Ho sentimenti di sinistra quindi…voto a destra

HO SENTIMENTI DI SINISTRA QUINDI… VOTO A DESTRA

HO SENTIMENTI DI SINISTRA QUINDI…
VOTO A DESTRA

 Lorenzo ha compiuto 18 anni nel giugno 2011, ma non ha ancora avuto modo di andare a votare. Questa sarà la sua prima volta, dopo il lungo blackout. Lorenzo è un giovane un po’ anomalo rispetto alla media. Anomalo perché non demonizza la politica e vuole documentarsi prima di entrare nella cabina elettorale e dare il suo consenso a un partito.

Di indole è generoso, solidale con chi ha bisogno, crede nella giustizia, nell’uguaglianza e nella libertà, anche se in forma ancora astratta. In cuor suo si è spesso chiesto come mai ci sia tanto da combattere per ottenere questi obiettivi, che gli sembrano così naturali in una società davvero civile.

Gli è stato detto a più riprese che questi sono valori di sinistra, mentre a destra ci sono i partiti dei “padroni”, che tendono solo a sfruttare chi lavora a proprio esclusivo vantaggio. A sinistra i buoni, a destra i cattivi. 


Giotto. Eletti e dannati nella visione medievale del Giudizio Universale

Sinora ha data per scontata questa suddivisione manichea; ma ora, dopo anni di centro-sinistra auto-installatosi a Palazzo Chigi, visto il fallimento sociale degli ultimi anni, specie per i giovani, ritiene sia il momento di andare più a fondo. E così comincia a usare il suo cellulare in maniera diversa: non più chat, facebook e passatempi vari, per scoprire che le cose non stanno proprio come il pensiero unico gli aveva fatto credere.

Andando un po’ a ritroso, si accorge infatti che c’è una data politicamente molto importante: il 1989. Cade il muro di Berlino e trascina con sé l’ideologia comunista, che propugnava proprio quei valori nei quali istintivamente credeva. Il comunismo reale, tuttavia, aveva innalzato un vallo tra chi deteneva il potere e il popolo, aveva ucciso la libertà di parola, aveva soppresso la libera iniziativa, accentrando l’economia in una burocratica imprenditoria di Stato, che pretendeva di pianificare i bisogni della gente, ossia la domanda, asservendola ad un’offerta studiata a tavolino.


1989, cade il muro di Berlino e irrompe il neoliberismo globalista di…

Appurato ciò, il nostro Lorenzo va a verificare che fine abbiano fatto i pensatori di sinistra dopo lo choc del 1989 e scopre con sgomento che la traumatica presa d’atto del mostro in cui il sistema comunista era degenerato aveva dapprima disorientato e poi spinto i suoi seguaci ad abbracciare l’ideologia opposta, quella capitalista, ossia la destra dei “mercati”, come l’unica alternativa possibile. Proprio quella in cui siamo precipitati.

La contraddizione, però, è tale solo in parte, in quanto egli ritrova gli ex fautori della sinistra intenti a sostenere quel nuovo mostro che si chiama Unione Europea: una fotocopia della crollata Unione Sovietica. Insomma, mutata la pelle, la vecchia anima permane. L’economia viene sovieticamente ingabbiata in rigidi parametri, ancora decisi a tavolino e poi validati in vari Trattati, a cominciare da quello di Maastricht, fatto a ridosso di quel fatidico 1989, ossia nel 1992, quando sembrava dimostrato che tutta la verità stesse nel nuovo ideale liberista; dove l’aggettivo si riferisce in sostanza alla libertà del capitale finanziario, non già alla libertà dei cittadini, soffocati da crescenti restrizioni, estorsioni (denominate tasse), perdita dei diritti acquisiti nei decenni del welfare.

 
…Wall Street e City di Londra, sedi del nuovo totalitariasmo dei “mercati”

L’ex sinistra, orfana della sua stella cometa, abbraccia i nuovi ideali, ispirati alle logiche di Wall Street e della City londinese, che a velocità accelerata, attraverso la crescente intrusione della UE nella vita della nazione, fagocitano l’economia reale nella finanza speculativa e improduttiva. È il trionfo, insomma, della destra iperliberista, dove ai “padroni delle ferriere” di vetusta memoria si sono sostituite le grandi multinazionali, le banche centrali e d’affari, i voraci fondi speculativi (hedge funds), le agenzie di rating: un vero e proprio esercito d’occupazione, in grado di ricattare gli Stati, ridotti ormai in loro servitù, bastando loro non degnarsi più di comprare i patetici “Buoni del Tesoro” e far lievitare lo spread.


