Gli eventi sismici e la conseguente fragilità…

L’avvenire che ci attende 5ª parte

GLI EVENTI SISMICI E LA CONSEGUENTE

FRAGILITA’ TERRESTRE

L’AVVENIRE CHE CI ATTENDE
5ª parte

GLI EVENTI SISMICI E LA CONSEGUENTE FRAGILITA’ TERRESTRE

 Nell’intento di affrontare, in modo adeguato, l’argomento, oggi al nostro esame, sono andato a rileggermi alcuni libri della mia giovinezza e, con vera sorpresa, mi sono trovato a riscoprire la seguente definizione del concetto di terremoto:

 Il sisma è un insieme di ondeggiamenti e di urti sotterranei della superficie terrestre, i quali insorgono come risultato di spostamenti ed esplosioni improvvise della crosta terrestre, o in zone più profonde della terra, e si trasmettono, poi, a grande distanza, con aspetto di vibrazioni violente.

Alcuni tipi di terremoto sono collegati con movimenti tettonici, che avvengono in zone profonde del globo terrestre.

Oltre a tali terremoti di origine tettonica, si hanno altri terremoti, dovuti all’azione vulcanica, oppure a erosioni.

La forza dei terremoti si misura in millimetri al minuto secondo (accelerazione massima).

 

Secondo la scala sismica, più in uso, si hanno dodici gradi di terremoti dal primo (che è chiamato strumentale), che è avvertito solo dagli strumenti, all’ultimo (detto: grande catastrofe) che provoca la distruzione di qualsiasi cosa, case etc. e lascia pochi superstiti con rivolgimento del suolo e anche maremoto (oltre 5.000 mm al minuto secondo).

Desidero precisare che si tratta di una definizione e di una descrizione della parola “terremoto”, alquanto banale e semplicistica, ma, comunque certamente corretta.

Non a caso, la descrizione, sopra esposta, non si pone in contrasto, ma, al contrario, risulta coerente con quanto mirabilmente descritto da un grande esperto come Mario Tozzi (vedere, in proposito, il quotidiano “LA STAMPA” del giorno 16 aprile 2010).

Riporto integralmente la parte essenziale del suo articolo:

“terremoti o eruzioni vulcaniche sono figli dello stesso meccanismo, il grande caleidoscopio delle placche terrestri, ossiaquei giganteschi blocchi in cui è scomposta la crosta terrestre.

Questi blocchi non rispettano i confini degli Stati o dei continenti, comprendono gli oceani come le montagne, e sono generalmente tranquilli al loro interno, ma assolutamente attivi 

lungo i margini.

E’ lì che i blocchi si allontanano, si scontrano, oppure scorrono gli uni accanto agli altri: ogni scatto provoca un sisma, ogni spaccatura che si apre un’eruzione

Vulcani e terremoti sono legati allo stesso meccanismo dinamico, ma non dipendono gli uni dagli altri, specialmente se eruzioni e sismi avvengono lungo blocchi crostali e differenti e lontani fra loro.

 

Ma, fatte queste doverose ed indispensabili precisazioni, potrete certamente comprendere perché la nostra Italia è una bella e  straordinaria penisola, ma è anche, per le leggi della natura, sovra esposte, estremamente fragile, sotto il profilo idro-geologico. 

A questo proposito, sottoponiamo, alla cortese attenzione dei nostri amici lettori, il seguente documento, vale  a dire:

 


 

Fatta questa doverosa precisazione, cerchiamo, carissimi amici, di non dimenticare che la nostra Italia, celebrata, in ogni parte del mondo, per la sua straordinaria bellezza paesaggistica, presenta, tuttavia, queste intrinseche debolezze, che, per ragioni, di spazio, mi limito semplicemente ad elencare:

Per gran parte della sua estensione, è circondata dal mare (Tirreno – Ionio – Adriatico)

Ma, paradossalmente rispetto alla caratteristica, ora citta, l’Italia vanta, in Europa, le più alte montagne (M. Bianco – M. Rosa – Cervino – Catena dolomitica – catena Appenninica)

 

Sono presenti, in molte Regioni nazionali, laghidi notevoli dimensioni e profondità (dal lago Maggiore, al lago di Garda, al Trasimeno, etc.)

