Gioco d’azzardo in Liguria: una dipendenza in crescita che minaccia il tessuto sociale

Il gioco d’azzardo è diventato una delle sfide sociali più complesse per la Liguria, una regione in cui l’accesso a scommesse e giochi a premi ha registrato un incremento significativo negli ultimi anni. Complice una rete estesa di punti vendita e una crescente offerta di giochi online, il fenomeno sta sollevando preoccupazioni tra cittadini e istituzioni.
Secondo gli ultimi dati, la Liguria è tra le regioni italiane con il maggior consumo pro capite di giochi d’azzardo, e ciò include lotterie, slot machine e scommesse sportive. La diffusione capillare di questi servizi fa sì che sia sempre più facile trovarli nei piccoli centri e perfino nelle località balneari più frequentate. Un’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità ha indicato come, tra gli adulti, circa il 7% abbia mostrato comportamenti a rischio, con un’incidenza maggiore tra le fasce d’età più giovani.
Tra i motivi principali di questa diffusione troviamo il marketing aggressivo delle aziende del settore, la promessa di un facile guadagno, e, soprattutto, la crescente crisi economica che ha spinto molte persone a tentare la sorte nel tentativo di sfuggire a condizioni finanziarie precarie. Questo trend risulta particolarmente preoccupante perché colpisce anche fasce vulnerabili della popolazione, inclusi disoccupati e pensionati.

Le conseguenze del gioco d’azzardo sono spesso drammatiche. Oltre all’indebitamento, i giocatori compulsivi riportano disturbi psicologici come ansia, depressione e, nei casi più estremi, tendenze suicidarie. L’Azienda Sanitaria Locale della Liguria ha segnalato un aumento delle richieste di aiuto e consulenze, ma le risorse per i trattamenti specialistici sono spesso limitate. Il problema diventa ancor più pressante nelle zone periferiche, dove le possibilità di intervento sono meno accessibili.

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La Regione Liguria ha cercato di adottare misure di contenimento. Tra le principali iniziative, troviamo la legge regionale del 2012, rivisitata più volte, che vieta l’installazione di slot machine entro 300 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali e centri giovanili. Tuttavia, l’applicazione di queste norme ha incontrato resistenze e difficoltà, in particolare da parte dei gestori, che lamentano una perdita di introiti.
Alcuni comuni liguri, come Genova e Savona, hanno introdotto regolamenti per limitare gli orari di funzionamento delle slot machine e promuovere campagne di sensibilizzazione nelle scuole. Ma il bilancio rimane complesso: da un lato le istituzioni cercano di arginare il fenomeno, dall’altro il mercato legale dell’azzardo continua a beneficiare di normative statali che sostengono le attività autorizzate.
Con il boom del gioco d’azzardo online, la questione è diventata ancor più difficile da gestire. La facilità di accesso tramite smartphone e la pubblicità martellante sui social network rendono sempre più difficile regolamentare l’offerta. In Liguria, questo aspetto è particolarmente sentito, dato che molti giocatori si spostano verso i canali digitali, sfuggendo a regolamentazioni locali.
Gli esperti suggeriscono che un cambiamento significativo possa venire solo attraverso un approccio integrato che comprenda prevenzione, educazione e supporto. Si parla di programmi di sensibilizzazione mirati ai giovani e di un potenziamento delle strutture di supporto psicologico per i soggetti già dipendenti. Anche il coinvolgimento di associazioni locali e iniziative di formazione possono svolgere un ruolo cruciale nel disincentivare il gioco d’azzardo patologico.
In sintesi, il gioco d’azzardo è un fenomeno che in Liguria continua a crescere, e affrontarlo richiederà l’impegno congiunto di istituzioni, enti locali e comunità. La sfida non è solo economica o normativa, ma soprattutto sociale e sanitaria, perché sono in gioco il benessere e la salute mentale di molti cittadini.
Italo Armenti

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