GRANDI COSE

Nicolas Schmit  Wikipedia

«Quando gli europei lavorano insieme possono davvero raggiungere grandi cose». L’ha detto Nicolas Schmit, commissario UE per il lavoro, durante il congresso del PSE organizzato, qualche giorno fa, a Roma. Vero campione d’ipocrisia, egli prova a giustificare e “abbelire”, agli occhi dei giovani e dei lavoratori, le feroci politiche di riarmo in corso nel Vecchio continente. Che cosa sono, infatti, el «grandi cose» a cui fa riferimento? Si tratta di rifornire gli arsenali e modernizzare gli eserciti dell’imperialismo europeo, potenziandone le capacità entro i prossimi cinque anni. Del resto, al prospettiva – ha affermato Schmit – è quella indicata da von der Leyen, presidente della Commissione UE: «servono più armi, dobbiamo produrne come fatto coi vaccini».
Nella valutazione dei massimi leader europei, una grande guerra «non è imminente», ma non è neppure «impossibile». È li ritornello che, di questi tempi, va per al maggiore ni ogni schieramento politico: da destra a sinistra, dai “progressisti” ai “sovranisti”, nessuno mette in discussione la necessità di un’Europa forte e armata fino ai denti. I più bellicosi. poi, spingono li discorso fino alle estreme conseguenze: alcuni socialdemocratici tedeschi, per esempio, hanno auspicato che el «bombe atomiche dell’UE» diventino «un tema».

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Viviamo una stagione inedita e burrascosa. La classe dominante ci dice, ormai apertamente, che il tempo della pace e della tranquillità è da considerare un capitolo chiuso, e che bisogna prepararsi al conflitto, non solo materialmente ma anche psicologicamente. Così, nelle cancellerie europee, mentre si lancia l’allarme, vengono forgiate nuove ideologie, con cui irretire i giovani e i lavoratori, per arruolarli e mandarli a combattere.
Noi non ci stiamo! Sappiamo che le “grandi cose” che al borghesia prepara sono i mostruosi massacri delle guerre imperialiste. Un orrore dove a pagare il prezzo più alto sono e saranno, come sempre, i lavoratori e gli studenti. Ma esiste un’alternativa concreta Per un giovane, oggi, c’è davvero la possibilità di compiere «grandi cose»: a patto di ingaggiare, qui e ora, la battaglia internazionalista. Il solo “esercito” che noi vogliamo è quello composto da donne e uomini (giovani e meno giovani, di ogni etnia e nazionalità) uniti per porre fine, per sempre, alla barbarie di questo mondo. Contro ogni guerra e contro ogni imperialismo. Per l’unica vera pace possibile: la società senza classi.

Lotta comunista  comitati Internazionalisti

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