Giovani: sono pigri e sfaticati o hanno poche occasioni di lavoro?

 
GIOVANI: SONO PIGRI E SFATICATI
O HANNO POCHE OCCASIONI DI LAVORO?

 
GIOVANI: SONO PIGRI E SFATICATI
O HANNO POCHE OCCASIONI DI LAVORO?

 Questa volta sono pigri. Nel corso degli anni stati bamboccioni, “sfigati”, choosy. Insomma i giovani non solo devono scontrarsi tutti i giorni con le fatiche del trovare e tenersi stretto un lavoro, ma anche con le esternazioni del politico o opinionista di turno che pensa di avere scoperto qual è il vero male della società contemporanea: il giovane nullafacente. Protagonista questa volta il giornalista Vittorio Feltri che il 23 aprile scorso scrive su Il Giornale un editoriale dal titolo “Se i nostri giovani rifiutano il lavoro e Dai si lamentano”. Quella di Feltri è l’indignazione che in molti  hanno provato leggendo un articolo del Corriere della Sera in cui emergeva che otto ragazzi su dieci rinunciavano al posto di lavoro all’Expo per i turni scomodi (notturni o week end).

 
L’ex ministro Elsa Fomero e l’ex vice ministro Michel Martone

Quindi Expo avrebbe avuto difficoltà a reperire personale perché i ragazzi dopo la selezione, schifati dai 1.200 euro proposti e dai turni di notte, non avrebbero accettato. E cuochi, camerieri e facchini si sarebbero dati alla macchia pur di non versare da bere e lavare piatti. Quello di Feltri potremmo intitolarlo “Ritratto di giovani con borsetta di mammà”, borsetta che, sempre secondo la nota firma, aprirebbero senza ritegno per pagarsi i tre mesi di vacanza da preferire ai tre mesi di lavoro. A me sinceramente sembra strana tutta la storia e non ci vuole poco perché un esercito di ragazzi replichi, su giornali, social network e trasmissioni televisive, a questo ritratto. La stessa agenzia di recruting Manpower fa chiarezza, affermando che la vera percentuale di chi ci ha ripensato arriva al 46% e riguarda solo due figure particolare. D’altra parte, le storie che si leggono sui forum sono quelle di ragazzi che non hanno accettato perché pagare un affitto a Milano significa lavorare gratis oppure perché hanno trovato nel frattempo un impiego più duraturo o più in linea con il proprio profilo professionale.


Insomma le semplificazioni fanno sempre male. D’altra parte è un’abitudine degli ultimi dieci anni quella di usare delle espressioni colorite nei confronti dei giovani. Erano “choosy” con l’ex ministro Elsa Fomero che nel 2012 invitò i giovani a non essere troppo schizzinosi. Il vice ministro al Welfare Michel Martone si scagliò contro chi a 28 anni non era ancora laureato dandogli dello “sfigato”. Sembra allora che dietro certe polemiche ci sia il riproporsi dell’eterna archetipica immagine di Satumo che divora i suoi figli e “mangiare” i giovani non è mai stato così facile come negli ultimi anni, visto che nessuno di loro riuscirebbe a detronizzare la generazione precedente stando tutto il giorno a giocare alla playstation. E come non ricordare il “bamboccioni” dell’allora ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa nel 200?? Il suo voleva essere in realtà soltanto un invito a diventare autonomi e uscire di casa. Però sono passati anni, da casa non è più facile uscire rispetto ad allora, il lavoro non è più facile da cercare, le prospettive sempre più sfuggenti. A questo punto o la società ha sfamato dei giovani con un alto senso di autolesionismo, oppure cerchiamo la trave di questa crisi da qualche altra parte, invece della solita pagliuzza.

SONIA COSCO  da IL LETIMBRO

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