Il grande coraggio.

 
Il grande coraggio.
Davide Battistini, in sciopero della fame dal 20 gennaio, per ottenere dal governatore V. Errani l’applicazione della legge regionale che ha abolito le catene come mezzo di detenzione per i cani di “proprietà”.

Il grande coraggio.

L’animalista romagnolo, Davide Battistini, in sciopero della fame dal 20 gennaio 2014, per ottenere dal governatore Vasco Errani l’applicazione della legge regionale emiliano romagnola che nel 2013 ha abolito le catene come mezzo di detenzione per i cani di “proprietà”.

Questo è il secondo sciopero della fame dell’attivista romagnolo. Ogni giorno, da venti giorni, assume esclusivamente liquidi non zuccherati in quanto afferma che “il consumo del mio corpo è la forza di un digiuno non violento”. È sotto controllo medico per monitorare il dimagrimento costante.

Il primo digiuno durò 43 giorni, dal 1 gennaio al 12 febbraio 2013. Suscitò una forte reazione nel mondo animalista italiano e non solo e 13 mila persone firmarono la petizione a supporto delle richieste di Battistini.

Lo sciopero venne interrotto al 43 giorno, quando l’attivista aveva già perso 15 kg.

Dimagrimento documentato dal cardiologo, membro del team di terapia intensiva dell’ospedale di Ravenna, Roberto Parollo.

Battistini si fermò per le promesse che vari politici gli fecero. E cioè l’approvazione della legge entro 60 giorni.

Il governo emiliano romagnolo accolse le proposte di questa lotta non violenta, in stile gandhiano, sicuramente anche per l’eco negativa che avrebbe avuto sui partiti di governo un aggravio della salute dell’animalista.


 

Non a caso l’attivista aveva scelto i tempi della protesta in modo da arrivare allo stremo a ridosso delle elezioni del 26 febbraio scorso. All’epoca minacciò anche di smettere di bere a 7 giorni dalle elezioni, se il governo regionale non avesse recepito la richiesta non violenta di 13 mila cittadini.

Alle promesse dei politici non è purtroppo seguita la liberazione dei cani alla catena.

L’animalista sostiene, che le istituzioni non applicano volutamente la legge.

A suo dire, sentiti vari contatti della sua regione e anche per esperienza diretta nella zona in cui vive, Ravenna, i cani alla catena monitorati sono ancora tutti in questo stato di schiavitù.

Battistini sostiene che la non applicazione della legge sia un modo per non contrariare le lobby di cacciatori, allevatori e contadini che da sempre tengono i cani a catena come “strumento” di protezione della proprietà.

E queste categorie economiche sicuramente non vedono di buon occhio un aumento dei diritti degli animali.

Animali che per gli allevatori e per la legge sono considerate cose, proprietà da sfruttare e non soggetti portatori di diritti.

Il consiglio regionale dell’Emilia Romagna, da mesi, posticipa continuamente la decisione sulla superficie e le caratteristiche dei recinti che dovrebbero sostituire le catene.

Le associazioni animaliste sostengono che questi recinti non possono essere più piccoli di quelli garantiti per i canili municipali, cioè minimo 9 metri quadri. Altrimenti si arriverebbe all’assurdo che in caso di adozione il cane avrebbe un peggioramento delle condizioni di vita rispetto a quella nel canile.

Nell’ultima seduta regionale di dicembre 2013 in commissione sanità, l’ufficio regionale veterinario ha letto un testo, comparso dal nulla, dichiarandolo condiviso dal mondo animalista e ha proposto, per i cani oltre i 40kg, recinti di 172×172 cm.

Il mondo animalista emiliano romagnolo ha immediatamente dichiarato alla stampa che le dichiarazioni dell’ufficio regionale veterinario non corrispondevano al vero. E la proposta dei veterinari era fortemente lesiva dei diritti degli animali.

Questo tentativo di far approvare recinti minimi, vere e proprie gabbie, è stato l’elemento che ha fatto decidere Battistini ad iniziare un nuovo sciopero della fame.

Battistini dichiara che ha intuito che si stava lavorando di nascosto, nelle stanze della regione, per vanificare tutta la legge.

Potete seguire l’evolversi di questa lotta non violenta per i diritti animali sulla pagina Facebook www.facebook.com/scatenarediritti.

Davide Battistini

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