Il futuro dei nostri figli e nipoti nelle nostre mani

Il futuro dei nostri figli e nipoti 

nelle nostre mani

Il futuro dei nostri figli e nipoti
nelle nostre mani
 Ci volevano 5 anni e le elezioni alle porte con i sondaggi, che vedono il PD in caduta libera, per convincere il Governo a fare (in parte) ciò che noi andiamo dicendo da 10 anni e cioè tentare di difendere le proprie frontiere di fronte ad una invasione che non ha eguali nella storia, se non come quella del continente Americano, un continente grande parecchie volte quelle del nostro Paese e, ai tempi della grande emigrazione, quasi completamente disabitato.

Improvvisamente le panzane che ci raccontavano che noi abbiamo bisogno di immigrazione, perché in Italia non si fanno figli e che saranno gli immigrati a pagare le pensioni di una popolazione anziana, sono scomparse dalla retorica dei dirigenti del Pd; temporaneamente non parlano più neanche dello jus soli che è stato messo in naftalina, il tutto per non irritare ulteriormente il popolo italiano che è arrivato al limite della sopportazione e finalmente ha in mano uno strumento per punire chi ha ridotto il nostro Paese al baratro economico e la nostra cultura e civiltà in pericolo di sopravvivenza.

Probabilmente il candidato Governatore della Lombardia ha sbagliato parola, ma il senso è quello: se non si ferma questa vera e propria invasione la nostra cultura e la nostra civiltà saranno sopraffatte e se solo adesso, in tempo di elezioni, viene valorizzata l’opera di Minniti da parte del PD è solo una posizione strategica del momento, per cui speriamo che il popolo non si faccia ingannare e voti per chi ha veramente a cuore questo argomento, tanto importante per il futuro dei nostri figli e nipoti e non gli ipocriti dell’ultima ora.

Per fare un po’ di cronistoria, va detto che i nostri problemi nascono da lontano, nascono nel “68 con la grande rivolta studentesca contro un sistema bigotto e politico guidato dal partito della Democrazia Cristiana,

Il periodo virtuoso di tale partito, che era riuscito, grazie a un grande leader del Nord come Alcide De Gasperi a ridare dignità politica ed uno sviluppo economico notevole al nostro Paese infatti era terminato.

Nel momento in cui la democrazia cristiana passava nelle mani dei marpioni scudocrociati del Sud che si apprestavano a raccogliere i frutti delle ricchezze create con il lavoro dei padani e delle rimesse degli emigrati meridionali di tutto il mondo, da usare ai loro fini di potere, iniziava il lento declino del Paese del “ miracolo economico”.


Terminata l’emergenza post bellica, in un contesto di espansione inimmaginabile, noi studentelli di allora, in buona fede, credevamo in una azione dirompente, per restituire a quella classe operaia produttiva, che aveva creato quella grande ricchezza, una giusta redistribuzione, togliendola dalle mani dei nuovi padroni della politica italiana.

Ci fidavamo dell’allora PCI, anzi consideravamo il grande partito di sinistra il partito politico che avrebbe trasformato la nostra rivolta in un impulso alla modernizzazione del Paese, sull’esempio dei Paesi del Nord Europa, che avrebbe portato welfare e benessere a tutti, specialmente alle classi meno abbienti.

Purtroppo molti di noi sono rimasti delusi, perché ben presto si è capito che, ai democristiani del dopo De Gasperi e ai novelli dirigenti Comunisti del bene della classe operaia non gliene importava un bel niente, a loro importava il potere e basta e per mantenere tale potere nelle proprie mani bisognava incanalare la rivolta studentesca dove conveniva ai partiti, instaurando quel clientelismo, che funzionava allegramente a Sud, in futuro anche nel Nord produttivo.

All’ orgoglio operaista padano e a quel patrimonio tecnico che aveva portato il Paese a diventare la settima potenza industriale del mondo, veniva preferito il favorire quella educazione umanistica che avrebbe dovuto creare quella classe dirigente di sinistra, pronta a sostituire la vecchia burocrazia democristiana.

 

I figli degli operai dovevano essere laureati e principalmente laureati in materie umanistiche, materie propedeutiche per formare la grande classe dirigente del futuro: il merito veniva abolito e iniziava a nascere quel classismo alla mercè dell’élite radical chic.

Se poi la laurea non era meritata poco importava, l’importante era ottenere il pezzo di carta: di questo posso essere testimone per l’Università di Genova per i tanti voti politici dati in quegli anni, così come avveniva nelle varie Università italiane, usando talvolta anche la forza.

