Il conflitto di interessi e il disinteresse per l’interesse generale

IL CONFLITTO DI INTERESSI
 E IL DISINTERESSE PER L’INTERESSE GENERALE.

IL CONFLITTO DI INTERESSI

 E IL DISINTERESSE PER L’INTERESSE GENERALE.

“Ringrazio il governo Prodi (ma guarda un po’!) per la fiducia che mi ha accordato, credo che sia stato un attestato di fiducia per il lavoro profuso in questi anni a fianco del Presidente Claudio Burlando, al quale voglio ancora dire grazie” così Luigi Merlo commentava la sua nomina a Presidente dell’Autorità Portuale del Porto di Genova il 25/1/2008.


Certamente tale frase (copia e incolla) sarà pronta a essere pronunciata dalla sua consorte, qualora la compagna Raffaella Paita dovesse vincere le prossime elezioni regionali, il che apparentemente potrebbe essere non impossibile, ma certamente, in questo momento,  più difficile  che ottenere una nomina da Prodi come è avvenuto per il marito, grazie all’ intercessione dell’amico/compagno  governatore.

Tre anni dopo il compagno Burlando bocciava il porticciolo della Margonara affermando che vi sono troppi porti in Liguria  e che i costi per i posti barca delle (sue testuali parole) “barchette“ per i liguri sono eccessivi, malgrado la volontà di tutto il consiglio comunale savonese , con la sola eccezione di Rifondazione Comunista, avesse approvato il progetto per dare a Savona un porto turistico per megayachts , come lo hanno tutte le città importanti del Mediterraneo.

Le “barchette” di Burlando! ……

Tra Savona e Albissola attiguo all’area  dove dovrebbe sorgere la Marina della Margonara esistono  da sempre i Cantieri Mondo Marine (ex cantieri Campanella); per chi passa da quelle parti e dà  una sbirciata anche dall’esterno, oppure chi ha la bontà di  andarsi a leggere le mie riflessioni della puntata precedente su  “Genova Hub internazionale  per il grande diporto”, a seguito di un Convegno dell’Assoagenti, constaterà personalmente quali sono le ” barchette” di cui parlava il Governatore.

Le continue indagini che vengono effettuate dalle varie società di sondaggi hanno un univoco risultato e cioè i cittadini pongono come priorità l’OCCUPAZIONE.


Il problema dell’occupazione viene sempre al primo posto in ogni dibattito politico /economico, ciò nondimeno anche gli altri problemi che i sondaggisti rilevano, sebbene in percentuali notevolmente  inferiori , alla fine però  sono sempre legati all’occupazione, perché se non c’è sviluppo economico non vi sono le risorse per i servizi e le tasse giocoforza  aumentano, da cui “diminuzione di sviluppo e occupazione,” da una parte e “aumento di tasse e diminuzione di servizi” dall’altra sono sempre inversamente proporzionali.

La Liguria, il Piemonte e il Lazio (tutti governati dalle sinistre) sono le uniche regioni che hanno recentemente ulteriormente aumentato l’addizionale sull’IRPEF, la Liguria ha l’accisa sulle benzine più alta d ‘Italia, e nell’aumento di tasse è sempre  la prima della classe, per non citare i servizi sanitari , che mentre una volta erano una eccellenza, ora sono ai livelli delle regioni centromeridionali, tant’è vero che negli ultimi anni 26000 residenti liguri sono andati a curarsi in altre regioni….; altro che il Veneto dove si può accedere ai servizi tipo radiografie o mammografie  anche di notte e i conti della sanità veneta sono sostanzialmente a posto.

 Da noi al  contrario, la Corte dei Conti ha emanato una sonora bocciatura al bilancio 2013 della giunta Burlando/Paita per uno sforamento da fare drizzare i capelli, che naturalmente sarà sanato con altre tasse future.

Gli aumenti della tasse sulla casa, che hanno fatto infuriare i savonesi, la riduzione dei servizi sanitari e tutto quello che infierisce sulle classi più deboli sono sempre effetti di una causa e cioè la mancanza di sviluppo, quello sviluppo che a parole tutti giustamente anelano, ma che nel nostro caso savonese, (intendo il caso Margonara), è stato negato alla nostra città sia per meri fini elettorali che per un conflitto di interessi nei confronti della città capoluogo e degli amici di Burlando.


Porto di Loano

Mi rivolgo principalmente ai pensionati, a quelle categorie per ora protette (come lo erano in Grecia) e  a coloro ai quali  della Margonara o di qualsiasi altra attività  economica non  importa più di tanto, in quanto la loro pensione e il loro stipendio, pensano, continuerà  ad arrivare:

Non credono che i numeri citati dal Convegno o quelli risultanti da qualsiasi altra attività produttiva  tornerebbe anche a loro vantaggio  e non solo a vantaggio dei giovani disoccupati  in cerca di occupazione?

Sia ben chiaro che se si crea ricchezza, tale ricchezza la si può anche dividere, come poi eventualmente da discutere, ma se non si crea nulla non è che con le piste ciclabili si può dare da mangiare alla gente, anzi le piste ciclabili si possono realizzare solo se vi sono le risorse vere.

