il fragile rapporto mare – costa

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentanovesima parte

IL FRAGILE RAPPORTO MARE – COSTA

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO

Trentanovesima parte

 Alcuni nostri amici lettori, non avendo ricevuto notizie dettagliate sui dati ARPAL, relativi allo stato di salute attuale del mare savonese, hanno cortesemente richiesto noi di poter leggere nuovamente l’articolo di Aldo Pastore, Citato nella trentottesima parte di questa pubblicazione, e così intitolato

IL FRAGILE RAPPORTO MARE – COSTA

Accettiamo ben volentieri l’invito e procediamo, di conseguenza, ad una nuova pubblicazione, precisando peraltro, che l’articolo sopra detto porta la data del 28 gennaio 2011

 

In questi ultimi giorni, sono giunti alla nostra attenzione due interessanti articoli giornalistici.

 Il PRIMO è comparso in data 23 Gennaio 2011 su “IL SECOLOXIX (pag. 41), porta la firma di Giorgio Bertone ed è così intitolato:

“LA BOCCIATURA DI TRE PROGETTI

E LA LIGURIA SI ACCORSE DI AVERE TROPPI POSTI BARCA”

Il SECONDO è stato pubblicato dal Quotidiano “LA STAMPA” (pag. 57), porta la data del 26 Gennaio 2011, la firma di Paride Pasquino ed il seguente titolo:

ALLARME EROSIONE: ENORMI MASSI IN MARE PER CONTRASTARE L’AZIONE DELLE CORRENTI.

TRE MOLI PER SALVARE LA SPIAGGIA

Qualche nostro attento lettore ci potrà far osservare che si tratta di due argomenti diversi e, per alcuni aspetti, assai lontano tra loro. Ma, io mi permetto di dissentire anticipatamente da questo ipotetico, ma probabile, giudizio per questa semplice e lineare considerazione:

“E’ INCLUSO IN QUESTI DUE ARTICOLI IL TEMA DEL COMPLESSO RAPPORTO ESISTENTE TRA IL MARE E LA COSTA”

E’ un tema assi discusso e controverso, nobilmente trattato, in letteratura, da Omero e da Virgilio, sino a giungere ad insigni scrittori del nostro tempo (da Italo Calvino a Ennio Flaiano e ad Alessandro Baricco); ma, è anche un argomento, trattato sotto il profilo tecnico scientifico da molti studiosi (cito, ad esempio: Giuseppe Notarbartolo Di Sciara, Maurizio Wurts, Gian Antonio Orighi, Giuliano Fierro ed altri ancora).

Tuttavia, è mia impressione (ma, forse, non è soltanto un’impressione, bensì una consolidata certezza) che molti Pubblici Amministratori, la quasi totalità degli Economisti e degli Imprenditori che operano nel Settore Turistico non conoscano o abbiamo scientemente ignorato questi studi, che pure sono dotati, a mio modo di vedere, di notevole importanza, sotto ogni aspetto.

Dirò di più: non sono affatto stupito della decisione della Giunta Regionale Ligure, in virtù della quale sono stati respinti i tre progetti dei porticcioli di Diano Marina, di Albenga e della Margonara (perché sostanzialmente non compatibili con la tutela della qualità ambientale dei tratti di costa interessati); sono invece, sorpreso del fatto che una tale decisione sia giunta con tanti anni di ritardo!

Spiaggia delle Fornaci

Infine, sull’argomento dei nascituri tre moli sulla spiaggia delle Fornaci, mi viene da sorridere ed, allora, mi limito semplicemente a riproporre il commento con il quale avevo concluso un articolo in data 5 Dicembre 2006:  

U  LE’  CUMME VERSÔ  L’ EGUA IN  TEN  SESTIN

E’ COME VERSARE DELL’ ACQUA IN UN CESTINO

Ovviamente, mi riservo di spiegare, più avanti , il perché.

Ed allora incominciamo ad esaminare le profonde modificazioni del RAPPORTO MARE – COSTA che sono intervenute nel MEDITERRANEO in questi ultimi decenni, a causa dell’insensata attività degli Esseri Umani.

. Ed iniziamo dal MARE, il quale (è bene dirlo subito) è profondamente diverso da quello conosciuto dai nostri antenati; queste sono le modifiche intervenute nel suo contesto:

1) La sua TEMPERATURA DI SUPERFICIE SI È ELEVATA, passando da 19,4 gradi di media annuale (rilevati nel 1995) ai 20,3 gradi.

2) La sua componente più superficiale presenta un GRADO DI ACIDITA’ superiore del 30 PER CENTO rispetto a quello riscontrato nell’epoca pre-industriale.  