Quegli anni sono stati il punto di partenza per cambiare la scuola e contemporaneamente un diabolico strumento per creare una massa di futuri disoccupati cronici.

Basta pensare che l’Italia, che ha il 20% in meno di abitanti  della Germania e ambedue sono potenze industriali, genera 8000 tecnici specializzati ogni  anno, mentre la Germania ne genere 800.000 ….100 volte di più; al contrario noi produciamo avvocati, sociologi, psicologi, insomma una massa di futuri disoccupati l’esempio dello sfratto dell’Istituto Tecnico Nautico di Savona dalla propria storica sede a favore del Liceo Classico, voluto dal PD savonese, conferma una  volontà ben precisa in tal senso anche a livello locale.

Tutto ciò, mi si chiederà, come incastra con l’invasione?


Certo che ci incastra perché la cosiddetta “accoglienza” è stato un mezzo per le sinistre per dare un lavoro a quelle masse di laureati, per evitare altre rivolte e mantenere il consenso tra i giovani laureati.

Qualsiasi persona di buon senso capisce che non possiamo ospitare l’Africa e l’Asia in Italia, tuttavia

un milioncino o forse due milioncini di migranti possiamo ospitarli a scapito della nostra povera gente, ma dietro di loro possiamo dare lavoro a quella massa di  sociologi, psicologi, laureati in legge disoccupati, che tendenzialmente votano per i partiti di sinistra, oltre a poter usufruire di una potente  macchina propagandista verso queste masse di migranti, che per un tozzo di pane sono disposti a votare per i loro “ benefattori”  una volta ottenuto il diritto di votare.

Addirittura la Gabanelli si è inventata una Italia” grande hub” di tutta l’immigrazione mondiale, immenso centro di “ istruzione” dove si erudiscono i “migranti” per poi, una volta “eruditi” inviarli nei vari Paesi Europei a lavorare, dando cosi” una professione ai nostri giovani e creando PIL fasullo basato sul debito a carico dei nostri figli e nipoti. (la famosa flessibilità)

Peccato però che tutti gli Stati Europei le hanno risposto “no grazie” e il bel progetto è stato messo temporaneamente in soffitta, al pari dei digiuni dei fanatici dello jus soli.

Delle periferie abbandonate dove vivono 15 milioni di italiani spesso alla merce’ di delinquenza di importazione, del degrado delle città, del fatto che 13 milioni di italiani non hanno i soldi per curarsi come del fatto che nel Continente Nero migliaia di bambini muoiono di malattie, solo per il fatto di non avere a disposizione  un semplice elemento come l’ acqua potabile, al PD e alle varie sinistre non  importa un fico secco.


Pochi sanno che in questi ultimi anni il nostro Governo ha stornato il 40% dei fondi destinati all’ Africa alle Cooperative nostrane per “insegnare l’italiano”, o cose del genere, ai fortunati giovani africani che sono riusciti ad essere salvati sulle navi delle ONG, togliendo detti fondi agli aiuti veri per le popolazioni dei villaggi africani, dove appunto i bambini muoiono a migliaia, per tifo e dissenteria.

Che dire poi dei nostri valori, come l’uguaglianza fra uomo e donna, come il concetto di giustizia e il senso della famiglia, valori condivisi ereditati dalla nostra cultura contadina, valori che a Renzi e alle sinistre interessano ben poco; a loro interessa intrallazzare con i poteri forti, con i banchieri e quegli interessi economici mondialisti delle multinazionali, che vorrebbero le forze di lavoro tutte uguali per poterle sfruttare al meglio. (il recente caso Amazon è un esempio)


Ci sono voluti sette lunghi anni per arrivare al giorno del giudizio, sette lunghi anni nei quali il popolo italiano è stato prigioniero di forze esterne e governato all’interno da coalizioni non volute dai cittadini italiani, che hanno creato disagi, povertà e un ulteriore aumento del debito pubblico, oltre alla svendita di parecchi assets italiani a Paesi stranieri.

Finalmente i giovani disoccupati, le persone anziane, la povera gente e soprattutto a coloro che tengono al proprio Paese, ha la possibilità di votare e fare sentire il disagio che il PD  ha creato loro mandandoli sonoramente a casa

In Liguria ci siamo riusciti e lentamente ma costantemente stiamo uscendo dal torpore in cui le sinistre ci hanno lasciato dopo tanti anni di malgoverno.

Questa è una occasione più unica che rara……..occorre approfittarne, pena il permanere del nostro declino economico e la futura disgregazione della nostra stessa civiltà.

   SILVIO ROSSI  Consigliere LEGA NORD

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