Il Cnr accusa TP: “Nel Savonese mortalità +49%”

Il Cnr accusa Tirreno Power:
“Nel Savonese mortalità +49%”
Il risultato della ricerca svolta su oltre 144 mila residenti della provincia tra il 2001 e il 2013. Fra due settimane riprende il processo ai 26 manager

 Il Cnr accusa Tirreno Power:
“Nel Savonese mortalità +49%”

Il risultato della ricerca svolta su oltre 144 mila residenti della provincia

tra il 2001 e il 2013. Fra due settimane riprende il processo ai 26 manager

 

 

Ciminiere di morte quelle che incombono da 49 anni su Vado Ligure, provincia di Savona: una strage sospetta con quasi 500 vittime secondo la perizia presentata dai pm in tribunale. Mentre prosegue il processo, arriva il sigillo del Cnr di Pisa: in dodici anni, dal 2001al 2013, è riscontrabile un aumento della mortalità del 49 per cento degli abitanti dell’area prossima alla centrale a carbone Tirreno Power.

 Questo dato sconvolgente è il risultato di una ricerca epidemiologica, pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment, condotta dall’istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, appunto, su oltre 144 mila residenti tra il 2001 e il 2013 in dodici Comuni delle zone più esposte del Savonese alle emissioni di inquinanti atmosferici. La ricerca registra una crescita generalizzata della mortalità per varie patologie del 49 per cento. Immediata la replica della società: i dati sono “vecchi e già confutati”.

 

MA “NEI COMUNI considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti – ha spiegato Fabrizio Bianchi dell’Ifc-Cnr di Pisa – sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause: un più 49 per cento che colpisce sia uomini sia donne”. La centrale Tirreno Power, in funzione dal 1970, è stata alimentata a carbone fino al 2014, anno in cui procura di Savona ha fatto fermare gli impianti per disastro ambientale doloso. Un provvedimento che rivelò l’apertura di un’inchiesta per cui, adesso, si sta celebrando al Tribunale di Savona un processo con 26 imputati, tra manager ed ex manager della centrale (prossima udienza il 17 settembre). E nell’inchiesta la pubblica accusa fa riferimento proprio a eccessi di mortalità causati nell’area dalla centrale. 

Adesso c’è anche la ricerca del Cnr di Pisa che mostra nel dettaglio eccessi di mortalità “per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%)”.

 Risultati che, secondo Greenpeace, parte civile nel processo, hanno confermato quanto noto da tempo e chiarito nel dettaglio gli impatti della produzione a carbone: l’unica forma di prevenzione accettabile è la chiusura di tutte le centrali a carbone mentre ci chiediamo se queste attività scientifiche e le auspicabili procedure di monitoraggio degli impatti sanitari riusciranno a portare adeguati risarcimenti alle popolazioni”.

Per il Wwf questi studi sono “un ulteriore, terrificante motivo per accelerare l’uscita dal carbone”. Lo studio ha valutato la relazione tra l’esposizione agli inquinanti atmosferici emessi dalla centrale e il rischio di mortalità e ricovero in ospedale, per patologie sia tumorali sia non tumorali. I dati, spiega Bianchi, indicano che “anche considerando le diverse fonti inquinanti cui sono stati esposti i cittadini, ci sono stati forti eccessi di rischio di mortalità prematura e ricovero ospedaliero per i residenti intorno alla centrale a carbone di Vado Ligure, con numerosi eccessi di mortalità e ricovero in ospedale, per malattie cardiovascolari e respiratorie”.

 

SECONDO il ricercatore del Cnr “è la prima volta che viene effettuata una quantificazione del rischio, purtroppo molto alto”, relativo all’inquinamento di centrali a carbone e ha auspicato che “si sposti con urgenza l’attenzione sulle valutazioni preventive degli impatti sulla salute e quindi sulle fonti che si conoscono come maggiormente inquinanti”. 

Servono “decisioni – conclude – per ridurre i livelli di esposizione riconosciuti dannosi per l’ambiente e la salute e per realizzare studi analitici e programmi di sorveglianza adeguati”. In una nota, Tirreno Power replica: “I dati teorici riproposti da Fabrizio Bianchi del Cnr sono vecchi e sono già stati confutati dai dati reali pubblicati nel luglio del 2018 nel documento ufficiale dell’Osservatorio salute e ambiente della Regione Liguria nato per verificare l’impatto ambientale e sulla salute della centrale di Vado: l’Osservatorio ha concluso le indagini escludendo in modo chiaro e documentato qualsiasi impatto dell’impianto”. Ma le indagini che conteranno saranno quelle della Procura una volta che il processo andrà a sentenza.

 MARCO FRANCHI 

 

    Il Fatto Quotidiano 

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