizia.

La zona di Vadino, il cui piano precedente è molto ben strutturato, potrebbe essere rivalorizzata attraverso i campeggi con indici per gestori degli stessi costruendo un’area ristoro in zona Campolau per far sì che gli investitori pubblici ne siano attratti.

Bisogna fare però i conti con la Caserma Piave, che ha una sua dotazione, ed alcune aree che sono sottoposte a vincolo ambientale, come quella del Parco Archeologico che già di per sé è un’area bella che non necessita di modifiche.

La Marina di Vadino, al contrario, necessita di numerose modifiche, una su tutte, la strada lungo la ferrovia che unisce Viale 8 Marzo con la Marina stessa.

La Foce destra del Centa nasce senza indice, ma ci sono alcuni vincoli per costruire e un’idea molto apprezzata, rispettando il desiderio di non fare nuove strade, è quella di un parco con strutture residenziali nell’area fino al Cinema.

Per quanto riguarda il Porto, presente sul piano precedente, per alcuni si trattava di un progetto utilissimo e realizzabile, mentre per altri non era così. Vi era già un progetto, ma per la regione andava cambiato quasi completamente. Vi era inoltre il progetto del retroporto collegato all’esito del porto stesso, a cui si è deciso di rinunciare.

Le aree consolidate con problemi possono inoltre essere una chance per gli investitori, ma questa fase è decisa dal Comune stesso.


La zona Enel è molto importante e occorre negoziare per ottenere una configurazione diversa, in particolare per quanto riguarda i servizi come, ad esempio, le soste degli autobus.

La periferia, soprattutto la zona che attualmente è occupata dalla Caserma Turinetto, ha bisogno di un riordino per permettere la crescita delle attività presenti nell’area. La riqualificazione di questa zona è importante anche perché nelle vicinanze vi è l’ospedale e si è parlato di un progetto che porterebbe alla costruzione di hotel e residence per i parenti dei degenti. Vi è inoltre una discussione in corso su cosa si farà nell’area occupata attualmente dalla Caserma.

La porta Ovest, area in trasformazione, è attualmente oggetto di molti progetti, molti dei quali pensati e mai realizzati.

Il casello autostradale è in fase di trasformazione e alcuni terreni statali diverrebbero proprietà del Comune, alcuni dei quali presenti nella frazione di Bastia.

Le frazioni sono una parte importante di Albenga perché qui si gioca la crescita ordinata e la riduzione della pressione residenziale sul resto della città.

Le frazioni hanno tra loro un diverso peso dettato anche dalla risposta dei rispettivi nuclei storici ed è molto importante riconoscere i loro caratteri fondanti e i loro interessi storici e ideologici.

Gli edifici di San Fedele e delle altre frazioni hanno un valore testimoniale con caratteristiche diverse tra loro e per recuperare i centri storici occorre assorbire la domanda d’incremento nel seguente modo: Leca-Bastia 4000, Campochiesa 3300, San Giorgio 2500

Le frazioni, però, hanno un’elevata difficoltà di qualificazione a causa delle trasformazioni importanti già presenti sul territorio come, ad esempio, l’area dell’ex Farmaceutica Testa che ha un modello d’insediamento rurale aperto su strada con non più di tre piani.

La regione Rapalline ha un insediamento produttivo artigianale e non si può gestire solamente per fatti occasionali, infatti, sarebbe auspicabile una collaborazione con il SUAP (sportello unico attività produttive).

Per ospitare insediamenti su aree pubbliche, occorrerebbe da parte del Comune un’acquisizione di alcune aree demaniali presenti sul Lungo Centa.

L’area Signola, le cui vecchie previsioni del precedente piano prevedevano il trasferimento dei campeggi e dell’ospedale, potrebbe essere adibita a uso parco con ville isolate.


Per ciò che riguarda il territorio agricolo, occorre fondamentalmente conservare le quattro aree principali già presenti.

Occorre tener conto della pertinenza visiva, come ad esempio la balconata a mare, per le aree di conservazione del paesaggio, presenti soprattutto nelle frazioni di Leca, Bastia, Lusignano, Campochiesa e San Fedele, senza però far crescere i carichi insediativi.

La riqualificazione e la trasformazione del territorio sono due aree ben distinte tra loro e per quanto concerne la trasformazione occorre tener conto della logistica, del traffico, delle sostanze chimiche ecc.

