Giorgia ci prende per i fondelli. Dai trionfi dichiarati all’aumento vergognoso delle pensioni

Due anni di governo Meloni, ma tre euro di aumento delle pensioni minime rivelano quanto ci stia prendendo in giro.

### La celebrazione e i numeri reali
Giorgia Meloni ha celebrato con enfasi i due anni del suo governo, rivendicando successi e traguardi. Un video sui social e dichiarazioni di soddisfazione, tra centralità internazionale e record economici, dipingono il quadro di un esecutivo instancabile. Eppure, per i pensionati italiani che sopravvivono con le minime, l’aumento di appena tre euro rappresenta una sferzata di cruda realtà. È questo il trionfo che ci aveva promesso? O è forse un insulto mascherato da risultato? Per molti, la risposta è amara.

### Tre euro: un’umiliazione, non una vittoria
In tempi di inflazione galoppante e di aumento del costo della vita, l’annuncio di un incremento di tre euro alle pensioni minime ha il sapore di una presa in giro. Mentre Meloni parla di “record storici” per posti di lavoro e stabilità economica, la cruda realtà è che tanti pensionati vivono in condizioni sempre più precarie. Questa misura sembra più un’elemosina che un intervento strutturale. Si può davvero credere che questo governo abbia a cuore il benessere dei più vulnerabili?

### Una politica per chi?
Meloni ci invita a guardare i grandi successi: il Memorandum con l’Albania, il sostegno all’Ucraina, e la guida del G7. Ma nella quotidianità, chi ne beneficia realmente? Non certo i pensionati con tre euro in più in tasca. Il governo sembra essere concentrato su giochi di potere e alleanze internazionali, mentre i cittadini affrontano difficoltà concrete. È una politica che sembra avere priorità molto diverse da quelle promesse.

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### Il trionfalismo ingiustificato
Dichiarare di non essersi mai risparmiata è lodevole, ma se l’esito di tutto questo impegno è un misero aumento delle pensioni, allora è legittimo chiedersi dove siano andati gli sforzi. La retorica trionfale del governo suona vuota di fronte alle difficoltà reali che affrontano milioni di italiani. Tre euro sono una cifra offensiva, un segnale di quanto sia distante questo esecutivo dalle necessità quotidiane di chi fa fatica a far quadrare i conti.

### Meloni ci sta prendendo in giro?
Di fronte a tali risultati, sorge spontanea la domanda: Giorgia Meloni ci sta prendendo in giro? È facile celebrare grandi traguardi quando si vive nelle stanze del potere, ma il termometro reale del successo di un governo sta nella vita delle persone comuni. E, oggi, quel termometro segna una vergognosa distanza tra le promesse e la realtà. Un governo che festeggia mentre dà le briciole ai pensionati non può che essere considerato insensibile e lontano dal popolo.

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

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One thought on “Giorgia ci prende per i fondelli. Dai trionfi dichiarati all’aumento vergognoso delle pensioni”

  1. Un tema scandaloso, sul quale sono tornato più di una volta. Se solo penso alla distanza siderale di Berlusconi, che prometteva di portare le pensioni minime a € 1000, poi riaggiustato ad arrivarci splamando la differenza nei 5 anni della legislatura per arrivarci al termine della stessa! Lui è morto, ma il suo successore Tajani fa lo gnorri, come se quell’impegno non fosse stato fatto a nome del partito che ora lui rappresenta.
    La promessa Berlusconiana è in linea con ciò che ho sempre denunciato: se per le pensioni manteniamo gli avanzamenti in termini %, può pure andar bene per le pensioni d’oro, non certo per chi si arrabatta con € 600 al mese: che senso ha dargli l’1% in più, ossia miseri, offensivi € 6 in più, come anche adesso si sta per fare? Si dovrebbero aggiustare annualmente a colpi di € 50-100/mese, non un euro di meno, se servono davvero ad alleviare le ristrettezze e gli stenti degli usufruttuari.
    E che dire dell’inalzamento da € 600 a € 1000/mese per la parte impignorabile delle pensioni, ma non in forma retroattiva, creando diversità di trattamento tra il signor X, che si è visto pignorare in precedenza all’entrata in vigore della legge € 400 e nulla cambierà per lui; mentre il signor Y, il cui pignoramento è scattato dopo l’entrata in vigore dalla legge, vede la sua quota impignorabile salita a € 1000? La legge non è uguale per tutti? Come possono convivere 2 trattamenti così discriminanti al tempo stesso?

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