Il Governo del parapiglia: tra canoni e canne al vento
Meloni “nera”, Tajani guardingo, Salvini scalpitante: il teatrino politico si trasforma in un’arena di gladiatori senza regole.
Il Governo del Parapiglia: tra canoni e canne al vento
Tensioni nella maggioranza, scaramucce parlamentari e sguardi foschi: il taglio del canone Rai è solo l’ultima scintilla in una polveriera pronta a esplodere.
La Grande abbuffata delle contraddizioni
Il Circo della Maggioranza: si ride (amaramente) per non piangere
È come se una troupe comica si fosse insediata a Palazzo Chigi. Un governo nato sotto la stella del “fare per gli italiani” si trova, invece, impantanato in uno spettacolo di tensioni personali e rivalità intestine. Il caso del canone Rai è solo la punta dell’iceberg: Forza Italia e Lega si azzuffano mentre Fratelli d’Italia cerca disperatamente di tenere in piedi una baracca che sembra sul punto di crollare. La domanda è inevitabile: siamo agli sgoccioli?
Coerenza: questa sconosciuta
I protagonisti del nostro governo sembrano campioni di incoerenza. Tajani sostiene che “Silvio non avrebbe mai tagliato il canone”, dimenticandosi dei proclami berlusconiani contro “le tasse inutili”. Salvini, intanto, fa il leone contro il “sistema” ma si appiglia a sconti risibili per giustificare la sua linea. La Meloni, nel frattempo, arranca, tentando di mascherare il caos dietro sorrisi stanchi e battute sempre meno convincenti.
Tajani, Mediaset e il grande gioco del canone
Non prendiamoci in giro: Tajani non difende il canone per amore della cultura pubblica. La realtà è più semplice e più cinica. Una Rai che deve sopravvivere con più pubblicità intaccherebbe direttamente gli introiti di Mediaset, la vera “padrona” politica di Tajani. Il conflitto d’interessi è grande quanto l’ego dei nostri vicepremier, ma nessuno sembra farci troppo caso.
Salvini, il leone in gabbia Elettorale
Il capitano è in difficoltà. Dopo i disastri delle urne, Salvini ha bisogno di recuperare terreno. Il taglio del canone era una carta populista, una di quelle che sperava gli regalasse qualche titolo sui giornali e un po’ di consenso. Invece, si è trasformata nell’ennesima dimostrazione di quanto sia emarginato nella maggioranza. Non è più un capitano, ma un mozzo in cerca di timone.
Tutti contro Tutti: il Titanic della maggioranza
Questa non è una coalizione, è un’arena. Ogni giorno si assiste a lotte di potere, accuse reciproche e sgarbi politici. Meloni cerca di fare da paciere, ma il suo ruolo assomiglia sempre di più a quello del comandante di un Titanic diretto verso l’iceberg.
Meloni e il rischio di “schiattare”
La premier si agita, alza la voce, si mostra determinata. Ma ogni passo falso degli alleati, ogni “inciampo” parlamentare la avvicina sempre di più al rischio di implosione. Il suo governo non sta solo perdendo compattezza, sta perdendo credibilità, e con essa il sostegno di chi l’aveva incoronata come leader di ferro.
Un Futuro Fosco: il preludio al declino
La geopolitica non aspetta le schermaglie italiane. Tra crisi energetiche, tensioni internazionali e un’economia traballante, la maggioranza non può permettersi altri errori. Eppure, sembra destinata a commetterne altri, fino al collasso. Tra un anno, se questa è la strada, l’Italia potrebbe trovarsi non solo con un governo ai minimi termini, ma con una politica incapace di rispondere alle sfide del presente.
Un’Italia sospesa sul baratro
Riuscirà la maggioranza a uscire da questo vortice di conflitti? Forse. Ma più probabilmente continuerà a galleggiare, finché l’insofferenza degli italiani non la travolgerà del tutto. In quel momento, l’intero paese si chiederà perché abbia sopportato così a lungo un circo invece di pretendere una politica degna di questo nome.Antonio Rossello CENTRO XXV APRILE