La nuova guerra, finanziaria, semina disoccupazione, precariato, miseria, denatalità, immigrazione incontrollata

Resta un mistero, peraltro, a quale tesoro si riferiscano, stante il colossale debito pubblico, accumulato dopo la resa dello Stato agli interessi privati (1981).

Il buon Lorenzo, procedendo per esclusione, decide allora di guardare ai programmi di forze alternative alla sinistra, ma anche alternative alla destra dei mercati. Andando a vedere i programmi dei partiti di destra si rende conto che la destra italiana è antagonista alla destra conservatrice e liberista, che invece gode ancora di ottima salute negli USA: quella guerrafondaia, petrolifera e finance friendly di Bush senior e junior e in buona parte anche di Trump. In Italia esiste invece una destra, che si definisce sociale, in quanto è più schierata a fianco dei cittadini che delle banche e delle multinazionali.

Fa peraltro specie al sottoscritto che le idee che i partiti di destra oggi propugnano in materia monetaria e bancaria ricalchino quelle che io, assieme a pochi altri, vado predicando, anche da queste pagine, sin dal 2005, quando a sorpresa si venne a sapere come funziona davvero il sistema banco-monetario. Per anni ho dovuto subire l’emarginazione culturale, anche da parte degli ecologisti (cioè dei miei vecchi compagni politici), che non capivano il nesso tra il cannibalismo finanziario e l’agonia dell’ambiente. Né posso dire che l’abbiano ancora capito i maggiori partiti della destra, Lega e Fratelli d’Italia. Alla preoccupazione per il degrado urbano, infatti, non fa adeguata eco quella per il degrado della natura; mentre sul fronte banco-monetario tuttora non dimostrano quell’incisività e quel radicalismo che la situazione richiederebbe. 

 
 Video – L’avv. Marco Mori radicalizza le proposte di Lega e FdI, incurante delle critiche

Peraltro, è tornato a imperversare, da una sinistra messa all’angolo dai deludenti risultati dei loro ultimi governi, il titolo di “fascista”, nei confronti di chiunque non si allinei ai voleri del grande capitale. Mi sia allora consentito dire che i veri fascisti odierni non mi sembrano essere i partiti della destra sociale, spesso additati come tali, bensì quelli che insistono lungo questa strada suicida, indicata magistralmente da Monti e poi, in toni meno enfatici, ma sostanzialmente identici, dai suoi epigoni. Illuminanti gli articoli e i discorsi di avvocati, come Giuseppe Palma e Marco Mori, che portano nell’agone politico, su basi costituzionali, la denuncia più prettamente monetaria dell’avvocato Marco Della Luna.  (La nostra bella Costituzione è “di sinistra”, e come tale era stata stigmatizzata dai “mercati”, con la pronta obbedienza dei governi da Monti in poi.)…LEGGI

L’avv. G. Palma propone, come tutti noi, un’Italia che applichi davvero la sua Costituzione

 Ne suggerisco la lettura e la visione su Youtube soprattutto ai tanti giovani, come l’ipotetico Lorenzo, giustamente allergici all’attuale politica, che sembra fatta per allontanare anziché attrarre, come simboleggiano i vari “cerchi magici” e una legge elettorale zeppa di nominati, che rubano il posto ad altri, senza leale gara. Ma proprio per questo votare consapevolmente è l’unica arma disponibile per dare una sterzata al distruttivo andazzo corrente. La sinistra, come già si diceva decenni fa, “ha esaurito la sua spinta propulsiva” in campo sociale, avendo ripiegato in esclusiva su quello dei diritti civili, che pure sono importanti; ma senza il reddito di un lavoro dignitoso e affidabile, che consenta ai giovani di progettare il futuro e farsi una famiglia, passano in secondo piano.

    Marco Giacinto Pellifroni  25 febbraio 2018  

 

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