Gente di mare
L’uomo di mare e la superstizione
I ceci portano iella?
Storie di vita vissuta sulle ‘mie’ navi
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L’uomo di mare e la superstizione
I ceci portano iella ?
Storie di vita vissuta sulle ‘mie’ navi
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Noli – La settimana scorsa scorsa ho scritto di noi, gente di mare, a volte soggetti a considerare, convivere con la “superstizione“, quella “verità???” allocata ben al di là dell’orizzonte, quindi invisibile quanto soggettiva. Ebbene, con piacere racconterò una storia realmente accaduta. Auguro una piacevole lettura, anche se… il tema potrebbe non essere condiviso. |
Una compagnia di navigazione può essere equiparata ad un condominio: una nave, un appartamento. Come in ogni condominio “curioso e pettegolo”, personaggi importanti come un Comandante della flotta di Società, puo essere conosciuto, ricordato per una sua personalissima “superstizione”. Io ero a conoscenza da tempo di questo “pettegolezzo“, consistente nel non voler permettere, sulla nave da lui comandata, di cucinare i ceci, perchè “portano iella“. Così pure ero venuto a conoscenza, più tardi nel tempo, del pettegolezzo rivolto alla mia persona: “spregiudicato” nella manovra. Lo avevo saputo da un Ispettore della Compagnia, il quale annoverava, tra l’altro, le mie “incursioni” nella rada di Noli con la “mie” navi: “Naess Pride”- “Naess Spirit“. Turbonavi gemelle della lunghezza di 250 mt. con portata di 100.000 tonn.; molti nolesi ricorderanno ancora oggi il transito ravvicinato sotto costa, rasentando, una volta, i 300 mt. dalla spiaggia dei pescatori, facendo la “basetta” a Capo Noli. Nel lontano 1965 la Compagnia di Navigazione per cui ho navigato dal 1960 al 1971, mi affida l’allestimento di una nuova nave in un cantiere giapponese di Nagasaki. Allora ero Primo Ufficiale. Nei due mesi trascorsi in cantiere, ho saputo che poco dopo l’inizio dei lavori di costruzione, il proprietario della nave era morto. Ho constatato che pure i giapponesi, lato marinaresco, sono superstiziosi, e consideravano la nave, la “R.H.G.” non “partorita” con benevole benedizione, e dalla quale sono sbarcato dopo quattro mesi per un successivo uguale incarico. |
Naess Spirit
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Dopo due anni si viene a conoscenza che la “R.H.G”, in una tempesta nel Mediterraneo, con un nuovo Comandante, perde in mare il nostromo, risucchiato nottetempo a un’ondata e mai ritrovato.
Arriviamo ora al collega (mai conosciuto di persona), ma descrittomi da un amico di bordo. Di origini napoletane, abitante a Genova, il Comandante X.Y. possedeva una macchina, poi data in prestito all’amico comune, con all’interno appesi due monili: un corno ed un gobbo……!!! Il Comandante X Y viene chiamato per sostituire quello che ha vissuto la tragedia sopra descritta, in un porto siciliano. Altro particolare. Era allora consuetudine (io ho smesso di navigare nel 1971), che il personale addetto alla cucina presentasse alla sera il menù del giorno dopo al Comandante, al Direttore di Macchina ed al Primo Ufficiale. Lui, quel menù del giorno prima, non poteva averlo visto. |
Per cena erano previsti i “ceci”. Si racconta che alla vista dei legumi sia andato su tutte le furie, rifiutando e facendo allontanare la portata. La petroliera, in rotta verso il Nord Europa, attraversa all’alba lo Stretto di Gibilterra, e subito dopo incontra un fittissimo banco di nebbia. Ed ecco il fatto: una nave da carico di nazionalità greca, tipo “Libertry“, entra in collisione con la “R.H.G.” che prende immediatamente fuoco. Lo squarcio è avvenuto nella parte di pruavia, la “R.H.G.”è una nave con macchine ed alloggi a poppa, per cui non ci sono stati danni nei confronti dell’equipaggio. L’incendio è stato poi domato dall’equipaggio e dai rimorchiatori spagnoli giunti in soccorso ed infine rimorchiata dagli stessi nel porto di Algesiras per le riparazioni. Ho finito di raccontare una storia vera (di nave), iniziata nel 1965, limitata al 1971 , anno in cui ho abbandonato, a malincuore, l’appassionata (almeno per me) vita marinara. Mi guardo bene dall’esternare commenti…e Lei, che ha avuto la pazienza di leggere, se non è uomo di mare, quale riservato, personale commento è in grado di trasmettersi? Oltre la domanda, a questo punto doverosa: ha motivo di esistere la “superstizione“? Carlo Gambetta
17 luglio 2011 |