Per fare una riqualificazione efficiente occorre tener conto di alcune cose di cui, purtroppo, ancora poco si parla come, ad esempio, del parco agricolo tecnologico e i masterplan.

Le innovazioni normative permettono un innalzamento della dimensione minima (6000 metri quadrati) affinchè si possa evitare l’erosione dello spazio produttivo.

Le nuove norme riconoscono l’attuale e il precedente indice residenziale, il cui obiettivo è l’organizzazione più complessa dei cicli di produzione.

Per quanto riguarda il parco agricolo, sarebbero presenti comunque alcuni capisaldi come, ad esempio, la Sagra del Pigato a Salea, l’azienda sperimentale della Camera di Commercio e il cambiamento di uso degli edifici della Polveriera, con la creazione di start-up.


L’assetto infrastrutturale prevede per Albenga un arretramento della ferrovia e un progetto di mobilità dolce, come le biciclette, collegato alla città stessa.

Molto importante per la città sarebbe anche la strada della Gronda a monte della ferrovia, con un conseguente scarico di traffico per le vie più centrali ed una notevole importanza per Via Genova.

Per ciò che concerne la città pubblica e i suoi 615000 metri quadrati di servizi esistenti che verrebbero triplicati con il nuovo PUC, si può notare che il nuovo progetto è realistico e vi sono in gioco circa 910000 metri quadri di aree diverse tra loro.

L’esproprio, operazione importante per la realizzazione di questo progetto, coinvolge circa 370000 metri quadri di aree con una loro quota d’indice e sarebbe necessaria la progettazione di rilascio di una parte alla città stessa.

Le aree soggette alla perequazione ed alle sue regole sono le seguenti : Litorale di Vadino (zona campeggi), ma si tratta di una misura non coercitiva, Parco archeologico della Collina, Via San Calocero, Impianti sportivi di Lusignano, Impianto sportivo Signola

Per ciò che riguarda i servizi già presenti, si può affermare che 1/5 delle aree sono già riconosciute edificabili, mentre le restanti 4/5 sono cedute al Comune. La nuova legge urbanistica, modificata dalla legge n.11/2015 permette la creazione di un unico progetto.

Una delle due fasi del percorso consiste nella realizzazione di uno schema di conferenza VAS (valorizzazione ambientale strategica) che disegna i requisiti importanti per l’approvazione; requisiti che sono i seguenti: conferenza dei servizi, integrazione, pubblicazione, decisione, adeguamento del PUC, eventuali modifiche, pubblicazione e consultazione, che durano circa 110 giorni.

Il progetto prevede inoltre una fase di verifica con un dibattito che si deve necessariamente svolgere in sede di consiglio comunale.

Nel 2014, il terreno fertile albenganese era circa l’8% e si è potuto notare tra il 2000 e il 2010 un incremento di circa 1000 aziende. Il problema nasce nel momento in cui il PUC toglie terreno coltivabile e il nuovo PSR, secondo alcuni, non permette ai coltivatori di svilupparsi, i quali hanno intenzione di chiedere i danni al Comune stesso anche per la perdita di circa 500 posti di lavoro.

L’area del ponte romano, come altre due o tre, è molto importante per la valorizzazione del territorio ed è impossibile non fare un paragone tra il nuovo PUC ed il vecchio PRG.

Le aree Enel e quelle delle frazioni possono essere riviste anche per quanto riguarda il consumo del suolo, soprattutto in termini analitici.

L’edilizia convenzionata è purtroppo sparita e il social housing non è ancora molto diffuso nel nostro paese, ma l’immobilismo non è mai la scelta corretta.

Nel 2008 era stata paventata la possibilità di una pista ciclabile lungo il Centa per circa 15 km, ma ora si ritiene più fattibile un’idea di viabilità alternativa che coinvolga le zone di Vadino e le frazioni di Lusignano e San Fedele oppure la creazione di un secondo ponte a Bastia vicino all’ex fabbrica Testa.

Per ciò che riguarda il polo scolastico, il sindaco Cangiano non ha nascosto la sua soddisfazione in caso fosse realizzato, ma secondo alcuni non è stato pensato bene perché l’ospedale e Viale Olimpia rimarrebbero per così dire “monchi” e soprattutto occorrerebbe che una parte di terreno della Caserma Turinetto venisse lasciato all’ospedale nel caso di una sua espansione.