Il territorio nazionale è frammentato in numeroseisole (alcune di esse, dotate di notevoli dimensioni, quali, appunto, la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, l’Isola D’Elba, etc)

Esiste, infine, una eccezionale presenza di vulcani attivi (Etna – Vesuvio – Stromboli)

Dunque, possiamo affermare, con assoluta certezza, che questa meravigliosa, se non unica, varietà idro-geologica non è frutto del caso, ma è stata generata, nei millenni e nei secoli, dagli eventi sismici e dalla loro straordinaria capacità di distruggere.

Ma successivamente e da sempre, si è creata una straordinaria capacità degli esseri umani di meditare, di riflettere, di comprendere ed, infine, di ricostruire, per giungere, infine, a quel meraviglioso obiettivo sopra citato e cioè la capacità di prevedere, in anticipo, quanto potrà accadere sull’intero territorio nazionale.

La carta sismica italiana, sopra riprodotta, è la palese dimostrazione di quanto ho sopra affermato.

Ma, giunti a questo punto, consentitemi, carissimi amici, di rivolgere una breve, ma sentita riflessione sul futuro

A tal proposito, mi permetto di ricordare che il servizio sismico nazionale ha ritenuto doverose dividere il grado di pericolosità in quattro categorie:

1 – Prima: ALTA PERICOLOSITA’

2 – Seconda:  MEDIA PERICOLOSITA’

3 – Terza: SCARSA PERICOLOSITA’

4 – Quarta: PERICOLOSITA’ BASSA

Aggiungo che, in data 7 Aprile 2009, è stata pubblicata, sui quotidiani nazionali, la seguente micro-tabella, che  è, tuttavia, preoccupante per l’intera nostra popolazione:

 


 

Ma, per nostra fortuna, in data 26 Agosto 2016, è giunta la seguente notizia, che interamente riproduco:

Nell’ultimo aggiornamento regionale sulla classificazione sismica del territorio ligure, la pericolosità nelle 4 province (Genova – La Spezia – Savona – Imperia) risulta compresa tra la classe sismica 3 (bassa pericolosità) e 4 (pericolosità molto bassa).

Il dato certo, a questo punto,  è che nessun comune della Liguria rientra tra le zone medio e alto del rischio sismico.

Tuttavia, l’autore dell’articolo, Michele Costantini, ha, molto correttamente, evidenziato quanto segue:

Questo non vuol dire che chi vive e abita in questa Provincia e Regione, non debba preoccuparsi del terremoto. Qui ci sono state scosse anche del 5° e 6° grado della scala Richter che hanno fatto tremare palazzi, chiese e monumenti, mettendo il panico tra la gente. 

Basta ricordare, ai più anziani, la forte scossa – di terremoto che caratterizzò il Capodanno del 1972 (6°grado) e , poi, quella del 6 febbraio 2001 (5° grado), 24 novembre 2004 (4° grado), 4 luglio 2008 (3° grado) e l’ultima, in ordine di tempo del 27 gennaio 2012 (5,4 grado).

Non a caso, dunque, tra le zone, potenzialmente pericolose, sono stati inseriti ben 28 comuni della Provincia di Savona (tutti con rischio di 3° grado).

E’ necessario, dunque:

Una nuova politica urbanistica nelle zone sismiche

Innovative modalità di costruzione nelle zone potenzialmente soggette ad eventi sismici, onde evitare facili, ma deleteri crolli.

Ma non desidero più ripetere i nostri scritti del passato su questi argomenti.

Per tutti gli amici lettori, interessanti ad approfondire ulteriormente quanto avevo scritto in passato, mi permetto di segnalare i seguenti articoli:

 

Il volto della memoria – Ottantunesima parte: il fenomeno terremoto

 

Il volto della memoria – Ottantaduesima parte: Come prevenire i danni sismici

 

Il volto della memoria – Ottantatreesima parte: Una nuova politica urbanistica nelle zone sismiche

 

Il volto della memoria – Ottantaquattresima parte: Come ricostruire nelle zone colpite dal terremoto

 


 

ALDO PASTORE

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