Il libro del mese LA VERA STORIA DEL PIRATA LONG JOHN SILVER
IL LIBRO DEL MESE di ottobre 2010
a cura di Massimo Bianco
LA VERA STORIA DEL PIRATA LONG JOHN SILVER
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IL LIBRO DEL MESE di ottobre 2010
a cura di Massimo Bianco
LA VERA STORIA DEL PIRATA LONG JOHN SILVER
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Quanti di voi lessero, da bambini o adolescenti, “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, santo patrono della pirateria letteraria tutta o quanto meno videro il classico sceneggiato omonimo in tv? <<Quindici uomini sulla cassa del morto Io – oh – oh e una bottiglia di rum!>> Mitico. Storia per ragazzi, è vero, ma letta e/o vista volentieri da uomini di ogni età fin da quel lontano 1883 in cui l’opera fu per la prima volta pubblicata in volume. Vi si narravano le vicende dell’adolescente Jim Hawkins, dapprima trovatosi fortuitamente in possesso della mappa del tesoro del capitano Flint e poi partito con la nave Hispaniola verso una selvaggia isola lontana, insieme a vari compagni, alla ricerca dell’oro colà seppellito. |
E quanti di voi, terminata la lettura o la visione e affascinati dal racconto, rimasero incuriositi da Long John Silver, il cattivo o, per meglio dire, il capo dei cattivi del romanzo, ufficialmente cuciniere della Hispaniola ma in realtà ex quartiermastro di Flint? E se davvero seppe incuriosirvi, potreste allora forse esservi domandati chi fosse veramente questo pirata privo di una gamba ma, a un tempo così terribile e così brillante e che fine egli avesse fatto. <<Il cuoco non se n’era andato a mani vuote; inosservato, aveva forzato una paratia e sottratto uno dei sacchi di monete (…) Di Silver non abbiamo saputo più nulla. Quel formidabile uomo di mare con una sola gamba è finalmente sparito dalla mia vita; ma suppongo che abbia ritrovato la vecchia negra e forse viva comodamente con lei e col “capitano Flint” (un pappagallo N.d.R.) . Così vogliamo sperare, perché immagino che abbia ben poche possibilità di trovare la felicità nell’altro mondo.>> Quanto sopra Stevenson lo mette in bocca al protagonista Jim nell’ultima pagina de L’isola del tesoro e, come si deduce dal commento, nonostante la gravità delle azioni commesse dal pirata, la simpatia per lui provata dal ragazzo – e probabilmente dall’autore stesso – risulta evidente: il segreto fascino del male, sempre presente anche nell’animo più mite. |
Ebbene, qualche anno fa lo scrittore svedese Bjorn Larsson, affrontando “una scommessa difficile al limite dell’azzardo” come ha scritto nell’introduzione Roberto Mussapi, ha pensato bene di rispondere alle succitate domande sul filibustiere, chi era e che fine avesse fatto, nel suo romanzo intitolato La vera storia del pirata Long John Silver (Iperborea editore). <<L’avventurosa e veritiera storia della mia vita e delle mie imprese di uomo libero, gentiluomo di ventura e nemico dell’umanità.>> E, grazie alle sue qualità di scrittore e alla solida “sceneggiatura” ottocentesca di base, ne è venuta fuori, cari lettori, un’avventura per adulti e con la A maiuscola, in cui Larsson si diverte a immaginare quale potrebbe essere stata l’“autentica” esistenza condotta da questo affascinante e spregiudicato personaggio nato dalla fantasia di Stevenson |
Personaggio peraltro inspirato in parte alla realtà e più precisamente a un vecchio amico del grande scrittore scozzese, tale W.E. Henley, che anni prima aveva superato con immensa forza d’animo la perdita di un piede, e a Israel Hands, uno dei luogotenenti del famigerato pirata Barbanera, da cui un giorno ricevette una pistolettata al ginocchio che lo costrinse ad andar zoppo e aiutandosi da una gruccia per il resto della vita. Tra parentesi, interrogato sul perché del suo gesto, così lo spiegò il feroce e crudele Edward Teach, alias Barbanera: “Se non sparassi su qualcuno di voi di tanto in tanto mi manchereste di rispetto”. Da notare in proposito che, oltre a essere in minima parte trasposto in Silver, Israel Hands appare col suo nome e cognome pure come personaggio dell’Isola del tesoro (e di conseguenza anche della Vera storia del…), nelle sembianze di uno dei tanti marinai imbarcatisi ai segreti ordini di Long John. Ed ecco dunque dipanarsi, grazie alla fantasia di Larsson, la giovinezza di “Barbecue” – come il cuoco di bordo della Hispaniola era soprannominato nel romanzo originario o, secondo altre traduzioni, “Porco arrostito”! – a Bristol e la sua successiva decennale vita da marinaio, sviluppatasi fino a raggiungere il grado di nostromo a bordo della Lady Mary, vascello comandato dal capitano Wilkinson. Costui, uomo disumano e spietato e pronto a sacrificare per meri motivi d’orgoglio se stesso insieme all’intero equipaggio, costringerà infine il nostro eroe ad ammutinarsi, facendolo così divenire, dopo che si sarà salvato la vita per il rotto della cuffia, un ricercato e di conseguenza, perché bisogna pur sostentarsi, un contrabbandiere. Provvisoriamente abbandonati infine i traffici illeciti, iniziano per Silver mille altre vicissitudini, che non anticipiamo per non guastare il piacere della lettura, fino all’attesa trasformazione in pirata, prima sotto il comando dell’onesto e umano Edward England e poi del ben più sanguinario Flint. È un racconto affascinante questo offertoci dall’autore scandinavo, che attraversa la storia della marineria nella prima metà del ‘700 in maniera realistica e convincente senza peraltro mai perdere di mordente, fino a giungere alla solitaria vecchiaia del protagonista in un angolo sperduto del Madagascar, dove lo si immagina impegnato a scrivere le proprie memorie. E lo stesso Long John Silver è tratteggiato con accuratezza e fascino, risultando accessibile e misterioso a un tempo. < Sulla falsariga delle informazioni fornite nel suo romanzo dal grande scrittore britannico dell’800, Larsson ci offre mille particolari di questa ipotetica vita banditesca, da come egli perse la gamba a come davvero considerasse Jim Hawkins, mozzo della Hispaniola e protagonista stevensoniano. Larsson regala inoltre al lettore una ricchissima galleria di personaggi, inventandosi tra l’altro la succulenta trovata di un ipotetico incontro tra Silver e Daniel Defoe, scrittore settecentesco noto oggi soprattutto per il suo Robinson Crusoe ma autore ai suoi tempi anche di un libro intitolato “Storie di pirati”, pubblicato in Italia dall’editrice Laterza. Scopriamo così che una buona percentuale di tali storie di pirati sarebbero state raccontante a Defoe proprio dall’ineffabile Long John in persona! Si tratta insomma di un romanzo a un tempo maturo e godibilissimo, che non mancherà di affascinare il lettore perché, ebbene sì, nonostante l’azzardo, Larsson la sua scommessa l’ha senz’altro vinta, garantito. Massimo Bianco
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