Gli affitti brevi “mordi e fuggi” che snaturano le città in Liguria

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Negli ultimi anni, le città della Liguria, un tempo note per il loro fascino autentico e tranquillo, sono diventate vittime di una nuova tendenza abitativa: gli affitti brevi. Questa pratica, ormai consolidata a livello globale, ha profondamente trasformato il tessuto urbano di molte località liguri, portando con sé effetti che vanno ben oltre il mercato immobiliare.
Il turismo “mordi e fuggi”, favorito dagli affitti brevi tramite piattaforme come Airbnb e Booking, ha invaso città come Genova, La Spezia, e le rinomate località delle Cinque Terre. Questi affitti consentono a turisti di soggiornare per brevi periodi, spesso di uno o due giorni, senza impegnarsi in permanenze più lunghe. Se da un lato questo porta benefici economici nel breve termine, dall’altro lato genera effetti collaterali profondi.
Gentrificazione e aumento dei prezzi. Con l’aumento della domanda di case vacanza, molte proprietà sono state sottratte al mercato degli affitti a lungo termine, riducendo l’offerta per i residenti locali. Questo fenomeno ha innalzato vertiginosamente i prezzi degli affitti, rendendo sempre più difficile per le famiglie liguri trovare soluzioni abitative accessibili. Molti residenti storici si trovano costretti a lasciare i quartieri in cui hanno vissuto per anni, contribuendo così al fenomeno della gentrificazione.

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Spopolamento dei centri storici. La pressione del mercato immobiliare ha avuto un impatto devastante sui centri storici delle città. Interi quartieri che un tempo brulicavano di vita quotidiana sono stati trasformati in zone quasi esclusivamente dedicate ai turisti. Negozi di prossimità, artigiani e piccole botteghe sono stati gradualmente sostituiti da attività commerciali orientate ai visitatori, snaturando l’anima autentica dei luoghi.
Oltre agli effetti economici, gli affitti brevi hanno innescato una serie di problemi sociali e ambientali. Le città liguri, caratterizzate da infrastrutture spesso inadeguate a sostenere un afflusso massiccio e intermittente di turisti, si trovano a dover fronteggiare un carico insostenibile. L’aumento del traffico, il sovraffollamento dei trasporti pubblici e l’usura delle strade e dei servizi pubblici sono solo alcune delle conseguenze tangibili.
Dal punto di vista sociale, si assiste a una frammentazione del tessuto comunitario. I residenti permanenti si sentono sempre più isolati, circondati da una popolazione fluttuante e transitoria. Questo influisce sulla qualità della vita, creando tensioni tra chi vive stabilmente nei quartieri e chi invece li usa come semplici “punti di passaggio”.
Per far fronte a questo fenomeno, molte città europee hanno iniziato a regolamentare gli affitti brevi, imponendo limiti al numero di giorni in cui è possibile affittare una proprietà e richiedendo registrazioni ufficiali dei locatori. In Liguria, la discussione su misure simili è in corso, ma le soluzioni proposte finora sono state lente e frammentarie.
Una possibile via d’uscita potrebbe essere l’introduzione di un sistema di monitoraggio più rigido che consenta ai comuni di controllare in maniera efficace il numero di affitti brevi disponibili in ogni zona. Allo stesso tempo, sarebbe necessario incentivare il mercato degli affitti a lungo termine, magari attraverso agevolazioni fiscali per i proprietari che scelgono di affittare a residenti piuttosto che a turisti.

Inoltre, si potrebbe pensare a una campagna di sensibilizzazione per promuovere un turismo più sostenibile e rispettoso dei luoghi e delle comunità che li abitano, spingendo i visitatori a scoprire la Liguria in modo più lento e approfondito, senza contribuire alla sua progressiva trasformazione in una destinazione puramente turistica.
Gli affitti brevi “mordi e fuggi” hanno senza dubbio arricchito il panorama turistico della Liguria, ma allo stesso tempo ne stanno minando l’identità e la vivibilità. Se non si interviene tempestivamente, le città rischiano di perdere ciò che le rende uniche, trasformandosi in semplici cartoline vuote, pronte ad accogliere flussi sempre più impalpabili di visitatori, ma sempre meno capaci di garantire un’esistenza dignitosa ai loro abitanti storici. Il futuro della Liguria, e delle sue città, dipende dalla capacità di bilanciare il turismo con le esigenze dei residenti, preservando al contempo la sua anima autentica.

Italo Armenti

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