Gli anglosassoni, i draghi e gli immigrati
Nessuno parla di pace e i politicanti giocano a chi ha il missile più lungo e spara più lontano. Un infantilismo politico che rischia di trascinarci verso l’ennesima grande guerra. Prima che arrivassero gli americani a piantare casino in Ucraina, l’Europa e la Russia stavano cooperando sempre di più e la nostra energia proveniva essenzialmente da là. La guerra in Ucraina è contro i nostri interessi europei ma è invece assai utile a quelli americani. Secondo i più maliziosi infatti, una delle ragioni della guerra è proprio spaccare l’Eurasia in modo da allontanare Mosca. Gli Stati Uniti vogliono rimanere padroni esclusivi in Europa ed è anche per questo che l’Inghilterra è la più guerrafondaia di tutti in Ucraina, perché detesta l’unione continentale e ambisce a restare il cane da guardia privilegiato degli americani.
Gli Inglesi soffrono poi da sempre di un complesso di inferiorità verso la Russia, soprattutto da quando il loro sanguinario impero coloniale si è dissolto iniziando una inarrestabile declino verso l’irrilevanza. L’invidia deriva dal fatto che la Russia ha risorse sue e non le ha mai dovute rubare agli altri essendo un grande paese mentre l’Inghilterra ha sempre avuto quella ambizione senza esserlo. Oggi l’Inghilterra è in ginocchio ma è ancora lì a gettare benzina sul fuoco. Ego collettivo con inconsci residui di tossicità imperiale. L’unica speranza è che gli immigrati conquistino davvero Westminster. Karma coloniale e via di kebab invece che fish and chips e bonghi invece delle chitarre elettriche fino a che un giorno pure la regina madre sarà creola e magari ritroveranno tutti cuore, senno e perfino sprazzi di pace su quell’isola inquieta.
Gli anglosassoni sono davvero tremendi. Gli Stati Uniti ormai sono diventati una industria bellica più che un paese, non fanno altro che guerre mentre i loro cittadini si iniettano il Fentanyl per tirare avanti. Secondo i più maliziosi gli americani sono ancora fermi alla Guerra Fredda che dalla Russia si è estesa alla Cina e Zelensky non sarebbe altro che un utile idiota. Anche se solo quest’ultimo epiteto è una certezza anche visto come si son messe le cose. Si dirà, dopo una serie di figuracce immonde lo sceriffo a stelle e strisce la smetterà d’insanguinare il pianeta. Ed invece niente. Vede nemici ovunque tranne che allo specchio e se non spara all’impazzata non è contento. Il motivo di fondo è assai meschino. Quello che sembra un fallimento per i poveri cristi che ci lasciano la pelle e per i paesi che finiscono in macerie, per le tasche dell’industria bellica è un grandissimo successo. È il dollaro il vero presidente degli Stati Uniti, tutti gli altri sono comparse. E il problema è che ambisce alla presidenza planetaria.
La situazione si sta aggravando e bisogna capire come uscirne. I più maliziosi scommettono sul declino di una superpotenza americana che ormai è solo sulla carta. Implosione per overdose di Fentanyl unita ad una irreversibile crisi di credibilità a livello internazionale. Hanno avuto le redini, ci hanno fatto finire in un burrone dopo l’altro, anche basta. Che tornino ad occuparvi di buche sulle strade e di treni, che si disintossichino dal business, che si ripassino qualcosina sullo stato sociale e la vera qualità della vita e ci si rivede poi con calma. Il declino statunitense avrebbe il vantaggio di trascinarsi dietro tutti i draghi con l’elmetto di latta che si aggirano ancora come fantasmi a parlare di riarmo europeo invece di portare il cane al parco a fare i bisogni. Siamo in mano a classi dirigenti giurassiche che hanno la testa ferma ai tempi di Brežnev e da bambini giocavano coi soldatini di piombo. Infantilismo politico ed egoismo carrieristico aggravato da vite che si stanno allungando a dismisura. Reggenti che non concependo il futuro mettono la retro. Altro che armarsi contro la Russia e vedere la Cina come un pericoloso rivale per la leadership mondiale, con una pacifica cooperazione invece che con lo scontro, vinciamo tutti. Tutti. Immense risorse pubbliche verrebbero spese per migliorare la vita dei cittadini invece che in strumenti di distruzione e morte.
E collaborando si potrebbero compiere opere grandiose ben fuori dalla portata dei singoli stati. Nascerebbero poi sinergie che permetterebbero una produzione di ricchezza più equamente distribuita nel mondo rendendolo più stabile e sicuro. Il pianeta ha risorse sufficienti per tutti, la vera sfida è la giustizia sociale globale non la capacità produttiva. La vita insegna come il proprio benessere non si raggiunge a scapito degli altri, ma investendo nella propria crescita e cooperando. E a livello di paesi, è proprio il disastro anglosassone a dimostrarlo. Quanto a noi europei ormai siamo oltre il patetico. Restiamo al guinzaglio del decrepito sceriffo americano anche quando ci trascina contro i nostri interessi verso derive belliciste da secolo scorso. Eppure quelli che avrebbero dovuto imparare meglio cosa sia la follia della guerra, siamo proprio noi. L’unica speranza risiede nel fatto che l’Europa non è in declino per il semplice fatto di non essere mai nata. È un perenne cantiere e quando saranno le nuove generazioni a dirigere i lavori, non si potrà che migliorare. Viviamo poi un calo demografico tale che gli immigrati potrebbero rivelarsi una carta vincente. Kus kus invece del risotto, camicioni colorati lunghi fino alle caviglie e reggenti coi riccioli neri, ma almeno magari ritroviamo un po’ di cuore, di senno e perfino la pace.