La riva destra del fiume Centa sarebbe dovuta diventare una strada-parco, ma il campo sportivo ne sarebbe rimasto penalizzato e sarebbe inoltre mancato lo spazio per un’eventuale espansione.

La creazione della pista ciclabile potrebbe essere una buona idea se andasse di pari passo con la riqualificazione del fiume, che dovrebbe avvenire in maniera separata dal resto della città.

Un esempio di un progetto ben realizzato è quello di Sanremo, in cui vi è una pista ciclabile lunga ben 37 km che va da Ospedaletti fino a Taggia.

Per quanto riguarda la creazione del polo scolastico nella sede dell’ex tribunale ci sarebbe poca spesa poiché sarebbe utilizzata una struttura nuova, mentre la realizzazione dello stesso nella sede della Caserma Piave non sarebbe realizzabile per questioni di logistica, mentre sarebbe un’ottima idea creare in quella struttura un raggruppamento delle varie forze armate presenti sul territorio di Albenga.

Il nuovo puc approvato

Giovedì 22 ottobre alle ore 14 si è tenuto ad Albenga un consiglio comunale ad hoc, in seconda convocazione, essendo andata deserta la seduta del giorno precedente, per l’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC).

Il consiglio comunale prevedeva due punti, in altre parole la pratica dei sottotetti e l’approvazione del piano stesso.

Per quanto riguarda il primo punto, vi sono stati seri problemi di numero legale, perché una buona parte dei consiglieri e assessori sono risultati incompatibili per aver direttamente o indirettamente interesse nella pratica stessa.

La pratica è riuscita fortunatamente a passare all’unanimità grazie ai voti della minoranza, dato che i consiglieri che hanno votato sono stati solamente sei (gli assessori non hanno diritto di voto).

Con la nuova normativa, sarà possibile usare i sottotetti con il limite di quelli del centro storico della città che danno sulle vie principali, i quali possono essere solamente usati e non sopraelevati, mentre per quanto riguarda i centri storici delle frazioni non varranno le limitazioni.

Il secondo punto, l’approvazione del piano stesso, ha richiesto molto tempo in quanto si è deciso di votare punto per punto per valutare al meglio le incompatibilità dei singoli consiglieri.

Il primo cittadino ha proposto sei emendamenti, tutti approvati, che sono i seguenti: Articolo 2.22 riguardante le strutture produttive agricole, Articolo 2.43 riguardante le aree per servizi pubblici esistenti, Articolo 2.44 riguardante le aree per diritti edificatori, Articolo 1.6 riguardante le misure di salvaguardia, Articolo 3.1 riguardante le ristrutturazioni, Area riguardante il distretto dell’ex Farmaceutica Testa.

Dopo varie votazioni, il Piano è stato approvato ed è subito emersa la soddisfazione del PD ingauno che ha rilevato la complessità del lavoro ed ha ringraziato il Caire e i suoi tecnici per il lungo lavoro.

Il Puc di Albenga, come già evidenziato nella prima parte dell’articolo, ha visto tre diverse amministrazioni: quella guidata da Antonello Tabbò, quella di Rosalia Guarnieri e quella di Giorgio Cangiano, che ha approvato il piano in maniera definitiva.

Non tutti hanno potuto approvare il piano per le incompatibilità previste dall’articolo 38 del regolamento comunale[2]; tra questi l’architetto e consigliere di minoranza Massimiliano Nucera (la sua incompatibilità è di tipo professionale e un’incompatibilità può annullare la votazione intera), che ha però espresso il suo appoggio al lavoro del sindaco e di tutti i consiglieri, in particolare per il progetto del Parco Agro tecnologico.

SELENA BORGNA



[1] Ilpiano urbanistico comunale(PUC), ai sensi della legge italiana, è uno strumento di gestione del territorio comunale italiano, composto da elaborati cartografici e tecnici oltre che da normative (legislazione urbanistica) che regolano la gestione delle attività di trasformazione urbana e territoriale del Comune di pertinenza.

Il PUC nasce dalla necessità di aggiornare e integrare il vecchiopiano regolatore generale (PRG), aggiornato e ridefinito nel nuovo strumento dalle legislazioni regionali, giacché in alcuni comuni d’Italia non rispecchia più le precedenti esigenze di coordinamento del territorio.

[2] 1) Quando un Consigliere lo richieda e la maggioranza dei presenti sia consenziente, si votano separatamente le parti di una proposta di delibera, di un ordine del giorno, di un emendamento ecc.

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