FINALE LIGURE – UN ALTRO SCIAGURATO PROGETTO DI CEMENTIFICAZIONE
FINALE LIGURE
APPROVATO UN ALTRO SCIAGURATO
PROGETTO DI CEMENTIFICAZIONE
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FINALE LIGURE APPROVATO UN ALTRO SCIAGURATO PROGETTO DI CEMENTIFICAZIONE E‘ un po‘ passato in sordina, nel senso che non ne ha parlato neppure l’informazione più sensibile alle questioni ambientali e persino la cittadinanza di Finalpia lo ignora, un progetto edilizio recentemente approvato dal comune di Finale Ligure (in una seduta del 16 dicembre 2013, non molto pubblicizzata, ultima del 2013)…LEGGI…. Il progetto prevede il cambio di destinazione d’uso dell’albergo il Molo di Finalpia, la demolizione e la ricostruzione al suo posto di una palazzina ad uso residenziale alta 15,66 metri al colmo del tetto (mentre l’attuale altezza dell’edificio dell’albergo è di 9,48 metri al colmo del tetto). Per capirci, siamo di fronte al molo, a dieci metri dal mare e a fianco della foce del torrente Sciusa che – come tutti gli abitanti sanno benissimo – è stato causa qualche anno fa di un’alluvione che ha colpito il borgo più a est di Finale Ligure. La palazzina sarà divisa in dieci appartamenti, probabilmente seconde case, di superficie compresa tra 50 e 90 mq. Il progetto totale è stato suddiviso in tre lotti esecutivi. L’approvazione del 16 dicembre è relativa esclusivamente al primo lotto e cioè alla demolizione e costruzione dell’edificio di appartamenti. Rimangono stranamente esclusi dall’approvazione due lotti essenziali del progetto e cioè la realizzazione di 20 box interrati di pertinenza alla palazzina e il rifacimento di parte della passeggiata (cioè l’unico potenziale valore aggiunto per la collettività). Le ultime due fasi del progetto non sono state approvate in quanto persino il comune di Finale non ha potuto ignorare l’attuale piano di bacino, relativo al torrente Sciusa che – come abbiamo visto – scorre a pochi metri di distanza. La scusa che ha permesso al Comune il cambio di destinazione d’uso (una scelta di per sè sciagurata, considerando la desertificazione turistica in atto in Liguria da anni, con la sua trasformazione in conglomerati di città fantasma per undici mesi all‘anno) è che la proprietà intende cedere all’amministrazione locale un’area corrispondente alla larghezza della passeggiata: area che permetterebbe la continuità della visuale verso il Castelletto. Un gruppo di cittadini sia finalesi sia di altre città si è raccolto nel comitato per la salvaguardia di Finalpia. Il comitato è nato nel 2002, quando già allora si prospettavano progetti faraonici per il rifacimento dell’albergo e della passeggiata. Oggi ci ritroviamo quasi allo stesso punto. Il comune ha del tutto trascurato le istanze dei cittadini di allora e di oggi, riproponendo quello che – a detta di tutti noi – sembra uno sberleffo e un insulto al paesaggio. Infatti riteniamo che: ⁃ il cambio di destinazione d’uso da albergo a seconde case va nella direzione esattamente opposta a una gestione ordinata e sostenibile del turismo; ⁃ la palazzina alta, ripetiamo, quasi sedici metri, sorge a 10-15 metri dalla riva del mare, stravolgendo il contesto urbanistico, ambientale e paesaggistico di Finalpia; ⁃ viene contrabbandato per interesse pubblico (la visione del castelletto) quello che in realtà è un progetto di esclusivo interesse privato, di privatizzazione di un bene pubblico come il paesaggio, che risponde in sostanza a un modello di sviluppo del territorio che si è rivelato negli anni distruttivo e suicida. ⁃ Viene trascurato il piano di bacino dello Sciusa, con la scusa che questo verrà successivamente modificato escludendo l’area interessata dalla zona di massimo pericolo. Alluvioni, disastri come quello recente di Andora, decenni di lotte, non sono stati sufficienti a convincere i nostri amministratori (ma purtroppo anche molti nostri concittadini) che non c’è futuro nella cementificazione del territorio e che l’unica possibilità è (come peraltro ha recentemente dichiarato il capo della protezione civile Franco Gabrielli) il mantenimento del territorio e – al limite – il recupero degli edifici esistenti (senza stravolgerne la destinazione). Roberto Castelli Dezza (portavoce del comitato per la salvaguardia di Finalpia) Finale Ligure, 25 febbraio 2014 |