I sacri confini della patria
Versi liberi scritti in tempo di pandemia da coronavirus
I SACRI CONFINI DELLA PATRIA
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I SACRI CONFINI DELLA PATRIA
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Dove si trova un confine? Chi lo ha tracciato? Non certo un dio (anche se i romani si sono inventati Il dio Terminus protettore dei confini) le linee che segnano dove finisce il territorio di uno Stato e dove comincia quello confinante non sono tracciate in cielo e nemmeno sull’acqua dei fiumi o del mare. Sono linee convenzionali visibili solo sulle carte geografico-politiche e sulle mappe militari ma invisibili sui crinali dei monti, sull’erba o tra i filari di pioppi delle pianure o sulla sabbia dei deserti africani o nel fitto intrico di radici, rami e cortecce di un bosco secolare. I confini sono dunque invisibili, a passarli senza permesso si rischia la vita. Ora più che mai, in questo mondo globalizzato, i confini sembrano tracce arcaiche di un passato selvaggio e feroce quando i popoli si scannavano per un palmo di terra in più o in meno. Ora più che mai che il nemico è invisibile e può colpire ovunque al di qua o al di là dei vecchi confini. ci rendiamo conto, forse, che l’umanità è una sola e disarmata di fronte a un nemico comune che si fa beffe delle armi convenzionali o non convenzionali di colpo diventate inoffensivi pezzi da museo preistorico. Allora forse è arrivato il momento di riconoscere che gli unici confini sacri sono quelli che non dividono ma che uniscono tutti gli uomini contro i veri nemici dell’umanità.
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