IL “CARUGGIO”

 Da Loano a Lugano…
  IL “CARUGGIO”

Da Loano a Lugano…
  IL “CARUGGIO”

 

 Il vetero-compagno Pistarino non ne può più e, come al solito, ci ha rovesciato addosso il problema. Ancora una volta, in pieno centro di Loano, si è sentito chiedere da una gentil signora : “Scusi néh, mi sa indicare dove résta il budéllo?”

 “Guardi a Loano, g’ho ditô, questa via centralissima e stretta tra le due palazzate si chiama “Caruggio”, ripeto  “Caruggio”!!  Vede, noi non abbiamo la ‘piazza’, come in tante altre città italiane, dove ci si incontra, ci si riunisce, si discute, magari di sport o di politica, si  chiacchiera e…si tagliano cappotti. Noi abbiamo IL CARUGGIO  e deve essere rispettato perché vi scorre l’umanità integrale e non qualcosa d’altro.

  ‘Sta povia donna  se n’è  andâeta via spaventâ.”

         “Ma anche tu, Pista, cosa ne può una persona foresta alla quale così è stato detto da qualche ignorante magari della stessa Loano?”

         “A l’è  côrpa de Arasce, te l’ho za ditô,  però  anche ô nosciô  Cômüne ô nô fa ninte. Armenô ghe scrivessen, sôtta   a targa in pria de ‘Via Garibaldi’ e ‘Via Cavour’,  IL CARUGGIO. I  nô han i dinâe pe’ stô poco travaggiô ? g’hou  fassu mi, GRATIS !”

         “Belàn, Pista, sei anche scalpellino?”

         “Sci,ho imparòn in Sardegna, a Tempio Pausania, che a g’ho fâetô ô sôrdattô. Quande a l’eô in licensa o in   permisciô côi cômpagni  anarchici, anche quelli che i vegnivan da e cave de marmo de Carrara.”

         “Non lo sapevamo che eri stato anarchico. E come è andata poi che sei diventato comunista ?  I comunisti hanno sempre avversato gli anarchici.”

         “Intanto i anarchici nô han ninte da spartī con quelli sghēri para- fascisti, sfasciacarrosse e  veddrine, che emmô vistô a Rôma  e che, mandandô a ramengô üna grande manifestasiôn de protesta popolare, i han fâeto ün bellô servisiô a tütta a reasiôn de sta specie de gôvernô de bis-coêtti B § B. Poi, bezeûgna capī, ho sûbiô ô fascino de l’organizzasiôn de partiô,  disciplinòn, strumento di lotta e di governo.”

         “Con l’ipoteca della dittatura staliniana.”

         “Aô so, nô dimme ninte, miemmô ciü in là, questo ô l’è passòn.”

         “Ma, caro Pista, il passato ci ha forgiati e gli anarchici –quelli veri- ne fanno parte; tu che hai lavorato nella pietra lo sai bene. Te la ricordi ‘Addio Lugano Bella’ ?

         Addio Lugano bella

         o dolce terra pia

         scacciati senza colpa

         gli anarchici van via

         e partono cantando

         con la speranza in cor.

 

         Ed è per voi sfruttati

         per voi lavoratori

         che siamo ammanettati

         al par dei malfattori

         eppur la nostra idea

         è solo idea d’amor.

        

         Banditi senza tregua

         Andrem di terra in terra

         A predicar la pace

         ed a bandir la guerra

         la pace per gli oppressi

         la guerra agli oppressor.

        

         Tu, caro Pista, sei figlio della seconda Internazionale, quella del 1889, costituita dall’onda di tutte le anime del socialismo, quella della “grande illusione”, prima di ogni compromissione col potere che ne segnò il dissolvimento, dove la speranza si era fatta corpo universale, dove l’anelito alla libertà  e alla giustizia si era unito a quello dell’uguaglianza tra tutti gli uomini al di là e al di sopra di qualsiasi frontiera, dove lo specchio era quello della nuova Umanità senza ricchi accaparratori e quindi senza poveri, conquista di  parità e dignità per la donna,  esaltazione del lavoro, diritto alla vita per tutti, in tutte le latitudini, uomini dello stesso sangue,  fratelli  nella luce di una  terra redenta dalle guerre, dal razzismo, dalle imposture delle religioni, dall’oppressione degli Stati al servizio delle classi sfruttatrici,  dalla barbarie della sopraffazione …

         Ma,…  Pista,…cosa fai?…Piangi !?”

                                                                                      BELLAMIGO

 

23 ottobre 2011

        

 

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