Il genocidio sudanese, le armi e l’inconsapevolezza
In Sudan è in corso un altro genocidio di cui nessuno parla. Numeri da apocalisse per quella che si prefigura come la crisi umanitaria più grave della storia. Otto milioni di persone in fuga di cui la metà bambini, decine di migliaia di morti, fame, pulizia etnica.
Il tutto mentre da noi riparte l’industria bellica in vista della terza guerra mondiale e si prende il sole. In Sudan dalla guerra civile tra sud cristiano e nord musulmano che ha diviso il paese in due, sono passati alla guerra civile di puro potere per Khartoum. I soliti militari che si buttano in politica per sfamare il proprio ego. Bramosia di dominio e di imposizione della propria volontà, vani sogni di gloria. Tra le dune è ancora possibile vedere la guerra nella sua essenza. In gran parte del Sahel si vive di pastorizia e di quel poco cresce sulla sabbia durante la breve stagioni delle piogge, si vive al limite della sopravvivenza e basta poco per far saltare gli equilibri riducendo milioni di persone alla fame.
Proprio come sta succedendo a causa della guerra civile ma anche delle gravi conseguenze dei cambiamenti climatici come in tutto il Sahel del resto. Dove non piove abbastanza e brucia tutto oppure si generano inondazioni improvvise devastanti. Con milioni di persone costrette a fuggire coi loro quattro stracci dalle pallottole e dalla fame e si ritrovano in immensi campi profughi sperduti in mezzo all’oceanico deserto del Sahara sperando in qualche samaritano. Scene infernali. Bambini che muoiono di stenti, nessuna assistenza sanitaria, comunità e famiglie distrutte, fosse comuni, violenza e disperazione. Con gli operatori umanitari che lanciano appelli ma i governi del mondo ricco comprano cacciabombardieri e carrarmati, strumenti di morte invece che di vita. Salvo poi lamentarsi quando parte l’ennesimo esodo di disperati verso nord. Davvero assurdo. Come se l’inconsapevolezza egoistica sia in fondo follia. Il non rendersi conto della realtà e delle proprie azioni e quindi perseverare negli stessi errori. Per decenni, per secoli. Come se in fondo il vero problema fosse l’inconsapevolezza dell’uomo e quindi la sua consapevolezza la vera soluzione. Dopo trent’anni di duro regime di un certo Bashir inseguito dal tribunale internazionale per crimini contro l’umanità, i sudanesi si sono ribellati ma alla fine hanno ottenuto solo promesse e l’ennesimo colpo di stato per mano di due generali che poi si son messi a litigare tra loro. Palese guerra egoistica per il potere. Non come da noi dove i potenti camuffano la guerra per farla digerire alle masse. Se ne sono inventate di tutti i colori negli ultimi anni. Guerre umanitarie e per la pace e i diritti umani e la democrazia. Guerre perfino preventive e basate su bugie come quella in Iraq o che hanno portato a tragicomici disastri come in Afghanistan o in Libia di cui nessuno ha mai risposto né risponderà. Adesso siamo impegnati in Ucraina ma la NATO sta in realtà già lavorando per trascinarci nella terza guerra mondiale con la Cina una volta archiviata la pratica russa, ma a tempo debito. Devono prima creare il nemico ed inventare minacce, poi devono provocarlo e creare il pretesto ma soprattutto nel frattempo devono intortare le masse per convincerle che valga la pena spendere miliardi dei loro soldi in quella guerra invece che per migliorare la loro vita e quella del pianeta contribuendo ad esempio a quell’inferno che è oggi il Sudan. E’ storia. Follia guerrafondaia occidentale a trazione americana resa possibile da un Europa che politicante ancora non esiste e da partitocrazie nazionali insulse. Con miliardi di soldi pubblici spesi per la nostra autodistruzione invece che per salvarci. Come se la folle inconsapevolezza egoistica sia in fondo il vero problema dell’umanità e quindi la consapevolezza l’unica vera soluzione.