3) Il suo LIVELLO ALTIMETRICO dimostra una modificazione in altezza di 3,3 millimetri all’anno, a causa dell’espansione degli oceani e del sempre più accentuato scioglimento dei ghiacciai.

I tre fattori, ora citati, contestualmente uniti, hanno condotto e conducono tuttora all’insorgere di altri due deleteri fenomeni:

4) IL CRESCENTE AUMENTO DELLA TEMPESTOSITA’ MARINA;

5) MODIFICAZIONI DELLA DIREZIONE E DELLA POTENZA DELLE CORRENTI MARINE e della CONSISTENZA DEL LORO TRASPORTO SABBIOSO, con secondari e progressivi EFFETTI EROSIVI nelle zone costiere e sulla spiaggia, in particolare.

Le conseguenze delle modificazioni fisiche del Mediterraneo (ed, in particolare, del SURRISCALDAMENTO MARINO) non si limitano, peraltro, ai due fenomeni sopra citati.

Abbiamo assistito, in questi ultimi vent’anni, a SOVVERTIMENTO DELLA BIOLOGIA MARINA di notevole rilievo, che mi permetto di citare ancora una volta, anche se essi sono, in qualche modo, estranei all’argomento, che è, oggi, al nostro esame:

– Si sta verificando una DIMINUZIONE QUANTITATIVA DEI PESCI MARINI e, soprattutto un NOTEVOLE CAMBIAMENTO DELLA BIODIVERSITA’ ITTICA; infatti, nell’intero Mediterraneo, negli ultimi vent’anni, sono comparse almeno centodieci nuove specie ittiche (ad esempio: il pesce Flauto, il pesce Pappagallo, le Ricciole, le Donzelle, il Siganus Luridus etc.) che stanno avendo il sopravvento sulle specie locali e tradizionali; in sintesi: si è verificato un cambiamento del 20 PER CENTO nella biodiversità ittica. Per quanto concerne la loro provenienza, possiamo dire che delle Centodieci nuove specie, sessantacinque sono penetrate da Suez, quarantacinque da Gibilterra.

Dunque: tutte le nuove varietà ittiche che sono penetrate nel Mediterraneo e, quindi, nel Mar Ligure, sono di origine sub-tropicale o tropicale.

Stiamo assistendo, inoltre, da alcuni anni, nei nostri litorali marini, all’INVASIONE DA PARTE DI ALGHE E MUCILLAGINI.

Le specie di alghe (cosiddette straniere) che popolano, ormai, le coste liguri sono di diverso tipo: le più diffuse sono la CAULERPA TAXIFOLIA, la CAULERPA RACEMOSA e la OSTREOPSIS OVATA; tutte queste alghe sono di origine tropicale ed hanno trovato, nell’attuale, nostro Mare, un ambiente a loro eccezionalmente favorevole, perchè per proliferare rapidamente, esse necessitano dei seguenti fattori climatici:

Alta temperatura marina – Alta pressione atmosferica – Luminosità prolungata  – Alta concentrazione di fertilizzanti in mare (Azoto e Fosforo, in particolare), indotta dagli scarichi fognari, non trattati dagli impianti di depurazione delle acque;

– In modo analogo, si sta verificando, nel nostro Mare, una INVASIONE DI MEDUSE; in proposito, consiglio ai nostri Imprenditori Turistici di andarsi a leggere le pubblicazioni della Dott. Silvia Lavorano (Biologa, Responsabile del Settore Tropicale dell’Acquario di Genova); potranno constatare che l’anomala invasione delle diverse specie di meduse (dalla PELAGIA NOCTILUCA all’ AURELIA AURITA, alla COTYLORHIZA TUBERCULATA ed altre ancora) è causata, in parte, dall’alta temperatura dell’acqua marina, ma soprattutto, dalla diminuzione dei pesci e degli altri predatori naturali, che si nutrono di meduse (vedi: il Pesce Spada ed il Tonno Rosso, ma anche il Pesce Palla e la Tartarughe Marine.

– A conclusione di questo lungo elenco sulle modificazioni intervenute recentemente nel nostro Mediterraneo (in gran parte, causate dalle attività umane) dovremmo ancora aggiungere il sempre più accentuato DETERIORAMENTO QUALITATIVO DELLE ACQUE MARINE, indotto dalle operazioni estrattive del Petrolio Sottomarino e potremmo, addirittura, accennare all’episodio recentissimo della Marea Nera che rischia di compromettere le acque cristalline del Golfo dell’Asinara in Sardegna, con possibili ripercussioni sul Mar Ligure.

