Gli affari segreti tra Russia e Usa: la guerra in Ucraina divide, il commercio unisce

C’è la guerra raccontata ai cittadini – con Putin dipinto come lo zar isolato e gli Stati Uniti come i paladini della democrazia – e poi c’è la guerra vera, quella che si combatte con contratti, rotte marittime e materie prime. Dietro le quinte, Russia e Usa non hanno mai smesso di parlarsi e di fare affari.

I numeri che smentiscono la propaganda
Lo dicono i dati dello U.S. Bureau of Economic Analysis: nel 2024, in piena amministrazione Biden, gli Stati Uniti hanno importato da Mosca circa 3 miliardi di dollari di materie prime. Ufficialmente gli scambi sarebbero crollati del 90% dopo l’invasione dell’Ucraina, ma in realtà:
• fertilizzanti russi: oltre 1 miliardo di dollari solo nel 2025;
• palladio: quasi 600 milioni nei primi sei mesi dell’anno;
• uranio e plutonio: da 624 milioni nel 2024 a 755 milioni nei primi sei mesi del 2025.
La morale? Senza Mosca, l’agricoltura americana e l’industria automobilistica non vanno avanti.

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Il Mar Nero: pace per convenienza
A marzo, a Riad, Washington ha siglato un accordo con Kiev e Mosca: l’Ucraina può esportare grano, la Russia fertilizzanti. Ufficialmente “tregua umanitaria”, in realtà un compromesso commerciale. La clausola sullo stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche è rimasta lettera morta: la guerra continua, ma le navi viaggiano.

L’Artico e la tentazione cinese
Sul Polo Nord, il gelo è soprattutto politico. Dal 2019, quando Pompeo rifiutò di firmare la dichiarazione sul cambiamento climatico, gli equilibri artici si sono incrinati. Oggi, se Washington non riaprirà il dialogo, Mosca ha già pronta la carta cinese: invitare Pechino a prendere parte al grande risiko polare. E a Washington lo sanno benissimo.

Exxon e Rosneft: l’affare proibito
La vera bomba arriva dai retroscena energetici. Reuters e Wall Street Journal hanno svelato i contatti tra Exxon e Rosneft sul giacimento Sakhalin 1. Gli americani, fuggiti nel 2022, ora potrebbero rientrare in possesso del 30% delle quote. La Casa Bianca era informata e ha fatto finta di niente. Pubblicamente si parla di sanzioni, privatamente si negozia.

India punita per comprare gas
Per salvare la faccia, Trump ha imposto un dazio del 50% all’India, colpevole di acquistare gas russo. Un segnale “muscolare” che però rischia di ritorcersi contro Washington: Nuova Delhi è un colosso dello shipping e della cantieristica. E senza India, il mercato globale delle rotte marittime semplicemente non funziona.

Il grande paradosso
Si sanziona, si condanna, si minaccia. Ma poi si compra. La guerra in Ucraina resta il palcoscenico su cui i leader recitano la parte dei duri, mentre nel backstage le potenze continuano a scambiarsi quello che serve: grano, fertilizzanti, uranio, gas.
Dietro gli abbracci di Trump e Putin, le strette di mano di Biden con Zelensky e i proclami di Bruxelles, resta una certezza: la geopolitica è teatro, l’economia è realtà

Ентоні Eлегантний

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