Questo è puro buon senso, come è puro buon senso sapere che la Margonara è vero che è di tutti ( come i frequentatori della spiaggetta impestando  di decalcomanie la città hanno voluto ribadire) , ma se  riempi  la spiaggetta di gente con le “chiappe al sole” al massimo ce ne metti 200 per tre mesi all’anno, mentre un porto turistico porterebbe vantaggi a tutta la popolazione del comprensorio, che ammonta a oltre  80.000 abitanti, incluso la vecchietta che non sa neanche dove sia la Margonara, ma che deve pagare i ticket più cari, la tasse sulla casa tra le più alte d’Italia, non soltanto per gli sprechi che Burlando è riuscito a generare in tanti anni di clientelismo esasperato, (la Paita non ha ancora vinto e già promette nuove “cadreghe” e “cadreghini”)  ma anche perché, quando vi è una economia in caduta libera, la platea di chi paga è sempre più ridotta.

Peraltro tutte le marine del mondo non sono off-limit alle persone, ma possono essere frequentate da tutti  tutto l’anno, e se andrete a visitare le marine di Genova , Imperia e La Spezia  o quelle di Varazze e Loano  vedrete che sono accessibili a tutti, inclusi i portatori di handicap.

Purtroppo il buon senso è sempre contrario agli interessi dei pochi e mentre spesso questi pochi riescono a fare grancassa per il proprio interesse particolare o fare filosofia avendo la pancia piena; così la grande maggioranza dei cittadini, che spesso si disinteressa o non approfondisce gli argomenti, alla fine paga inevitabilmente il conto.

La scorsa settimana mi trovavo per motivi di lavoro in Spagna, erano anni che non transitavo all’aeroporto di Barcellona e sono rimasto allibito nel verificare che tale aeroporto è grande 10 volte quello di Genova; allora mi sono incuriosito e durante il week-end nella mia casa di campagna in Piemonte ho potuto consultare la vecchia enciclopedia di mio padre , un reperto degli anni 60.


Nel 1960 la popolazione di Barcellona ammontava a 1.280.000 abitanti, mentre quella di Genova a 753.000 , se andiamo su google e vediamo a quanto ammontano le popolazione attuali abbiamo Barcellona 1.621.000 , Genova non arriva ai  600.000, di cui credo la maggior parte pensionati; di Savona sappiamo che la popolazione per lo più giovanile in questi ultimi vent’anni  è calata del 20%.

Barcellona è una città pulsante con l’economia legata al porto in continua evoluzione e principalmente con il governo federale Catalano, fieramente autonomista, che non blocca iniziative ma favorisce su tutto il territorio  attività economiche .

In Catalogna si continua a costruire marine per megayachts e servizi di cantieristica e legati al turismo nautico  e la presenza di tanti  giovani la si vede nelle lunghe notti dove i ristoranti e i locali notturni sono strapieni di stranieri anche in inverno.

All’ottimismo per il futuro dei giovani catalani si contrappone purtroppo il pessimismo dei nostri giovani migliori , che se non riescono a entrare nel posto fisso statale (!!) , lasciano la nostra terra per portare le loro conoscenze altrove e quelli che restano  non fanno figli perché  in terra nostra non vedono futuro o semplicemente perché non hanno lavoro.

In Italia il grande balzo dell’economia  è avvenuto  negli anni ormai remoti per merito sopratutto delle piccole imprese, attraverso  i famosi distretti industriali , invidiatici da tutto il mondo.

Oggi, mentre  questi distretti industriali in alcune regioni  tentano  di resistere, malgrado la crisi internazionale e la piovra  del governo centrale, in Liguria, i venti anni di dominio di Burlando e dei suoi amici, hanno causato più che da altre parti  il crollo  della nostra economia e i risultati del decremento demografico e dell’invecchiamento della popolazione lo dimostrano.

Il caso Margonara è uno dei tanti esempi, nella fattispecie per la nostra città, di come il malgoverno e gli interessi di pochi possano causare il declino di un intero territorio.

Il convegno di Genova ha dato dei dati conosciuti da tempo da chi,  come me , è nell’ambiente della grande nautica e ha sottolineato ancora una volta il fatto che, considerata la morfologia del territorio ligure, il settore della grande nautica è l’unico  settore produttivo che il nostro territorio possa ospitare per la  creazione di un ampio distretto industriale e  invertire così  il trend economico  negativo di questi ultimi vent’anni.


Porto di Monaco

Burlando e i sui amici più che di distretti industriali sono da sempre  più interessati alle bocciofile e ai comitati di fanc…..sti, che portano voti immediati ma che purtroppo ci hanno ridotto proprio male.

Una politica di un Governatore serio ,mirata allo sviluppo, non dovrebbe essere quella di favorire una città rispetto a un’altra  o soggiacere ai ricatti politici del partitello o comitato di turno, ma al contrario  quella di favorire la crescita di distretti industriali per  sviluppare economia e occupazione; nel nostro caso, il territorio regionale che va da Imperia a La spezia si presta benissimo a diventare un polo della grande nautica in complemento a quello della costa Azzurra, che va da Mentone a Tolone, dove tale sviluppo ha dato i ben noti risultati;  anche la Catalogna sta percorrendo velocemente questa via, cercando di spostare l’asse del grande yachting verso la Spagna, a tutto svantaggio nostro..

Ormai le politiche industriali territoriali non possono essere legate a stupidi campanilismi locali e interessi elettorali  particolari, ma devono coinvolgere  territori molto più ampi, che comprendano diverse provincie e la Liguria ormai necessita di un cambio di rotta sostanziale . Siccome la speranza è sempre l’ultima a morire e io spero che questa sia la volta buona per eliminare l’ultimo Soviet rimasto in Italia nelle mani del nostrano Kim Jong e della sua cerchia,  per il bene della nostra terra  tale cambio di rotta è nelle nostre mani, oggi più che mai.

Silvio Rossi

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