Il complesso di superiorità

IL COMPLESSO DI SUPERIORITA’

IL COMPLESSO DI SUPERIORITA’

E’ l’altra faccia, ci spiegano gli psicoanalisti, del complesso d’inferiorità: così come gli uni si credono e si sentono esseri superiori, gli altri si credono e si sentono esseri inferiori, ma in entrambi i casi senza aver attraversato un approfondito esame di realtà. L’ambiente famigliare e l’educazione ricevuta possono aver favorito l’insorgere di questi complessi nella personalità dell’adulto “complessato”, ma non si tratta di una legge di natura: Mussolini, Hitler e Stalin ebbero un’infanzia difficile e tutt’altro che dorata, ma questo non impedì i loro deliri di onnipotenza.


 Altri, con un’infanzia più fortunata dal punto di vista economico e parentale, non ressero però agli urti della vita e si diedero all’alcool e alle droghe prima di suicidarsi come il poeta e pittore “scapigliato” Emilio Praga. Qui non si tratta di negare le differenze esistenti oggettivamente e il diverso valore delle persone, ma un conto è l’effettiva superiorità intellettuale, culturale e morale, poniamo, di un Antonio Gramsci rispetto ai giudici del Tribunale speciale per la difesa dello Stato che lo condannarono, sulla base di accuse false, a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione; un altro credersi superiori senza esserlo realmente, come, ad esempio, nel caso del terrorista e suprematista bianco australiano emigrato in Nuova Zelanda Brenton Tarrant rispetto alle sue vittime innocenti della comunità musulmana di Christchurch. Questi suprematisti bianchi, infatti, partono dal presupposto della superiorità della razza bianca su tutte le altre, comprese l’araba e l’ ebraica, anche se bianche (ma un po’ meno bianche dei bianchi americani e degli europei del nord), il loro credo è rimasto quello degli affiliati al Ku Klux Klan del 1866: “Il KKK è stato creato per rigenerare il nostro sventurato Paese e per riscattare la razza bianca dall’umiliante condizione in cui è stato recentemente precipitato dalla nuova repubblica.

 Il nostro principale e fondamentale obiettivo consiste nel mantenimento della supremazia della razza bianca in questo Paese. La storia e la fisiologia ci insegnano che noi apparteniamo a una razza che la natura ha gratificato con una evidente superiorità su tutte le altre razze, e che il Creatore ha inteso affidarci  un dominio sopra le razze inferiori…Questa nostra Patria è stata fondata dalla razza bianca e per la razza bianca, e ogni tentativo di trasferire questo controllo sulla nazione a favore di razze inferiori come la negra va palesemente contro il volere divino e costituisce una violazione della Costituzione…L’uguaglianza sociale dovrà dunque essere bandita per sempre, perché essa rappresenta un passo pericoloso verso l’uguaglianza politica o, peggio, verso i matrimoni misti e la produzione di una sottospecie di bastardi e di degenerati…”. Prima considerazione: Hitler e i nazisti furono tutto meno che originali.

Seconda considerazione: il suprematismo bianco  così chiaramente delineato dal “Credo” del Ku Klux Klan sopra riportato non è più un fenomeno solo americano ma ha esteso i suoi tentacoli in Europa e, come si è visto, ora anche in Nuova Zelanda e in Australia. Terza considerazione: questi terroristi e suprematisti bianchi odierni come l’americano Christopher Paul Hasson, il norvergese Anders Breivik e l’australiano Brenton Tarrant pianificavano con cura maniacale i loro attentati e li hanno poi orgogliosamente rivendicati   come azioni di guerra contro quelli che chiamano invasori e nemici della Patria; ed è per questo che, anziché nascondersi,  hanno voluto diffondere in Rete le loro gesta, i loro proclami e manifesti suprematisti.


Quarta e ultima considerazione: con l’attentato di Tarrant “viene prepotentemente alla ribalta l’avanguardia armata dei sovranisti che si ispirano a un Occidente mitico, vedono nell’ Europa il proprio avamposto, rilanciano lo scontro di civiltà in quella forma violenta e subdola, esasperata e inconfessabile che ha assunto di recente nella guerra contro i migranti. Noi e loro, bianchi e neri. La frattura è incolmabile. E il conflitto cosmico può accendersi ovunque. In questa visione manichea non stupisce che venga data una lettura esoterica della storia in cui si convocano all’unisono i nomi di condottieri cristiani, criminali di guerra e sterminatori dell’ ultima ora: dal doge di Venezia a Radovan  Karadzic, da Anders Breivik a Luca Traini…” (Donatella Di Cesare). Purtroppo questa avanguardia fanatica e criminale non è isolata ma può contare sulla complicità silenziosa di quella parte dell’opinione pubblica convinta che sia in atto un’invasione, pilotata e pianificata  da manager occulti della finanza globale, di immigrati dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia che ha di mira l’eliminazione e la sostituzione  della popolazione autoctona europea (cfr.  Le grand remplacement, di Renaud Camus e The Great Replacement, il manifesto  di Brenton Tarrant, entrambi debitori di un’errata interpretazione del così detto “Piano Kalergi” del 1923). Questa idea complottista è condivisa anche, in Italia, dal segretario della Lega nonché vice primo ministro e ministro dell’Interno Matteo Salvini, dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e dal giornalista-politico Gianluigi Paragone. Ora mi sembra difficile negare che tutti costoro siano affetti da un macroscopico complesso di superiorità, basta osservarli quando parlano nei talk show televisivi: sembrano sempre sul palcoscenico del Teatro  Parioli nel programma “Uno contro tutti” del glorioso Maurizio Costanzo Show.


 Attenzione: non sto dicendo che il complesso di superiorità è una prerogativa dei suprematisti bianchi, dei neonazisti, dei populisti di estrema destra e dei sovranisti, neanche leader come Silvio Berlusconi o ex leader come Matteo Renzi scherzano quanto a complesso di superiorità, e nemmeno personaggi telegenici e onnipresenti come Vittorio Sgarbi o Daniela Santanchè, per non parlare di giornalisti che non amano essere contraddetti alla maniera di Vittorio Feltri o di Marco Travaglio. Chi è affetto da complesso di superiorità, infatti, è convinto di essere sempre nel giusto e di possedere la verità, e non può assolutamente mettersi in discussione per non correre il rischio di incrinare la sua autostima e la sicurezza di sé, per questo preferisce ignorare l’interlocutore scomodo oppure considerarlo un provocatore isterico e prevenuto che non merita risposta. Un meccanismo difensivo tipico di chi è affetto dal complesso di superiorità consiste nello sminuire il valore del prossimo per accrescere il proprio o,  poniamo il caso, di giudicare ignobile il messaggio di una vignetta satirica solo perché contraddice le proprie convinzioni, ma che ignobile non è. Quanto alla  morte e sepoltura della sinistra ha provveduto la sinistra medesima fin dal momento in cui, rinnegando le sue radici e la sua missione internazionale, si è messa a inseguire quello che credeva fosse il pensiero ormai unico e vincente del libero mercato globale. Quella che è morta, dunque, non è la vera sinistra, che è rimasta sepolta sotto la cenere socialdemocratica e nazionale; ma  chissà che un giorno non risorga, come l’ Araba Fenice, dalle sue ceneri e non ritrovi la sua autentica vocazione umana e internazionalista. 

 
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