Ma, su questi argomenti mi sono già soffermato in data 1 Dicembre 2010 (vedi parte decima di questa pubblicazione).

Le riflessioni sulle condizioni attuali del nostro Mare ci portano a concludere che il Mediterraneo è cambiato profondamente in questi ultimi decenni.

A loro volta, le mutate condizioni del Mare sono venute ad incidere negativamente sulle condizioni delle Coste Marine e delle Spiagge, attraverso l’accentuazione delle mareggiate e della crescente erosione sabbiosa

. Esaminiamo, quindi, il SECONDO ASPETTO DEL PROBLEMA, vale a dire quanto le modificazioni indotte dalle attività umane sulle COSTE hanno direttamente influito sulle condizioni fisiche del MARE e delle sue ONDE.

  Non v’è dubbio che, su tutta la Costa Ligure, abbiamo assistito, in questi ultimi decenni, ad una MASSICCIA CEMENTIFICAZIONE e credo che nessuno possa negare tutto questo.

 Ed allora andiamo a leggere: DATI BLUE BOOK 2009, pubblicati a cura dell’ istituto di ricerca sui servizi pubblici locali.

Dalla lettura delle cifre, emerge che la situazione relativa ai DEPURATORI non è certo ottimale, limitandosi alla notizia che la copertura di questo servizio è limitata soltanto al 74 per cento del territorio costiero.

D’altra parte, è sufficiente fare un giro turistico (anche veloce) nella Riviera di Ponente per constatare che, accanto all’abnorme cementificazione costiera ed alla sproporzionata creazione di porticcioli turistici, esiste una deprimente carenza di impianti di depurazione delle acque; in molte località si è, addirittura, dimenticato un elementare concetto e cioè che PRIMA vanno creati i DEPURATORI e solo successivamente i PORTI TURISTICI; in altri termini,si è preferito scaricare direttamente in Mare i contenuti fognari.

 – E, a questo punto, nasce spontaneo l’argomento dell’impatto dei Porti (e non soltanto turistici ) sul Mare.

Tutte le volte che cerco di affrontare questo tema, ritornano fatalmente alla mia memoria le parole che i pescatori dello Scaletto delle Fornaci rivolgevano a me, in allora bambino, alle prese con le prime esperienze natatorie:

“Ricordati, Aldo, che, nella nostra riviera di ponente, tutte le volte che noi rubiamo metri di acqua al mare, egli si vendica: prende metri di sabbia a levante e li trasferisce a ponente.”

 Ho memorizzato questo insegnamento, proveniente da uomini, che io ritengo profondi conoscitori dei segreti del Mare, perchè in quotidiano rapporto esistenziale con esso.

Allorquando mi sono recato, un giorno, a Pegli (ritenuta, sino a partire dal Fine – Ottocento, una località ad alta vocazione turistica e, come tale, dotata di splendidi e lussuosi alberghi, perchè in possesso di una meravigliosa spiaggia sul Mare) e non ho trovato quasi più nulla di quella Spiaggia, ho subito immaginato che fosse stato il recente Porto di Voltri a commettere misfatto del furto; gli esperti hanno successivamente confermato questo mio piccolo dubbio: in effetti, la COSTRUZIONE DEL PORTO DI VOLTRI HA SOTTRATTO LA SPIAGGIA A LEVANTE E, NEL NOSTRO CASO, A PEGLI.

E cosa sta succedendo, oggi, nel litorale interposto tra il Priamar ed il Faro di Vado Ligure, dopo l’errata modalità di realizzazione del Porto Commerciale di Vado?

Quante centinaia di metri quadrati di acqua gli esseri umani hanno sottratto al mare nel tratto antistante il Faro, per creare un Porto creato non già in una Rada (come logica avrebbe voluto), bensì su di un Promontorio?

E’ facile immaginare le risposte a questi quesiti, carissimi Amici: è già iniziato, da parte delle correnti marine, il trasporto della sabbia da Levante a Ponente e, di conseguenza, l’erosione della Spiaggia di Vado Ligure, di Zinola e delle Fornaci.

Ecosa succederà, nel prossimo futuro, quando verrà insediata, nella rada di Vado, la PIATTAFORMA MAERSK?

E’ presto detto:

Al posto dei tre moli sottomarini, attualmente previsti, dovremo, per salvare la spiaggia, creare dei grattacieli sottomarini (che dovranno, tuttavia, essere chiamati grattafondi)

 Aldo Pastore                   28 Gennaio 2011

 

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