I nuovi padroni del mare
Il 2 maggio la nave “Conscience” della “Freedom Flotilla Coalition”, prima di lasciare le acque internazionali e fare scalo a Malta, dove avrebbe dovuto caricare aiuti umanitari da portare a Gaza, è stata oggetto di due attacchi aerei che hanno provocato un incendio a bordo e impedito il prosieguo della missione.
Ebbene, nessuno tra gli Stati UE o extra UE si è scandalizzato più di tanto né ha alzato la voce per deplorare e condannare l’accaduto.
Israele, accusato dell’episodio, non ha smentito.
Sia perché a una sua smentita non sarebbe stato dato nessun credito viste le troppe testimonianze a suo carico e la dinamica pressoché sovrapponibile a quella che nel 2010 mise in atto per attaccare la nave “MV Mavi Marmara”, in cui rimasero uccise 10 persone, e molte altre furono ferite.
Sia perché gli tornava utile che questa certezza ufficiosa ancora una volta andasse a sottolineare che se qualcuno fa qualcosa che a Israele non aggrada, è destinato ad essere duramente punito, e a nulla varrà che si appelli al diritto internazionale, di cui Israele, puntualmente spalleggiato dagli Stati Uniti, da tempo ha fatto carta straccia.
Insomma, un mònito affinché nessuno si faccia venire la fregola di riprovarci.
Greta Thunberg, invece, assieme ad altri 11, ci ha riprovato.
Questa volta preparando la sortita in modo tale che se Israele avesse attaccato il natante, la “Madleen”, non avrebbero potuto esserci dubbi neanche formali a chi attribuire la responsabilità.
E infatti Israele non ha potuto far altro che agire in modo scoperto, arrembando lo yacht in acque internazionali e perciò compiendo di nuovo un atto di pirateria, requisendone il materiale trasportato, arrestando l’equipaggio e offrendogli panini e bevande a favore di telecamera, per poi rimorchiare l’imbarcazione fino al porto di Ashdod.
Lì, in una scena da “Arancia meccanica”, per ordine del ministro della Difesa Israel Katz “Greta, l’antisemita, e i suoi amici sostenitori di Hamas” sono stati costretti a guardare in un filmato prodotto dall’ufficio del portavoce dell’Idf, le crude immagini della strage compiuta da Hamas il 7 ottobre 2023 affinché vedessero “chi è il gruppo terroristico che sostengono e per conto del quale agiscono”.
Se per il primo episodio quasi nessuno ha protestato, nascondendosi dietro il fatto che ufficialmente non si sapeva chi fosse stato l’autore del bombardamento ( anche se, volendolo, si sarebbe benissimo potuto dire, senza neanche nominare Israele, che chiunque lo avesse compiuto aveva commesso un atto criminale ), per questo secondo non ci sono scuse: si sa che il criminale è Israele e si è assistito in diretta al crimine.
Il risultato qual è? Che fino ad ora la comunità internazionale ha dimostrato di nuovo un notevole spirito unitario, nel senso che tutti sono rimasti unitariamente silenti o balbettanti.
In particolare l’Italia che meglio di altri ben rappresenta le icone delle tre scimmiette ( quelle che di solito si usano per rappresentare l’atteggiamento omertoso di qualcuno verso la mafia ) che si tappano occhi bocca e orecchie, disposta a riacquistare sensibilità percettiva solo se e quando Trump decidesse di cambiare linea politica per il Medio Oriente e, per restare in ambito nautico, mettersi in scia.
Certo, la prepotenza del potere non è propria del solo Israele.
Come non vederla anche in Iran, Myanmar, Bielorussia, Afganistan e in tante altre nazioni…!? Alle quali, criminali come dimostrano di essere, bisogna tuttavia riconoscere che almeno non si spacciano da Stati democratici. Così come invece fa Israele, che sembra ignorare che se uno Stato è democratico solo per una parte dei suoi cittadini ( gli ebrei ) e non per l’altra ( i non ebrei ), allora è meno democratico che se non lo fosse per nessuna; e che afferma di disporre “dell’esercito più morale del mondo”. ***
La questione di fondo, dunque, è quella dell’impunità, ottenuta sfruttando motivi economici, militari, strategici, commerciali. E persino morali, visto che qualunque rilievo si muova a Israele, anche il più conseguente, comporta di essere tacciati di antisemitismo.
Un trucco demagogico di pessimo gusto che per fortuna la gente sta smascherando.
Lasciare che qualche Stato si senta al di sopra del diritto internazionale, e lo sfidi e lo sbeffeggi e giunga a minacciarne i legittimi rappresentanti, significa far passare il messaggio che a contare in definitiva sia solo la forza. Cosa che storicamente è purtroppo in larga parte vera.
Ma se avalliamo questo discorso senza cercare di porre un argine alla prepotenza, allora perderemo il senso della politica e della giustizia, e ci sembrerà stupido darci da fare affinché almeno qualcosa resti sotto l’égida dell’etica personale e della legalità internazionale.
Diversamente, ritornati allo stato ferino, dovremo constatare una volta per tutte che gli alzabandiera, l’educazione alla convivenza, i giorni della memoria, la scuola, il Codice Civile e Penale, la Costituzione… sono una farsa. E che il celebrarli è pura ipocrisia.
*** Su quello che è il retroterra “dell’esercito più morale del mondo”, si può vedere