I Genitori del Tigullio ricorrono al T.A.R. contro la chiusura delle scuole al sabato

I Genitori del Tigullio ricorrono al T.A.R. contro la chiusura delle scuole al sabato

I Genitori del Tigullio ricorrono al T.A.R.
contro la chiusura delle scuole al sabato

Nell’avere decretato la chiusura delle scuole  il sabato c’è da osservare che la sentenza del T.A.R. avversa alla richiesta dei genitori è logica in quanto i genitori non sono legittimati ad entrare nel merito della questione.. Non hanno competenza in merito alla “Didattica” (in altri termini)  che è competenza esclusiva dei “Collegi Docenti”.  La chiusura, motivata solo da esigenze pratiche di rimediare un esiguo risparmio sul riscaldamento e le pulizie, non ha assolutamente pregio tenuto conto dei problemi psico-pedagogici connessi con il ridistribuire 33 ore minime di un Liceo Classico e/o di un Liceo Scientifico su cinque giorni settimanali di sei ore ciascuna con un rientro settimanale delle tre ore residue. 

E’ evidente che i “Collegi Docenti” hanno ritenuto che tale rimodulazione è “didatticamente valida” senza che nessuno di essi l’abbia motivata alle famiglie, magari con una lettera. In realtà la chiusura decretata dalla provincia è stata accolta dal personale della scuola con favore, garantendo così un giorno libero settimanale “di diritto” e non di “consuetudine”. Insomma: un week-end come tutti…


Il dubbio sorge dal fatto che, specie per il triennio, la rimodulazione limita il lavoro scolastico e lo studio domestico posticipando di un’ora il ritorno a casa, spesso fuori sede (tra le 15 e le 16 in certi casi). Essendo peraltro consuetudine approfondire in ore extracurricolari specifiche esigenze connesse con l’esame di stato (ad esempio la preparazione alla prova scritta di Matematica per il Liceo Scientifico e/o la prova di Latino/Greco per i Licei Classici) la “settimana corta” non consentirà facilmente tale attività, spesso su base volontaria. 

  • E’ amaro constatare che la Scuola sia stata l’ultimo dei problemi della politica italiana, al punto che la materia legislativa sulla quale si basa è fondata su due Decreti Legislativi (i cosiddetti “Decreti Delegati” del 1974, rimodellati nel Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297.
  • E’ anche amaro costatare che la non opposizione dei “Collegi Docenti” mette in primo piano il diritto a modulare l’orario di servizio sulla “settimana corta” ignorando volutamente e coscientemente che in sei ore non è possibile assimilare (almeno criticamente) sei discipline spesso così diverse tra loro. 
  • Si noti che l’orario settimanale dovrebbe rispondere in primis ai problemi della Didattica evitando la concomitanza di più materie con prova scritta nella stessa mattina, anche perché nel Piano dell’Offerta Formativa (POF) dei nostri due blasonati Licei del Levante,  leggiamo che non potrà essere somministrate più di una verifica scritta per mattinata di lezione. 
  • Non tiene conto dei problemi logistici di docenti con orario su due o più scuole presupponendo che ognuno sia dotato di mezzi propri per raggiungere la sede di servizio.
  • Pertanto, per i nostri figli, la scuola diventa un onere gravoso e nella quale i loro problemi di apprendimento e rielaborazione dei contenuti diventano per il “sistema” l’ultimo dei problemi, facendoci, di fatto, rimpiangere la chiusura di tutte le Scuole Paritarie.

Sì, chi scrive e che ha insegnato per 32 anni effettivi, rimpiange oggi la chiusura degli Istituti Paritari. Almeno c’era una alternativa alle disfunzioni post sessantottine della Scuola di Stato e, consentitemelo, anche al poco ascolto dei “Dirigenti Scolastici” (un tempo chiamati “Presidi”) e alla discutibile efficacia didattica dell’azione educativa di alcuni docenti.

Salvatore Ganci

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