I misteri di un allarmante articolo
I misteri di un allarmante articolo (“ignorato”?) della Casa della Legalità |
I misteri di un allarmante articolo (“ignorato”?) della Casa della Legalità |
Savona – Nove pagine che dal 7 aprile 2010 i navigatori di internet possono leggere e stampare. Inviare e distribuire agli amici, ai conoscenti. Anche Trucioli Savonesi ha atteso, tra curiosità e stupore, una qualche reazione. Magari un comunicato, una conferenza stampa. Nulla di nulla. Nessun stupore. La cupola ascolta guardinga. Prepara le sue schiere. Nelle redazioni amiche. |
La provenienza della melma può essere discutibile? Chi ha scritto e raccontato, firmato, non è anonimo. La Casa della Legalità, con Cristian Abbondanza, è spesso indicata all’opinione pubblica tra coloro che, in Liguria, sono impegnati con determinazione e coraggio nella lotta alla criminalità organizzata e di stampo mafioso. Facendo collezione di querele. Non più tardi di venerdì, Rai 3 Regione, ha ripreso il rappresentante di “Libera” e della Casa della Legalità, nel servizio di cronaca di un sequestro di beni a Genova appartenente ad una famiglia di origini siciliane (padre, madre e figlio) finita nel mirino dell’autorità giudiziaria e di provvedimenti antimafia. Una premessa utile ai lettori di Trucioli per spiegare le ragioni che questa volta ci spingono a pubblicare integralmente, esercitando un servizio informativo, il contenuto di un macigno dal titolo “Tra cave e cantieri ecco la Scavo-Ter dei Fotia”. Quasi tutto in chiave e con protagonisti di “casa nostra” (e non Cosa Nostra). Non siamo in grado, in assenza di una struttura giornalistica che possa espletare tutte le verifiche peraltro sempre opportune, di sapere se siano seguite denunce-querele, se siano in corso indagini, se alla Casa della Legalità siano arrivate rettifiche e smentite. Se l’autorità giudiziaria competente abbia ritenuto di aprire un fascicolo. Se sussistano riscontri alle tesi sostenute dalla Onlus genovese che di grane giudiziarie ne ha già sicuramente avute, senza farla desistere dalla sua tenacia, da un giornalismo d’attacco abbastanza raro in questa terra ligure. Nel documento riprodotto da Trucioli risulta semmai incompleto l’elenco degli interventi svolti, a Savona e provincia, dall’impresa Scavo-Ter, peraltro regolarmente iscritta all’Unione Industriali della Provincia di Savona. Interessata ad attività edilizie e di scavo a favore di titolari di impresa che hanno avuto ruoli di primo piano nella vita associativa. Evidentemente non erano informati di nulla, non conoscevano nulla, nessuno ha loro detto nulla, neppure sul fronte di ragioni e motivi di opportunità. Anche il mondo bancario savonese, contrariamente alla Casa della Legalità, deve essere all’oscuro di tutto. O forse hanno informazione e risultanze che almeno a noi sono ignote. Conclusione logica: tutto ciò che è stato scritto fino ad oggi, su questo fronte, è frutto di una gigantesca persecuzione. Una montatura. O forse i responsabili del mondo imprenditoriale e finanziario savonese (i colletti bianchi) prendono atto soltanto di fronte a condanne passate in giudicato? Trucioli è pronto ad ospitare il parere di tutti, se qualcuno lo ritiene doveroso. Questa volta non ci troviamo di fronte ad una lettera anonima, ma a fatti, delibere, nomi, cognomi, pubblici amministratori e pubblici funzionari. A livello comunale, provinciale e regionale. Tutti i cittadini, poveri e ricchi, hanno il diritto dovere di tutelare la loro dignità, il ruolo che svolgono. Sono pagati dai cittadini contribuenti. Qui non c’entra la “morale”, ma il proprio onore-disonore. Su questioni di presunta mafiosità. R.T. |
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