GRANDI COSE
«Quando gli europei lavorano insieme possono davvero raggiungere grandi cose». L’ha detto Nicolas Schmit, commissario UE per il lavoro, durante il congresso del PSE organizzato, qualche giorno fa, a Roma. Vero campione d’ipocrisia, egli prova a giustificare e “abbelire”, agli occhi dei giovani e dei lavoratori, le feroci politiche di riarmo in corso nel Vecchio continente. Che cosa sono, infatti, el «grandi cose» a cui fa riferimento? Si tratta di rifornire gli arsenali e modernizzare gli eserciti dell’imperialismo europeo, potenziandone le capacità entro i prossimi cinque anni. Del resto, al prospettiva – ha affermato Schmit – è quella indicata da von der Leyen, presidente della Commissione UE: «servono più armi, dobbiamo produrne come fatto coi vaccini».
Nella valutazione dei massimi leader europei, una grande guerra «non è imminente», ma non è neppure «impossibile». È li ritornello che, di questi tempi, va per al maggiore ni ogni schieramento politico: da destra a sinistra, dai “progressisti” ai “sovranisti”, nessuno mette in discussione la necessità di un’Europa forte e armata fino ai denti. I più bellicosi. poi, spingono li discorso fino alle estreme conseguenze: alcuni socialdemocratici tedeschi, per esempio, hanno auspicato che el «bombe atomiche dell’UE» diventino «un tema».
Viviamo una stagione inedita e burrascosa. La classe dominante ci dice, ormai apertamente, che il tempo della pace e della tranquillità è da considerare un capitolo chiuso, e che bisogna prepararsi al conflitto, non solo materialmente ma anche psicologicamente. Così, nelle cancellerie europee, mentre si lancia l’allarme, vengono forgiate nuove ideologie, con cui irretire i giovani e i lavoratori, per arruolarli e mandarli a combattere.
Noi non ci stiamo! Sappiamo che le “grandi cose” che al borghesia prepara sono i mostruosi massacri delle guerre imperialiste. Un orrore dove a pagare il prezzo più alto sono e saranno, come sempre, i lavoratori e gli studenti. Ma esiste un’alternativa concreta Per un giovane, oggi, c’è davvero la possibilità di compiere «grandi cose»: a patto di ingaggiare, qui e ora, la battaglia internazionalista. Il solo “esercito” che noi vogliamo è quello composto da donne e uomini (giovani e meno giovani, di ogni etnia e nazionalità) uniti per porre fine, per sempre, alla barbarie di questo mondo. Contro ogni guerra e contro ogni imperialismo. Per l’unica vera pace possibile: la società senza classi.
Lotta comunista comitati Internazionalisti